Da Torre di S. Maria al rifugio Bosio
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line APRI QUI UNA MAPPA ELABORATA SULLA BASE DI GOOGLE MAP; Apri qui una galleria di immagini
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Alta
Via della Valmalenco, cioè una lunga traversata, in otto giorni, dell'intera
compagine montuosa della valle, che interessa il gruppo del Disgrazia,
quello del Bernina e quello dello Scalino, con un percorso che, dalla
seconda tappa, si mantiene quasi sempre al di sopra della quota dei 2000
metri. |
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Saliamo dunque a Torre e lasciamo la bella chiesa vedi foto sopra) alla nostra destra; seguendo le indicazioni per i rifugi alpini, imbocchiamo, sulla sinistra, la stradina che ci porta alla località Piasci. Qui si trova l'indicazione del punto di partenza del sentiero (quel triangolo giallo che accompagna, come una guida che rallegra sempre lo sguardo, l'intero itinerario), che, con una traccia non sempre marcata, ma ben visibile, sale ripido nel bosco e, oltrepassata una bella cappelletta, raggiunge l'alpe di Pra' Fedugno, a 1607 metri. Dall'alpe un sentiero più marcato sale ad intercettare la strada sterrata che porta alla località Piasci, dove si trova il rifugio Cometti (m. 1720, vedi foto sotto). |
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Dai Piasci, seguendo il sentiero segnalato che parte proprio nei pressi del rifugio Cometti, si prosegue in direzione dell'alpe di Arcoglio inferiore, verso sud-ovest (la si può raggiungere anche seguendo a ritroso la strada sterrata, fino ad un bivio, al quale si prende a destra, in salita, fino a raggiungere una piazzola, dalla quale parte un tratturo che sale, molto ripido, all'alpe). | |||||||||||||||||
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Lo
scenario dell'alpe è assai gentile, ed anche se percorreremo il sentiero
fuori stagione troveremo probabilmente qualche presenza che non ci farà
sentire troppo soli. |
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Sempre seguendo i triangoli gialli proseguiamo nella salita, guadagnando l'ultimo gradino roccioso | |||||||||||||||||
dove ci attende la prima sorpresa del nostro itinerario: inatteso, appare il bellissimo laghetto di Arcoglio (m. 2234), adagiato su un balcone che fronteggia, sul lato opposto della valle, il gruppo Scalino-Painale. | |||||||||||||||||
Di fronte al nostro sguardo | |||||||||||||||||
è visibile l'intero percorso che dovremo compiere durante l'ottava ed ultima tappa, dal rifugio Cristina a Caspoggio.
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Lasciato
il laghetto alla nostra sinistra, cerchiamo i segnavia che ci indirizzano
ad una traccia di sentiero a tratti poco visibile. I segnavia ci fanno compiere un ampio arco |
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che ci porta sul crinale fra l'alpe di Arcoglio e l'alpe Colina, in corrispondenza di una piccola sella erbosa. | |||||||||||||||||
La traccia prosegue verso destra salendo sul fianco del Sasso Bianco e raggiungendone facilmente la cima. | |||||||||||||||||
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L'immagine invernale della cima (vedi foto sotto) non permette di comprendere il motivo della sua denominazione. |
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Se però lo raggiungiamo quando la neve ha abbandonato la sua morsa sulle
rocce, ne potremo ammirare il colore biancastro. |
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La
singolarità di questo monte non finisce qui: pochi metri sotto la vetta
si può vedere una singolare cavità, detta "truna", legata a
diverse leggende popolari. |
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Se, infine, guardiamo ad ovest, | |||||||||||||||||
potremo ammitare il monte Disgrazia; alla sua sinistra | |||||||||||||||||
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Una variante
di questa prima tappa dell'alta via sale proprio da quest'alpe, che si
raggiunge facilmente con una carrozzabile che da Sondrio sale a
