CARTA DEL PERCORSO - ALTRE ESCURSIONI AD ARDENNO - ALTRE ESCURSIONI A BUGLIO - GALLERIA DI IMMAGINI


Il fosso del Gaggio

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Ponte sul torrente Gaggio-Cimitero di Buglio-Buglio-Mulino Vismara-Gaggio-Ardenno-Ponte sul torrente Gaggio
2 h e 30 min. (a piedi)
420
T
SINTESI. Stacchiamoci dalla ss 38 dello Stelvio all’altezza dello svincolo di Ardenno, che troviamo, sulla sinistra (per chi procede in direzione di Sondrio), dopo il ponte degli Archi sul torrente Masino ed il successivo svincolo della Val Masino. Un lungo tirone ci porta ad Ardenno dove alla prima rotonda prendiamo a destra. Non saliamo poi a sinistra verso il centro del paese, ma proseguiamo diritti sulla strada provinciale Valeriana orientale, che dopo un tratto rettilineo affronta una salitella che la porta ad una rotonda, appena prima del ponte sul torrente Gaggio. Qui prendiamo a sinistra, tornando in direzione del paese ma parcheggiando subito ad uno slargo sul lato destro della strada. Inizia da qui, a 274 metri circa, la camminata (o pedalata) attorno al torrente Gaggio ed al suo fosso. Procediamo su una pista sterrata che sale diritta ad intercettare una stradina asfaltata, che seguiamo verso destra. Dopo un ponticello sul torrente Gaggio, procediamo verso la frazione Bagnera lasciando la stradina ed imboccando la pista sterrata che se ne stacca sulla sinistra e che si approssima al versante montano e comincia a risalirlo con qualche tornante, portando alla piazzola di fronte al cimitero di Buglio, a 497 metri. Saliamo verso Buglio sulla stradina di accesso al cimitero. Al primo bivio prendiamo a sinistra e, dopo un tornante dx, raggiungiamo le case del paese. Al successivo bivio invece di procedere diritti verso il centro del paese e la chiesa di San Fedele prendiamo a sinistra, stando sul suo limite occidentale. Dopo il successivo tornante dx saliamo ad intercettare la Via Gaggio, che, come dice il nome, corrisponde al primo tratto dello storico sentiero che collegava Buglio a Gaggio, sopra Ardenno. Saliamo verso sinistra. La stradina lascia il posto ad un sentiero. Lasciamo così alle spalle le ultime case di Buglio e procediamo verso nord-ovest, entrando nella selva e superando una valletta che più in basso confluisce nel torrente Gaggio. Per questa valletta passa il confine fra i comuni di Buglio ed Ardenno. Subito dopo il sentiero piega a destra e porta ad un luogo del tutto particolare. Alla nostra sinistra vediamo infatti una depressione boscosa seguita, a sud, da un colle, sempre boscoso, il “Castello” (m. 660). Il sentiero poi piega a destra e ci porta al torrente, in corrispondenza del Mulino Vismara (m. 676). Sul lato opposto seguiamo un sentierino leggermente esposto (qui, se siamo su due ruote, dobbiamo procedere a piedi) che in breve sale ad intercettare la pista che da Gaggio sale ai prati di Erbolo. Seguiamo questa pista in discesa, passando sotto una galleria paramassi. Proseguendo nella discesa dopo pochi tornanti passiamo per la località di San Giuseppe e scendiamo alla piana della frazione di Gaggio Proseguiamo sull’antica mulattiera, che scende appena a sinistra del sagrato della chiesetta della Madonna del Buon Consiglio (est). Scendiamo verso sinistra. Raggiunta Ere, la mulattiera sfiora la strada asfaltata e riprende a scendere alla sua sinistra, con un bel fondo acciottolato. Seguendola scendiamo ad un secondo pianoro, un po’ più piccolo, quello della frazione Motta. Qui percorriamo un tratto sulla carrozzabile, portandoci circa al centro della piana, prima di trovare, sulla sinistra, la ripartenza della mulattiera, che scende tagliando una fasci di vigneti. Poi intercettiamo di nuovo la strada, ad un tornante dx, e proseguiamo restando alla sua sinistra. Più in basso la mulattiera raggiunge le Case Fascendini e, intercettata per l’ennesima volta la strada, prosegue sul lato opposto, questa volta però scendendo a destra, fino alla vicina chiesetta di S. Antonio Abate. La mulattiera prosegue diritta e di nuovo scende alla strada asfaltata. Sul lato opposto scendiamo ad attraversare una valletta e proseguiamo passando fra le case della frazione Cavallari. Ecco di nuovo la strada: la tagliamo, passiamo a destra di una fontana e riprendiamo a scendere diritti fra le case di Calgheroli. Stessa copione una terza volta, poi dobbiamo seguire per breve tratto la strada, protetta a sinistra da un imponente muraglione, ed imboccare la prima stradina che se ne stacca sulla sinistra ad in tornante dx, cioè la Via Morano. Scendiamo per un buon tratto, diritti, lungo la via Morano, che si restringe alquanto prima di confluire in via Visconti-Venosta. Proseguiamo diritti in leggera salita, fino a raggiungere in breve la rotonda presso la quale abbiamo parcheggiato l’automobile.


