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Vi ritrovate
nel cuore della stagione estiva e l’idea di un’escursione
su sentieri battuti da turbe di vacanzieri vocianti vi fa venire
il mal di stomaco? Amate wilderness e solitudine a pochi passi da
un centro nel quale lasciare l’automobile? Ecco una proposta
di escursione nel cuore delle Orobie meno conosciute, un anello
che ha come baricentro il pizzo di Presio (m. 2391), cima nella
quale convergono il versante orobico che guarda alla media Valtellina,
sopra Colorina, la val Vicima (laterale della Val di Tàrtano)
e la valle di bernesca, laterale della Val Madre. |
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Esistono
due possibilità: se abbiamo a disposizione due giorni, possiamo
chiudere un bel circuito con partenza ed arrivo a Colorina (m. 295). |
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In caso
contrario, dobbiamo avere a disposizione due automobili, lasciarne
una a Colorina, salire con la seconda a Campo Tàrtano e da
qui cominciare la lunga escursione. Nel primo caso, dedichiamo la
prima giornata ad una bella traversata che da Colorina ci porta
a Campo Tartano, dove possiamo pernottare. Ci
sono, anche in questo caso, due possibilità. Raggiunta Colorina
(staccandosi dalla ss. 38 al passaggio a livello di San Pietro di
Berbenno, fra Morbegno e Sondrio, procedendo in direzione di
Fusine, deviando a destra ed attraversando un ponte con archi), |
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possiamo
incamminarci, seguendo la Pedemontana Orobica, verso ovest, alla
volta del paese di Sirta, che raggiungiamo dopo aver attraversato
Valle di Colorina (passando proprio davanti al Santuario del Divin
Prigioniero, edificato negli anni venti del secolo scorso a memoria
di tutti i caduti in azioni di guerra o in prigionia) e Selvetta,
centro amministrativo del comune che comprende anche Sirta stessa. |
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Dalla chiesa
di San Giuseppe di Sirta, caratterizzata dal grande e ben visibile
cupolone, |
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parte la
Via per Sostìla, che si addentra nella nascosta e selvaggia |
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val Fabiòlo |
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(di qui passava, anticamente, il torrente Tartano, prima che i fenomeni erosivi disegnassero il suo attuale
tracciato), |
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risalendola
interamente, oltrepassando alcune cappellette |
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e passando
accanto alla selvaggia cascata del torrente Assola, |
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fino a
raggiungere la sella erbosa che introduce alla bassa Val di Tartano. |
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Ci ritroviamo,
così, fra la frazione di Somvalle (m. 1082), alla nostra sinistra
(che appartiene al comune di Selvetta), e quella di Case, alla nostra
destra (nel territorio del comune di Tartano). |
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Pochi passi
ancora, sulla strada asfaltata, verso destra, e siamo a Campo Tàrtano
(m. 1049), dove possiamo pernottare all’albergo Miralago.
La salita da Colorina a Tartano richiede, con questo itinerario,
circa tre ore e mezza, necessarie per superare 780 metri circa di
dislivello. |
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A Campo Tartano si può anche
salire, qualora si avesse a disposizione una sola giornata, staccandosi
dalla ss. 38 appena prima (per chi procede in direzione di Milano)
appena prima del viadotto sul torrente Tàrtano; percorso un tratto
della provinciale Pedemontana orobica, la si lascia per imboccare,
sulla destra, per imboccare la strada estremamente panoramica |
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che risale, con diversi tornanti,
l'aspro fianco del Crap del Mezzodì, |
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fino a raggiungere il paese.
Ma,
con due giornate a disposizione, possiamo anche scegliere un itinerario
più elaborato ed interessante per portarci da Colorina a
Campo. |
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Si
tratta di una bella traversata del lungo fianco montuoso che sovrasta
gli abitati di Colorina, Selvetta e Sirta. A Colorina, invece di
imboccare la Pedemontana orobica, cerchiamo la strada sterrata che
si trova immediatamente ad ovest del ponte che attraversa il torrente
Presio (torrente che corre ad ovest del paese). La strada si addentra
nella selvaggia parte terminale del vallone di Presio, nel quale
confluiscono gli aspri Valgelli che caratterizzano questo tratto
del versante orobico. |
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Dopo
aver gettato un'occhiata al pizzo di Presio, che vediamo, in alto,
alla nostra sinistra, imbocchiamo, invece, la prima deviazione a
destra, che in breve ci porta alla partenza di una mulattiera sfruttando
la quale saliamo, gradualmente, in direzione di Ròdolo (m.
676), |
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un bel
nucleo abitato di cui raggiungiamo, superato un ultimo prato, le
case sul lato orientale. Intercettata la strada che, verso est (sinistra),
porta alle baite di Corna in Monte (m. 910, località che
merita di essere visitata, magari salendo dal fondovalle –
cioè da Selvetta - in mountain-bike, per scoprire, fra l'altro,
una bellissima chiesetta recentemente restaurata), |
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ci dirigiamo
in direzione opposta e, attraversato il paese, scendiamo, per un
tratto, sulla strada asfaltata che conduce a Selvetta, sul fondovalle.