Triangia e prosegue fino all'alpe. Dall'alpe, invece, il sentiero è meno evidente: con un po' di attenzione, però, si può intercettare, nella parte alta del crinale, la traccia che, con una diagonale verso destra, sale alla bocchetta denominata Colma di Zana (m. 2417), che immette nella Val Torreggio (Val del Turéc'). Alla medesima bocchetta scende il nostro itinerario: lasciata, infatti, la cima del Sasso Bianco ci dirigiamo verso nord-ovest, passiamo poco a destra della bocchetta. |
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Ci aspetteremmo di intraprendere subito una decisa discesa nella Val Torreggio (Val del Turéc'), il cui fianco settentrionale di dispiega di fronte al nostro sguardo: il declivio del fianco meridionale, sul quale ci troviamo, è infatti assai dolce, e le balze di pascoli e roccette, | |||||||||||||||||
costellate di diversi laghetti, sembrano invitare a scendere. | |||||||||||||||||
Invece ci attende una traversata piuttosto lunga, che ci farà raggiungere il rifugio Bosio solo dopo aver descritto un ampio arco. Dalla colma di Zana seguiamo per un buon tratto, in leggera salita, il crinale, poi ce ne stacchiamo scendendo ad una conca, per poi risalire ad una piccola sella posta a destra di una cima costituita da rocce rotte. Oltre la sella ci attende una nuova discesa ad una più ampia conca, raggiunta la quale dobbiamo per un'ultima volta intraprendere una salita, che ci conduce ad una porta che ci permette di superare il crinale che scende dal monte Caldenno (m. 2669). |
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Questi saliscendi ci impongono il superamento di un dislivello in salita
di circa centocinquanta metri. La porta, infatti, è collocata quasi alla
medesima altezza della cima del Sasso Bianco. Oltre la porta inizia l'ultima discesa, inizialmente su un terreno disseminato di grandi massi: stanchi come siamo, questo supplemento di attenzione e di tormento per i nostri piedi non ci rallegra di certo! |
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Poi
i massi lasciano il posto ai magri pascoli (vedi foto a sinistra), che
ci permettono una discesa più riposante. |
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L'ulteriore discesa ci permette di superare gli ultimi cento metri, raggiungendo il piano dell'alta Val Torreggio (Val del Turéc'), dove, in uno scenario ingentilito da radi larici e dai meandri di un quieto torrente, si trova il rifugio Bosio, a 2086 metri. Qui, dopo circa 8 ore di cammino ed un dislivello in salita di oltre 1600 metri, termina la prima tappa dell'alta via. Per il resoconto sulla seconda, apri la relativa presentazione. |
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Questa prima e lunga tappa può essere effettuata con un'interessante variante, non segnalata, che ha il duplice pregio di permetterci un incontro con il bellissimo laghetto di Zana e di farci risparmiare tre quarti d'ora circa di cammino. Dalla colma di Zana, invece di proseguire sul crinale, possiamo scendere sul facile declivio di balze e roccette, fino a raggiungere la quota di circa 2260-2280 metri. Se guardiamo con attenzione, troveremo alcuni triangoli e bolli rossi, che ci permettono di individuare una traccia di sentiero discontinua, che piega a sinistra e, con un tracciato pressoché pianeggiante, ci porta al laghetto di Zana, nascosto in una conca della valle omonima. |
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I luoghi che attraversiamo sono dolci e riposanti. Di fronte a noi, se la giornata è buona, si disegna l'imponente scenario del rosseggiante versante di sud-est del monte Disgrazia, occupato, in parte, dal ghiacciaio della Cassandra. |
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Un po' più a destra ed in primo piano, ecco i severi corni di Airale (m. 2614), che sembrano incombere sull'alpe omonima, posta a poca distanza dal rifugio Bosio. |
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Seguendo i triangoli rossi oltre il laghetto di Zana, scendiamo in breve al pianoro sopra citato, dove si trova la grande baita e dove incontriamo il sentiero dell'alta Via che scende dall'ultimo vallone meridionale dell'alta Val Torreggio (Val del Turéc'). |
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