L'alpe a monte del Bar Bianco

Il monte di Olano (1702) è lo splendido poggio al quale termina il boscoso versante a monte dei maggenghi delle Tagliate (Cosio Valtellino) e dal quale inizia il lungo e luminoso corridoio di pascoli dell'alpe Olano, che si stende ai piedi della Crus (il pizzo di Olano). Lo si raggiunge con una semplice e relativamente breve escursione dalle Tagliate, ma può anche diventare il punto culminante di un elegante anello escursionistico che parte e termina al Bar Bianco, sopra Rasura, e ci fa attraversare per due volte la Valle del Rio Fiume. Si tratta di una escursione che non richiede un particolare impegno e regala un'eccellente soddisfazione, per la panoramicità degli scenari.

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Bar Bianco-Alpe Olano-Tagliate di Sopra-Bar Bianco
2 h e 30 min.
350
E
SINTESI. Muniti di pass (acquistato al bar nella piazza centrale di Rasura) ci portiamo alla parte alta di Rasura, andando a sinistra (indicazioni per il Bar Bianco) e saliamo sulla carozzabile chiusa al traffico dei veicoli non autorizzati. Ad un bivio andiamo a sinistra. La salita termina al parcheggio appena sotto il rifugio Bar Bianco (m. 1506). Proseguiamo sul largo sentiero che sale all'alpe Culino e, superata una breve macchia di larici, sale ad intercettare un tratturo che corre quasi pianeggiante (nella salita, ignoriamo un sentiero secondario che si stacca sulla nostra sinistra). Prendiamo, ora, a destra, e raggiungiamo le baite quotate m. 1646, dove si trova una grande croce in legno. Sul prato dietro la baita con una targa, a monte, scorgiamo un masso sul quale è riportata l’indicazione “Cima Rosetta 124 B”, con un segnavia rosso-bianco-rosso. Lasciamo ora il tratturo, che volge qui a sinistra ed inizia la salita verso l’alpe Culino e rimontiamo il prato, su una traccia di sentiero molto debole, che ci porta ad un primo barìc sul quale è segnato un secondo segnavia. Poco più in alto, intercettiamo la Gran Via delle Orobie (GVO) segnalata da un cartello, che indica la partenza, sulla nostra destra, del sentiero che in un’ora porta all’alpe Tagliata. Imbocchiamo questo sentiero ed effettuiamo una traversata in un bosco di larici, verso ovest, guidati dai segnavia della GVO. Ignoriamo due deviazioni che scendono alla nostra destra e giungiamo ad una radura, con lo scheletro di un larice solitario bruciato da un fulmine ed una baita solitaria, sulla quale è scritto “GVO” e “1680”. Dalla baita non proseguiamo diritti, ma scendiamo, sulla verticale, al torrente “Rio Fiume”. Sul lato opposto troviamo un paletto con segnavia, che segnala la prosecuzione della G.V.O. (il sentiero, in questo tratto, praticamente non si vede). Invece di seguirla, verso destra, saliamo stando a sinistra, in direzione ovest, sul fianco erboso del dosso, fra radi larici; dopo breve salita, raggiungiamo il filo del dosso, e qui troviamo un sentiero che lo percorre, salendo fin qui dalla cima del monte Olano (m. 1702). Lo seguiamo salendo verso sinistra (sud) fino alle tre baite della casera di Olano (m. 1792). Ora scendiamo verso nord, in direzione del limite dell'alpe, con una grande croce in legno. Raggiungiamo così il ripiano con una pozza, una fontana ed una croce in legno: si tratta del monte Olano (m. 1702). Scendiamo ora sul ripido crinale erboso, puntando ad una seconda fontana e da questa sul limite del bosco, su debole traccia. Nel bosco di larici la traccia diventa marcata. Superata la radura della località Barico (Barìc, m. 1451), rientriamo nel bosco ma poco dopo usciamo alla parte alta dei prati delle Tagliate di Sopra. Ora cerchiamo sulla destra il cartello che segnala la partenza del sentiero per il Bar Bianco (sentiero 141 per l'alpe Culino). Il sentiero entra subito nel bosco ed attraversa la valle del Rio Fiume verso est, salendo gradualmente, e termina intercettando all'ultimo tornante dx la pista che sale al Bar Bianco. Dopo breve salita, torniamo al Bar Bianco (o scendiamo appena sotto al parcheggio).


