Il rifugio ANA di Piateda alle Piane

DAL GAGGIO DI PIATEDA ALLE PIANE E AD ARMISOLA

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Gaggio di Piateda-Le Piane-Armisola
2 h
600
E

SINTESI. Lasciamo la ss 38 dello Stelvio prendendo a destra alla prima rotonda dopo Sondrio (per chi procede verso Bormio). Proseguendo diritti verso sud, intercettiamo la strada Pedemontana che passa per Piateda, presso la chiesa parrocchiale. Prendiamo a destra (est) e poi, dopo breve tratto, lasciamo la Pedemontana prendendo a destra per imboccare la strada che sale alle frazioni alte sopra Piateda. Oltrepassata Piateda Alta (a 6,2 km da Piateda), raggiungiamo il Gaggio (m. 1020), dove si trova un piccolo bacino idroelettrico. Al Gaggio troviamo il cartello di divieto di transito per i veicoli non autorizzati. Parcheggiamo dunque qui, ad uno slargo nel quale troviamo un’edicola del Parco delle Orobie Valtellinesi, e ci incamminiamo sempre sulla strada che prosegue nella salita, passando per il Dosso del Sole (m. 1280l). Qui ad un bivio prendiamo dunque a sinistra e proseguiamo circondati da boschi prevalentemente di abeti, fino al bivio ad una quota di poco inferiore ai 1500 metri. Qui lasciamo alla nostra destra la pista che si dirige verso Legnomarcio e proseguiamo a sinistra. Dopo un ultimo traverso raggiungiamo la parte bassa dei prati delle Piane, seguendo la pista fino al termine, al rifugio dell’Associazione Nazionale Alpini di Piateda (m. 1530). Dal rifugio saliamo ora su un tratturo lungo i prati, in diagonale verso sinistra (sud-est), puntando al limite del bosco. Giunti all’abetaia, troviamo un marcato sentiero che sale gradualmente verso nord-est, per poi uscire all’aperto in vista dell’ampia conca che ospita l’alpe Armisola. Proseguiamo su una lunga passerella in legno, raggiungiamo un ponte in legno che ci fa oltrepassare il torrente Serio. Sul lato opposto procediamo verso sinistra ed in breve siamo al baitone dell’alpe Armisola (Armisöla, m. 1629).


Il bacino del Gaggio sopra Piateda

Una delle più semplici camminate sul versante orobico a monte di Piateda ha come meta l’alpe delle Piane, dove si trova anche il rifugio ANA delle Piane. Da qui l’escursione può essere piacevolmente prolungata fino all’alpe di Armisola ed anche oltre, chiudendo interessanti anelli escursionistici che permettono di godere delle splendide abetaie che circondano l’alta Valle del Serio.
Per effettuare l’escursione lasciamo la ss 38 dello Stelvio prendendo a destra alla prima rotonda dopo Sondrio (per chi procede verso Bormio). Proseguendo diritti verso sud, intercettiamo la strada Pedemontana che passa per Piateda, presso la chiesa parrocchiale. Prendiamo a destra (est) e poi, dopo breve tratto, lasciamo la Pedemontana prendendo a destra per imboccare la strada che sale alle frazioni alte sopra Piateda. Passiamo così per Dosso e Previsdomini (a 4 km da Piateda), raggiungendo alla contrada Monno (5 km da Piateda), ad un tornante sx, lo svincolo a destra per la Val Venina, che ignoriamo, proseguendo sulla strada principale, che raggiunge Piateda Alta (a 6,2 km da Piateda), dove passiamo a sinistra della bella chiesa di S. Antonio. Era questo, in passato, il nucleo principale di Piateda, prima che il primato passasse al Piano.
La strada, più stretta, prosegue, passando per Bessega e raggiungendo il Gaggio (Ul Gasc’, m. 1020, a 3 km da Piateda Alta), dove si trova un piccolo bacino idroelettrico (Ul Bacìi) e dove partono le condotte forzate che scendono alla centrale di Venina.


