Per completare l'anello della Val di Tartano, dobbiamo saldare l'anello Val Lunga-Val Corta all'anello Val di Lemma-Val Budria.
Torniamo dunque alla casera di lemma Alta (m. 1986) e, invece di scendere verso il fondovalle, seguiamo il sentiero che, aggirando un ampio dosso, ci porta all'alpe gemella che chiude ad occidente l'alta val di Lemma.
Si tratta dell'alpe di Sona di Sopra (m. 1900), alla quale si può salire anche direttamente dal fondo della val di Lemma, varcando il torrente su uno dei ponti che si incontrano poco distanti dal sentiero che la percorre. Questo itinerario, compiuto autonomamente partendo dalla frazione Biorca di Tartano, costituisce propriamente l'anello Val di Lemma-Val Budria, o anello della Val Corta.

Seguendo i segnavia bianco-ossi della GVO (cioè della Gran Via delle Orobie), saliamo verso una bocchetta costituita da una sella erbosa sul crinale che separa la val di lemma dalla val Budria.
Poco sotto la bocchetta troviamo una piccola baita (m. 2140).
  Dalla bocchetta ci appare l'intera alta val Budria e lo sguardo raggiunge subito la più ampia sella che si trova sul suo lato opposto, cioè occidentale, il passo di Lemma.
 

 

 

Un comodo e bel sentiero, che costituisce un tratto della Gran Via delle Orobie, percorre l'intero balcone terminale della val Budria, in direzione del passo, oltrepassando la conica cima del pizzo del Vento (vedi foto a destra).

 

 

 

 

Durante la marcia di avvicinamento al passo possiamo gustare questo eccellente panorama sulla val Budria.
 








 Il sentiero ha un andamento sostanzialmente pianeggiante, fino alla conca posta proprio sotto il passo: qui devia a destra, raggiunge una baita e comincia a salire, con traccia incerta e ripida, fino al crinale, cioè 2234 metri del passo.






Oltre il passo, il panorama è veramente ampio e suggestivo: possiamo passare in rassegna, ad occidente, tutte le cime del lato ovest della Val Gerola.

 

 







Sotto di noi, la valle di Pedena, laterale di destra della valle del Bitto di Albaredo. Possiamo scendere (seguendo però con attenzione i segnavia rosso-bianco-rossi, non quelli bianco-rossi della GVO) fino alla casera di Pedena ed alla strada che da Albaredo sale al passo di san Marco.
Più a destra scorgiamo la bassa Valtellina e l'imbocco della Valchiavenna.





Ora possiamo tornare sui nostri passi, cioè alla baita dei Pradelli di Pedena, per poi scendere, su traccia di sentiero incerta (o anche a vista, rimanendo a destra di una grande ganda) fino alle baite di Saroden (m. 1974).
 



Qui dobbiamo cercare, scendendo ancora un po' verso sinistra, l'imbocco del sentiero che, con qualche tornante nella bassa boscaglia, permette di aggirare sul fianco occidentale l'ultimo gradino roccioso della valle.
Durante la discesa, su una bella mulattiera, superiamo anche qualche torrentello, per poi raggiungere l'ampio pianoro dell'alpe di val Budria (m. 1488). Qui la traccia si fa di nuovo incerta, ma possiamo proseguire facilmente puntando in direzione della ben visibile casera.
Il sentiero prosegue oltre la casera, scendendo dolcemente, mentre alle nostre spalle la testata della val Budria si allontana gradualmente.
 

Oltrepassate le contrade di
Baitane e Bratta, in contrada Bagini raggiungiamo il ponte collocato in corrispondenza della congiunzione di val di Lemma e val Budria, ponte che si raggiunge scendendo dalla val di Lemma quando si effettua l'anello val Lunga-Val Corta (vedi presentazione precedente). Il sentiero diventa quindi una strada sterrata che conduce al parcheggio presso la contrada Biorca (vedi foto), dal quale saliamo in breve a Tartano. Se non abbiamo lasciato qui l'automobile,
non ci resta che
percorrere a piedi la strada
della val Lunga per andare
a recuperarla.
L'intero anello della Val Tartano,
illustrato in queste due presentazioni,
richiede circa 12-13 ore di cammino, una fatica improba, ma anche un'esperienza indimenticabile.

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