Località Bagnera ad Ardenno

La valle del torrente Gaggio separa, molto approssimativamente, il territorio del comune di Ardenno da quello di Buglio in Monte, quindi, storicamente ed amministrativamente, il Terziere (oggi Mandamento) inferiore di Valtellina dal Terziere di Mezzo. Si tratta di un torrente molto particolare, perché scende da un versante assai ripido e quindi, pur non avendo una grande portata, assume dopo piogge consistenti una particolare violenza e si è scavato un originale fosso, incolto e selvaggio, fra le due colline moreniche della frazione Gaggio, ad ovest, e del Castello, ad est.
Attorno a questo fosso si può camminare o pedalare per vedere da vicino questo angolo di wilderness assai poco conosciuto, ma anche i ben più dolci e rassicuranti declivi del vino, con i vigneti ancora ben tenuto sul versante di media montagna ad Ardenno e Buglio. Punto di partenza proprio il ponte sul torrente Gaggio che si trova sulla strada provinciale Valeriana (che ha conservato il nome dell’antichissima strada “di valle”) fra Ardenno e Villapinta, frazione di Buglio.
Stacchiamoci dalla ss 38 dello Stelvio all’altezza dello svincolo di Ardenno, che troviamo, sulla sinistra (per chi procede in direzione di Sondrio), dopo il ponte degli Archi sul torrente Masino ed il successivo svincolo della Val Masino. Un lungo tirone ci porta ad Ardenno dove alla prima rotonda prendiamo a destra. Non saliamo poi a sinistra verso il centro del paese, ma proseguiamo diritti sulla strada provinciale Valeriana orientale, che dopo un tratto rettilineo affronta una salitella che la porta ad una rotonda, appena prima del ponte sul torrente Gaggio.


La pista Bagnera-Cimitero di Buglio

Qui prendiamo a sinistra, tornando in direzione del paese ma parcheggiando subito ad uno slargo sul lato destro della strada. Inizia da qui, a 274 metri circa, la camminata (o pedalata) attorno al torrente Gaggio ed al suo fosso. Procediamo su una pista sterrata che sale diritta ad intercettare una stradina asfaltata, che seguiamo verso destra. Dopo un ponticello sul torrente Gaggio, procediamo verso la frazione Bagnera lasciando la stradina ed imboccando la pista sterrata che se ne stacca sulla sinistra e che si approssima al versante montano e comincia a risalirlo con qualche tornante, portando alla piazzola di fronte al cimitero di Buglio, a 497 metri.
Troviamo alcuni cartelli relativi al Sentiero della Memoria, che tocca alcuni luoghi legati ad eventi tragici durante l’ultimo periodo della Seconda Guerra Mondiale e della guerra di Resistenza partigiana (fucilazione di partigiani prima della liberazione, fucilazione di fascisti prelevati dalle carceri di Sondrio dopo il 28 aprile 1945, avvenuta proprio presso questo cimitero). Il paese di Buglio, verso il quale stiamo salendo, fu particolarmente colpito durante il biennio 1944-45. La cosiddetta “Battaglia di Buglio”, decisa dai comandi partigiani nel contesto di azioni in tutta Europa per supportare lo sbarco in Normandia, portò ad una temporanea occupazione partigiana di Buglio (11 giugno 1945). La successiva reazione delle forze Nazifasciste (16 giugno) costò la vita anche a vittime civili: i colpi di mitraglia raggiunsero due bambini in fuga, Tarcisio Travaini, 12 anni, e la sorellina Gemma, di 2 anni, che stava portando sulle spalle. Caddero anche Caterina Franzina, Pietro Iemoli, Maria Pedroli, Fedele Salvetti, Giovanni e Giacomo Sciani. Si tratta di una ferita che fatica a rimarginarsi nel ricordo soprattutto delle generazioni più anziane.


Buglio in Monte

Accompagnati da questi mesti pensieri saliamo verso Buglio sulla stradina di accesso al cimitero. Al primo bivio prendiamo a sinistra e, dopo un tornante dx, raggiungiamo le case del paese. Al successivo bivio invece di procedere diritti verso il centro del paese e la chiesa di San Fedele prendiamo a sinistra, stando sul suo limite occidentale. Dopo il successivo tornante dx saliamo ad intercettare la Via Gaggio, che, come dice il nome, corrisponde al primo tratto dello storico sentiero che collegava Buglio a Gaggio, sopra Ardenno. Saliamo verso sinistra. La stradina lascia il posto ad un sentiero.
Lasciamo così alle spalle le ultime case di Buglio e procediamo verso nord-ovest, entrando nella selva e superando una valletta che più in basso confluisce nel torrente Gaggio. Per questa valletta passa il confine fra i comuni di Buglio ed Ardenno. Subito dopo il sentiero piega a destra e porta ad un luogo del tutto particolare. Alla nostra sinistra vediamo infatti una depressione boscosa seguita, a sud, da un colle, sempre boscoso. Si tratta della località chiamata “Castello” (m. 660).