Le Piane

Questo luogo è legato ad una singolare storia: vi furono nascoste, in una struttura apposita, alcune casse con la scritta “motori”, che contenevano in realtà le vetrate del Duomo di Milano, smontate per sottrarle ai bombardamenti e portate fin qui per iniziativa della famiglia Falck. Ovviamente, terminata la guerra le vetrate furono ricollocate nel Duomo.
Al Gaggio troviamo il cartello di divieto di transito per i veicoli non autorizzati. Parcheggiamo dunque qui, ad uno slargo nel quale troviamo un’edicola del Parco delle Orobie Valtellinesi, e ci incamminiamo sempre sulla strada che prosegue nella salita, con sfondo in asfalto ed in cemento (prevalentemente sterrata dopo i 1150 m. circa). Teniamo però presente che fino alle Piane ed al rifugio ANA possiamo salire in automobile, previo acquisto del pass giornaliero al Bar presso la chiesa parrocchiale di Piateda.
Ignorate alcune piste secondarie, intorno ai 1280 metri usciamo dal bosco ai luminosi prati che si sono meritati la denominazione di Dosso del Sole (Dos dal Suul). Qui troviamo un bivio con i cartelli che indicano Le Piane km. 3 proseguendo a sinistra, Corne km. 2 e Campiolo km 3 proseguendo diritti. Prendiamo dunque a sinistra e proseguiamo circondati da boschi prevalentemente di abeti, fino al bivio ad una quota di poco inferiore ai 1500 metri. Qui lasciamo alla nostra destra la pista che si dirige verso Legnomarcio e proseguiamo a sinistra.


Casa Orsatti

Dopo un ultimo traverso raggiungiamo la parte bassa dei prati delle Piane (li Piàani), notando una cappelletta e la singolare Casa Orsatti. Proseguendo sulla pista vediamo, alla nostra sinistra, su un dosso, l’edificio del rifugio dell’Associazione Nazionale Alpini di Piateda (m. 1530), posto in prossimità del termine della pista stessa, a monte di una pozza. L’edificio è stato costruito tra il 1984 ed il 1985 dal gruppo ANA di Piateda, grazie a circa 6000 ore di lavoro gratuito degli Alpini di Piateda, ed inaugurato nel giugno del 1986. Dispone di 30 posti-letto, è di solito aperto da luglio a metà settembre ed effettua su prenotazione servizio di ristorante. Sulla targa leggiamo “A Togni Vittore capogruppo dal 1973 al 1998. Gli alpini di Piateda in tuo ricordo. Le Piane 18-07-1999”. Siamo ad un maggengo già citato in documento del secolo XVI, per il quale passa il confine fra i comuni di Piateda e Ponte (ad est).


Apri qui una panoramica dal maggengo delle Piane

Dal rifugio saliamo ora su un tratturo lungo i prati, in diagonale verso sinistra (sud-est), puntando al limite del bosco, una splendida abetaia. Diritto davanti a noi, in alto, il pizzo di Rodes (“Ul Ròdes”, il cosiddetto “Cervino di Piateda”), ed alla sua sinistra la meno pronunciata punta di Santo Stefano. Alle nostre spalle, invece, verso nord, una splendida sequenza di cime. Da sinistra, i Corni Bruciati ed il monte Disgrazia (m. 3678), che da questo versante mostra la forma di un pizzo imponente, diversa da quella più spesso fotografata. Alla sua destra il più modesto pizzo Cassandra è seguito dalla rossa e sulfurea Val Sassersa, con il passo di Ventina, in alta Valmalenco. Procedendo sempre verso destra sono le cime dell’alta Valmalenco a mostrarsi, la massiccia punta di Fora (m. 3358), ed il pizzo Malenco (m. 3438). Il resto della testata della Valmalenco è quasi interamente nascosto dalla testata del versante retico sopra Tresivio, ma riescono ad affacciarsi il piz Roseg (m. 3936) ed il pizzo Bernina (m. 4051), il “quattromila” più orientale delle Alpi. Poi si propongono in primo piano le cime del versante retico sopra Tresivio e Ponte, dominate dall’appuntito profilo della vetta di Ron (m. 3137).