Apri qui una panoramica dal sentiero a monte del Bar Bianco

Per effettuare l'anello acquistiamo il pass di accesso al bar nella piazza centrale di Rasura (appena sopra la chiesa) e portiamoci nella parte alta del paese, dove troviamo subito un primo bivio, al quale prendiamo a sinistra, seguendo le indicazioni per il rifugio Bar Bianco. Saliamo, così, lungo una strada asfaltata, che, dopo poche centinaia di metri, ci porta, oltrepassata l'edicola del Parco delle Orobie Valtellinesi (a 890 metri, in località Piazza), ad un primo tornante destrorso. Qui troviamo un cartello che indica la chiesetta di san Rocco: vale la pena di lasciare per una decina di minuti l'automobile e, seguendo un comodo sentiero in leggera salita, raggiungere la bella chiesetta, edificata nel 1613 e restaurata nel 1995. Alla chiesetta giunge anche una bella mulattiera che parte dal paese, e che è segnalata come percorso di mountain-bike. Torniamo, quindi, all'automobile.


Partenza del Sentiero per l'Alpe di Olano

Nella salita successiva troviamo il divieto di transito per i veicoli non autorizzati e dopo 2 km circa da San Rocco giungiamo ad un secondo bivio, al quale ignoriamo la stradina che, verso destra, supera il torrente Il Fiume e raggiunge i maggenghi di Ronchi, Corte e Tagliate, dai quali si può salire all'alpe Olano; proseguiamo, invece, verso sinistra, incontrando, in successione, i cartelli che segnalano i maggenghi di Ova, Larice e Ciani. In località Ciani termina la strada asfaltata, ed inizia un tratto in sterrato, che porta al parcheggio del rifugio (ora agriturismo) Bar Bianco (m. 1506): il percorso complessivo dalle case alte di Rasura al rifugio è di circa 6 km, e rappresenta anche un ottimo itinerario di mountain-bike. Possiamo, dunque, portarci fin qui con l’automobile, per poi cominciare l'escursione.
Ora inizia la salita, ripida, su un tratturo che parte dai prati a monte del rifugio, e, superata una breve macchia di larici, sale ad intercettare un tratturo che corre quasi pianeggiante (nella salita, ignoriamo un sentiero secondario che si stacca sulla nostra sinistra). Prendiamo, ora, a destra, e raggiungiamo le baite quotate m. 1646, dove si trova una grande croce in legno ed una targa in memoria di Silvano Piganzoli, scomparso prematuramente nel 2002. Sul prato dietro la baita con la targa, a monte, scorgiamo un masso sul quale è riportata l’indicazione “Cima Rosetta 124 B”, con un segnavia rosso-bianco-rosso. Lasciamo ora il tratturo, che volge qui a sinistra ed inizia la salita verso l’alpe Culino (“cülign”, toponimo che deriva da "aquilino"; si tratta della seconda possibile via di salita) e rimontiamo il prato, su una traccia di sentiero molto debole, che ci porta ad un primo barìc (edificio costituito dal solo abbozzo delle mura perimetrali: il tetto era costituito da un telo che i pastori portavano con sé) sul quale è segnato un secondo segnavia.


Traversata all'alpe Olano

Poco più in alto, intercettiamo la Gran Via delle Orobie (meglio, la sua sezione occidentale, il Sentiero Andrea Paniga), segnalata da un cartello, che indica la partenza, sulla nostra destra, del sentiero che in un’ora porta all’alpe Tagliata, in 2 all’alpe Piazza ed in 5 ore e 30 minuti all’alpe Legnone. Nella medesima direzione, seguendo il sentiero segnato 140, possiamo, invece, scendere al rifugio della Corte. Prima di lasciare il sentiero per la cima della Rosetta, diamo un’ultima occhiata alla testata della Val Gerola, a sud-est e sud, che si propone, da qui, quasi integralmente: a destra del lungo dosso di Bema (alle cui spalle occhieggiano le cime del versante orientale della Valle del Bitto di Albaredo), vediamo il monte Verrobbio (“la scìma” o, dal versante della Val Brembana, “piz de véròbi”, m. 2139), il pizzo della Nebbia (“piz de la piana”, m. 2243), i pizzi di Ponteranica (“piz de li férèri” o “piz ponterànica”, orientale, m. 2378, meridionale, m. 2372, occidentale, m. 2372), l’agile spuntone del monte Valletto (“ul valèt” o “ul pizzàl”, m. 2371), la compatta compagine della Rocca di Pescegallo (o Denti della Vecchia, “ul filùn de la ròca” o “denc’ de la végia”, cinque torrioni il più alto dei quali è quotato m. 2125 e che vengono visti come un unico torrione da Gerola, chiamato anche “piz de la matìna” perché il sole vi sosta, appunto, la mattina), i pizzi di Mezzaluna (“li mezzalüni”, vale a dire il pizzo di Mezzaluna, m. 2333, la Cima di Mezzo ed il caratteristico ed inconfondibile uncino del torrione di Mezzaluna, m. 2247), il pizzo di Tronella (“pìich”, m. 2311), il regolare ed imponente cono del pizzo di Trona (“piz di vèspui”, cioè il pizzo del vespro, sul quale il sole indugia la sera, m. 2510) ed infine uno spicchio del più famoso ma non evidente, per il suo profilo tondeggiante e poco pronunciato, pizzo dei Tre Signori (“piz di tri ségnùr”, m. 2554, chiamato così perché punto d’incontro dei confini delle signorie delle Tre Leghe in Valtellina, degli Spagnoli nel milanese e dei Veneziani nella bergamasca).