Troviamo ben presto la deviazione che, verso sinistra, sale verso
Alprato ed Alfaedo. Ad un bivio, prendiamo a sinistra, |
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seguendo
le indicazioni per Alfaedo (m. 803), altro bellissimo paesino collocato
su un poggio panoramico dal quale si gode di una suggestiva visuale
sulla della piana della Selvetta e sul versante retico sovrastante.
Per raggiungere il paese ignoriamo la deviazione a sinistra che
sale alla Casa degli Alpini.
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A
questo punto cerchiamo, immediatamente ad ovest della bella chiesetta
di san Gottardo, |
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un sentierino
che sale, ripido, nel bosco, puntando a sud. Dopo un breve tratto
nel bosco, il sentiero intercetta una strada sterrata che scende
verso la località Ronco. Prima di raggiungerla, imbocchiamo, sulla
sinistra, un secondo sentiero che, passando a monte della baite
di Ronco (m. 943) e fiancheggiando una bella pineta, rientra nel
bosco e comincia a salire verso sud ovest, |
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fino a
raggiungere il piede dell'ultimo gradino roccioso del versante orobico,
che viene superato con alcuni secchi tornanti |
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(nei punti
più esposti |
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si trovano
preziosi corrimano). |
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Raggiungiamo,
così, una suggestiva bocchetta che, a quota 1070, introduce,
con un breve corridoio, alla val Fabiòlo. |
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Siamo nella
parte alta del sul suo fianco orientale, sul limite superiore di
un ampio prato caratterizzato dalla presenza di un curiosissimo
edificio, la Casa Rotonda, che forse, in tempi remoti, fungeva da
torretta di avvistamento. Dal prato della Casa Rotonda si vede,
in particolare, Somvalle, posta alla sommità della val Fabiolo,
mentre verso ovest (a destra dell’evidente Sella di Campo,
posta sopra il paesino di Sostila, sul lato opposto della val Fabiolo)
è ben visibile il Crap del Mezzodì, l’arrotondata
e brulla formazione rocciosa che chiude, ad occidente, la valle.
Il Crap nasconde il fondovalle della bassa Valtellina, mentre alle
sue spalle si disegnano, lontane, le cime della bassa Valchiavenna
e dell’alto Lario. Alla loro sinistra, fa capolino l’inconfondibile
corno del monte Legnone e, ancora più a sinistra, occhieggiano
le cime del fianco occidentale della Val Gerola. |
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Dal prato,
seguendo un sentiero che ne percorre a monte il lato più
alto, per poi scendere con rapidi tornanti, si raggiunge, in breve,
la località Motta (m. 934), le cui antiche abitazioni suscitano
la sensazione di un tempo sospeso. Il sentiero prosegue verso sud
e conduce, dopo qualche tornante sull’aspro fianco della valle
(con un tracciato protetto, in qualche punto esposto, da corrimano),
al suo fondo, dove intercettiamo l’elegante mulattiera che
sale da Sirta a Somvalle. Ci troviamo ad 821 metri, approssimativamente
a metà strada fra la località Bores, a valle, e le
baite della Sponda (m. 908), più a monte. Percorrendo la
mulattiera verso sinistra, raggiungiamo queste ultime e, proseguendo,
guadagniamo, infine, la sella poco oltre la quale ci attende la
meta, Campo Tàrtano. Questa seconda possibilità comporta
un cammino di circa quattro ore e mezza ed un dislivello in salita
di circa 1000 metri. E' possibile pernottare qui presso l'albergo
Miralago (tel.: 0342 645052). Per scoprire cosa riserva il secondo
giorno di cammino (o il primo, per chi preferisce salire a Campo
in automobile), apri la relativa presentazione. |
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Un'ultima variante nel percorso
su due giornate: chi sale dalla Sirta in val Fabiolo, può lasciare
la mulattiera quando trova, sulla destra, il sentiero per Sostila,
piccolo gruppo di baite che si anima durante l'estate. |
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Proseguendo oltre il paese,
si raggiunge il crinale che separa la valle dalla bassa Valtellina. |
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Ci troviamo a monte dell'arrotondata
e brulla cima del Crap del Mezzodì: |
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alla nostra sinistra, troviamo
un sentierino, dalla traccia incerta, che risale il crinale, |
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attraversando una bellissima
macchia di betulle, |
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fino a raggiungere, aggirata
sulla sinistra un'ultima fascia di rocce e percorsa per un buon
tratto (evitando una deviazione a destra) una pineta, la croce che
sovrasta, a 1300 metri circa, Campo Tartano. A destra della croce
un ripido sentiero conduce, in breve, al paese. |
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