Il rifugio ANA di Piateda alle Piane

Giunti all’abetaia, troviamo un marcato sentiero che sale gradualmente verso nord-est, per poi uscire all’aperto in vista dell’ampia conca che ospita l’alpe Armisola. Proseguiamo su una lunga passerella in legno costruita per evitare di calpestare l’erba compromettendo alcune specie protette. La passerella porta ad un ponte in legno che ci fa oltrepassare il torrente Serio (Séri), che scende dall’alta Valle del Serio, chiamata Val Frègia. Sul lato opposto siamo nel territorio del comune di Ponte in Valtellina e troviamo due cartelli escursionistici, entrambi relativi al sentiero 260: quello di destra dà Piateda di Sotto a 40 minuti, la bocchetta di Santo Stefano a 2 ore e mezza ed il pizzo di Rodes a 4 ore, e quello di sinistra, che dà Grioni a 45 minuti, il lago di Santo Stefano ad un’ora e 45 minuti ed il lago di Sopra a 2 ore e mezza.
Procediamo verso sinistra ed in breve siamo al baitone dell’alpe Armisola (Armisöla, m. 1629).

GAGGIO - LE PIANE - ARMISOLA - GRIONI

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Gaggio di Piateda-Le Piane-Armisola-Grioni
3 h
950
E

SINTESI. Lasciamo la ss 38 dello Stelvio prendendo a destra alla prima rotonda dopo Sondrio (per chi procede verso Bormio). Proseguendo diritti verso sud, intercettiamo la strada Pedemontana che passa per Piateda, presso la chiesa parrocchiale. Prendiamo a destra (est) e poi, dopo breve tratto, lasciamo la Pedemontana prendendo a destra per imboccare la strada che sale alle frazioni alte sopra Piateda. Oltrepassata Piateda Alta (a 6,2 km da Piateda), raggiungiamo il Gaggio (m. 1020), dove si trova un piccolo bacino idroelettrico. Al Gaggio troviamo il cartello di divieto di transito per i veicoli non autorizzati. Parcheggiamo dunque qui, ad uno slargo nel quale troviamo un’edicola del Parco delle Orobie Valtellinesi, e ci incamminiamo sempre sulla strada che prosegue nella salita, passando per il Dosso del Sole (m. 1280l). Qui ad un bivio prendiamo dunque a sinistra e proseguiamo circondati da boschi prevalentemente di abeti, fino al bivio ad una quota di poco inferiore ai 1500 metri. Qui lasciamo alla nostra destra la pista che si dirige verso Legnomarcio e proseguiamo a sinistra. Dopo un ultimo traverso raggiungiamo la parte bassa dei prati delle Piane, seguendo la pista fino al termine, al rifugio dell’Associazione Nazionale Alpini di Piateda (m. 1530). Dal rifugio saliamo ora su un tratturo lungo i prati, in diagonale verso sinistra (sud-est), puntando al limite del bosco. Giunti all’abetaia, troviamo un marcato sentiero che sale gradualmente verso nord-est, per poi uscire all’aperto in vista dell’ampia conca che ospita l’alpe Armisola. Proseguiamo su una lunga passerella in legno, raggiungiamo un ponte in legno che ci fa oltrepassare il torrente Serio. Sul lato opposto procediamo verso sinistra ed in breve siamo al baitone dell’alpe Armisola (Armisöla, m. 1629). Qui ritroviamo i cartelli del sentiero 260, per Grioni, Santo Stefano ed il lago di Sopra, accanto al cartello del sentiero 264, ovvero la pista che scende a Briotti. Seguiamo il sentiero 260, che si addentra subito in un’abetaia e procede salendo verso nord-est e piegando gradualmente a destra, assumendo la direzione est. Sempre in graduale salita. Il sentiero attraversa una radura ed un avvallamento, proseguendo verso est, poi rientra nell’abetaia e piega ancora a destra, salendo verso sud-est. Fino a portarsi sul filo di un dosso e superare una valletta. Un’ultima breve salita porta al limite occidentale dei prati di Grioni (m. 1864). Al centro dei prati troviamo il rifugio Gino e Massimo.