Alpe Olano

Dopo questa bella carrellata di cime, prendiamo a destra (direzione nord-ovest), entrando in un bel bosco di larici. Il sentiero, non largo, ma ben marcato, con i segnavia rosso-bianco-rossi della G.V.O., procede tranquillo, assumendo gradualmente un andamento verso ovest. Ignoriamo due deviazioni che scendono alla nostra destra e giungiamo ad una radura, con lo scheletro di un larice solitario bruciato da un fulmine ed una baita solitaria, sulla quale è scritto “GVO” e “1680”. Dalla baita non proseguiamo diritti, ma scendiamo, sulla verticale, al torrente “Rio Fiume” (che, più in basso, scorre fra Sacco e Mellarolo): sul lato opposto troviamo un paletto con segnavia, che segnala la prosecuzione della G.V.O. (il sentiero, in questo tratto, praticamente non si vede). Invece di seguirla, verso destra, saliamo, in direzione ovest, il fianco erboso del dosso, fra radi larici; dopo breve salita, raggiungiamo il filo del dosso, e qui troviamo un sentiero che lo percorre, salendo fin qui dalla cima del monte Olano (m. 1702). Procedendo verso sud si percorre l'itinerario che porta alla cima del pizzo di Olano.


Casera di Olano

Noi invece procediamo sulla via del ritorno del nostro anello e scendiamo verso nord, su terreno aperto, seguendo il sentierro che ci porta tranquillamente allo splendido poggio del monte Olano (m. 1702), dove troviamo ad attenderci una croce in legno, una fontana ed una pozza.


Casera di Olano

Il panorama verso nord è splendido: a destra della Costiera dei Cech distinguiamo la parte orientale del Gruppo del Masino, con la cima di Castello, la punta Rasica, i pizzo Torrone occidentale, centrale ed orientale, il monte Sissone, le cime di Chiareggio ed il monte Disgrazia, che spicca per dimensioni ed eleganza. Più ad est resta putroppo nascosta la testata della Valmalenco, mentre si distingue il gruppo Scalino-Painale.


Croce del monte Olano

Scendiamo ora sul ripido crinale erboso, puntando ad una seconda fontana e da questa sul limite del bosco, su debole traccia. Nel bosco di larici la traccia diventa marcata e porta, con rapida discesa, alla radura della località Barico (Barìc, m. 1541), chiamata così con riferimento alla caratteristica struttura alpestre costituita da quattro muretti a secco che costituiscono il perimetro di una rudimentale baita cui i pastori aggiungono un tetto mobile (di legno o in telo) quando, spostandosi nell’alpeggio, raggiungono la relativa zona. Rientriamo nel bosco ma poco dopo usciamo alla parte alta dei prati delle Tagliate di Sopra (m. 1450).


Pozza al monte Olano

Ora lasciamo il sentiero che scende deciso alle Tagliate di Sotto e cerchiamo sulla destra il cartello che segnala la partenza del sentiero per il Bar Bianco. Si tratta del cartello che segnala il sentiero 141 per l'alpe Culino, data ad un'ora. Ad abundantiam sul tronco di un abete al limite della pecceta troviamo un nuovo cartello, che allunga di 10 minuti il tempo della traversata. Sul sentiero troviamo anche qualche segnavia bianco-rosso. Nel primo tratto la traccia, sul prato, non è chiara, ma nella pecceta si fa marcata. Un po' più avanti troviamo una breve faggeta, poi usciamo all'aperto su traccia pià debole e superiamo un avvallamento appena accennato.


Sentiero Olano-Tagliate

Rientrati nel bosco, ritroviamo la traccia marcata e su un masso troviamo la doppia segnalazione, nelle due direzioni opposte, del rifugio Corte (alle Tagliate di Sotto) e del Bar Bianco. Più avanti siamo al centro della valle del Rio Fiume, e lo attraversiamo su un ponticello in legno. Rientrati nella pecceta, procediamo sempre in piano o in leggera salita, incontrando un cartello che dà il rifugio della Corte, nella direzione opposta alla nostra, a 40 minuti. Poco più avanti il sentiero termina intercettando all'ultimo tornante dx la pista che sale al Bar Bianco. Dopo breve salita, torniamo al Bar Bianco (o scendiamo appena sotto al parcheggio).


Sentiero Tagliate-Bar Bianco

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