Il Castello

La possiamo visitare (scendendo di sella se siamo su due ruote) in una manciata di minuti, lasciando il sentiero per imboccare un sentierino che scende a sinistra, poi risale al poggio. Siamo sulla cima di una collinetta morenica che in passato forse ospitò, come suggerisce il nome, una fortificazione che aveva funzioni di avvistamento, di cui però non sono state trovate tracce. Forte è comunque la suggestione del luogo, circonfuso di un’aura arcana. Siamo sospesi, anche se non lo vediamo, sul fosso del Gaggio, che resta alla nostra destra.
Torniamo sul sentiero principale e proseguiamo verso il torrente Gaggio. Il sentiero piega a destra e ci porta al torrente, in corrispondenza del Mulino Vismara (m. 676), un edificio particolare, assi più grande rispetto ai consueti mulini. In effetti non vi si praticata solamente la macina delle granaglie, ma anche l’allevamento degli animali. Il nome, curioso, rimanda alla famiglia che lo gestì nel secolo scorso. Attraversiamo facilmente il torrente Gaggio, che poco più a valle scende per una gola al fosso del Gaggio. Qui si avverte il suo alito freddo e vagamente inquietante.


Il Castello visto da Bagnera

Sul lato opposto seguiamo un sentierino leggermente esposto (qui, se siamo su due ruote, dobbiamo procedere a piedi) che in breve sale ad intercettare la pista che da Gaggio sale ai prati di Erbolo. Seguiamo questa pista in discesa, passando sotto una galleria paramassi. Guardando a sinistra possiamo vedere, infine, il fosso del Gaggio, che si presenta come un grande catino chiuso da una sorta di stretta che precede la confluenza del torrente nella piana della bassa Valtellina. Alla sua sinistra vediamo altrettanto bene il caratteristico poggio boscoso del Castello, disseminato di grandi ed antichi abeti.
Proseguendo nella discesa dopo pochi tornanti passiamo per la località di San Giuseppe, con la chiesetta a sinistra della strada, e scendiamo alla piana della frazione di Gaggio (l’antica Arsizio), dove la chiesetta della Madonna del Buon Consiglio (m. 570), costruita a partire dal 1784 se ne sta, a destra delle case, nella sua solitaria grazia, con un sagrato sobrio ed elegante, quasi a ricordare che qui nacque il 18 febbraio 1686 Pietro Ligari, il maggior genio pittorico espresso dalla Valtellina. La piana rappresenta una sorta di replica in piccolo di quella di Buglio, che per la sua panoramicità e bellezza si è meritata il titolo di “giardino della Valtellina”.


Piana di Gaggio

Da Gaggio una carrozzabile scende verso Ardenno, a destra della chiesetta, ma vale la pena di scendere sull’antica mulattiera, che scende sul lato opposto, cioè appena a sinistra del sagrato della chiesetta (est). Scendiamo verso sinistra, passando per un lavatoio isolato dalle case della frazione Ere, che stanno un po’più in basso. Ottimo il colpo d’occhio sulla media Valtellina. Raggiunta Ere, la mulattiera sfiora la strada asfaltata e riprende a scendere alla sua sinistra, con un bel fondo acciottolato.
Seguendola scendiamo ad un secondo pianoro, un po’ più piccolo, quello della frazione Motta. Qui percorriamo un tratto sulla carrozzabile, portandoci circa al centro della piana, prima di trovare, sulla sinistra, la ripartenza della mulattiera, che scende tagliando una fasci di vigneti. Poi intercettiamo di nuovo la strada, ad un tornante dx, e proseguiamo restando alla sua sinistra. Più in basso la mulattiera raggiunge le Case Fascendini e, intercettata per l’ennesima volta la strada, prosegue sul lato opposto, questa volta però scendendo a destra, fino alla vicina chiesetta di S. Antonio Abate, dove ogni anno il Gruppo Alpini di Ardenno ricorda i propri caduti. Una campanella ed un obice invitano ad un’ulteriore sosta densa di pensieri.


Chiesa della Madonna del Buon Consiglio a Gaggio

La mulattiera prosegue diritta e di nuovo scende alla strada asfaltata. Sul lato opposto scendiamo ad attraversare una valletta e proseguiamo passando fra le case della frazione Cavallari. Ecco di nuovo la strada nel punto in cui una cappelletta che reclamava il diritto del proprio valore storico le impone una stretta. Anche qui tagliamo la strada, passiamo a destra di una fontana e riprendiamo a scendere diritti fra le case di Calgheroli. Stessa copione una terza volta, poi dobbiamo seguire per breve tratto la strada, protetta a sinistra da un imponente muraglione, ed imboccare la prima stradina che se ne stacca sulla sinistra ad in tornante dx, cioè la Via Morano. Scendiamo per un buon tratto, diritti, lungo la via Morano, che si restringe alquanto prima di confluire in via Visconti-Venosta. Proseguiamo diritti in leggera salita, fino a raggiungere in breve la rotonda presso la quale abbiamo parcheggiato l’automobile.


La mulattiera che scender ad Ere

Carta del percorso - sulla base della Carta Tecnica Regionale della Regione Lombardia

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