Armisola

Ad Armisola ritroviamo i cartelli del sentiero 260, per Grioni, Santo Stefano ed il lago di Sopra, accanto al cartello del sentiero 264, ovvero la pista che scende a Briotti. Se vogliamo prolungare l'escursione, possiamo seguire il sentiero 260, che si addentra subito in un’abetaia e procede salendo verso nord-est e piegando gradualmente a destra, assumendo la direzione est. Sempre in graduale salita. Il sentiero attraversa una radura ed un avvallamento, proseguendo verso est, poi rientra nell’abetaia e piega ancora a destra, salendo verso sud-est. Fino a portarsi sul filo di un dosso e superare una valletta. Un’ultima breve salita porta al limite occidentale dei prati di Grioni (m. 1864).
Al centro dei prati troviamo il rifugio Gino e Massimo, aperto di sabato e domenica su prenotazione (se possibile entro venerdì), da effettuare telefonando al 3492515925, oppure inviando una mail all’indirizzo anto-mauto@hotmail.it Il rifugio ha una pagina dedicata su Facebook (Berniga Mauro – Rifugio Gino e Massimo) e dispone di 20 posti letto, corrente elettrica ed acqua. A lato si trova anche un piccolo locale adibito a bivacco e quindi sempre aperto, con due reti, qualche coperta ed una stufa.


Il rifugio Gino e Massimo a Grioni

Per apprezzare lo straordinario panorama di Grioni possiamo accomodarci sulla panchina sul limite basso dei prati, dove eccellente è il colpo d’occhio sul versante retico di Tresivio, Ponte in Valtellina e Chiuro. Ma per vedere di più dobbiamo salire di una ventina di metri a monte del rifugio oltre la recinzione che ne circonda l’area. Guardando a nord-ovest (sinistra) rivediamo un profilo che più volte si è proposto durante l’escursione, il torreggiante monte Disgrazia (m. 3678), che da questo versante mostra la forma di un pizzo imponente, diversa da quella più spesso fotografata. Alla sua destra il più modesto pizzo Cassandra è seguito dalla rossa e sulfurea Val Sassersa, con il passo di Ventina, in alta Valmalenco. Procedendo sempre verso destra sono le cime dell’alta Valmalenco a mostrarsi, la massiccia punta di Fora (m. 3358) e la famosa triade del pizzo Tremoggia (m. 3441), del pizzo Malenco (m. 3438) e della Sassa d’Entova (m. 3329). Il resto della testata della Valmalenco è quasi interamente nascosto dalla testata del versante retico sopra Tresivio, ma riescono ad affacciarsi il piz Glüschaint (m. 3594), La Sella (m. 3564 e 3554), il piz Roseg (m. 3936) ed il pizzo Bernina (m. 4051), il “quattromila” più orientale delle Alpi. Poi si propongono in primo piano le cime del versante retico sopra Tresivio e Ponte, dominate dall’appuntito profilo della vetta di Ron (m. 3137). Più a destra si domina un’ampia sezione della profonda Val Fontana, sorvegliata sul lato orientale dal pizzo Combolo (m. 2900). Ancora più a destra si intravvede uno spicchio della bassa Valle di Poschiavo.


Panorama dal rifugio Gino e Massimo (clicca qui per aprire)

ANELLO GAGGIO-LE PIANE-ARMISOLA-GRIONI-BRIOTTI-GAGGIO

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Gaggio di Piateda-Le Piane-Armisola-Grioni-Decauville-Briotti
6 h
950
E

SINTESI. Lasciamo la ss 38 dello Stelvio prendendo a destra alla prima rotonda dopo Sondrio (per chi procede verso Bormio). Proseguendo diritti verso sud, intercettiamo la strada Pedemontana che passa per Piateda, presso la chiesa parrocchiale. Prendiamo a destra (est) e poi, dopo breve tratto, lasciamo la Pedemontana prendendo a destra per imboccare la strada che sale alle frazioni alte sopra Piateda. Oltrepassata Piateda Alta (a 6,2 km da Piateda), raggiungiamo il Gaggio (m. 1020), dove si trova un piccolo bacino idroelettrico. Al Gaggio troviamo il cartello di divieto di transito per i veicoli non autorizzati. Parcheggiamo dunque qui, ad uno slargo nel quale troviamo un’edicola del Parco delle Orobie Valtellinesi, e ci incamminiamo sempre sulla strada che prosegue nella salita, passando per il Dosso del Sole (m. 1280l). Qui ad un bivio prendiamo dunque a sinistra e proseguiamo circondati da boschi prevalentemente di abeti, fino al bivio ad una quota di poco inferiore ai 1500 metri. Qui lasciamo alla nostra destra la pista che si dirige verso Legnomarcio e proseguiamo a sinistra. Dopo un ultimo traverso raggiungiamo la parte bassa dei prati delle Piane, seguendo la pista fino al termine, al rifugio dell’Associazione Nazionale Alpini di Piateda (m. 1530). Dal rifugio saliamo ora su un tratturo lungo i prati, in diagonale verso sinistra (sud-est), puntando al limite del bosco. Giunti all’abetaia, troviamo un marcato sentiero che sale gradualmente verso nord-est, per poi uscire all’aperto in vista dell’ampia conca che ospita l’alpe Armisola. Proseguiamo su una lunga passerella in legno, raggiungiamo un ponte in legno che ci fa oltrepassare il torrente Serio. Sul lato opposto procediamo verso sinistra ed in breve siamo al baitone dell’alpe Armisola (Armisöla, m. 1629). Qui ritroviamo i cartelli del sentiero 260, per Grioni, Santo Stefano ed il lago di Sopra, accanto al cartello del sentiero 264, ovvero la pista che scende a Briotti. Seguiamo il sentiero 260, che si addentra subito in un’abetaia e procede salendo verso nord-est e piegando gradualmente a destra, assumendo la direzione est. Sempre in graduale salita. Il sentiero attraversa una radura ed un avvallamento, proseguendo verso est, poi rientra nell’abetaia e piega ancora a destra, salendo verso sud-est. Fino a portarsi sul filo di un dosso e superare una valletta. Un’ultima breve salita porta al limite occidentale dei prati di Grioni (m. 1864). Al centro dei prati troviamo il rifugio Gino e Massimo. Se vogliamo tornare al Gaggio di Piateda effettuando un ampio anello, possiamo scendere da Grioni sfruttando la stretta pista che parte sul lato basso di destra (per chi guarda a nord) rispetto al rifugio. Dopo una discesa di circa mezzora, nella consueta cornice di alti abeti, la pista confluisce in una più ampia pista che sale ad Armisola partendo da Briotti (quindi fin qui possiamo scendere per via diretta, tagliando fuori Grioni, da Armisola, seguendo cioè le indicazioni del sentiero 164). Nella successiva discesa, con diversi tornanti, passiamo a valle di un’area attrezzata di sosta e raggiungiamo il maggengo di Pigolze (Pigolsi o Pigolse, m. 1271). Dopo altri tornanti superiamo su un ponte il torrente della Val Paiusa. A quota 1250 troviamo il parcheggio al quale termina la pista aperta al traffico libero da Briotti. Nella successiva discesa raggiungiamo la località Paiosa (Paiusa, m. 1134) ed un secondo parcheggio (m. 1050). Qui prestiamo attenzione al cartello giallo con la scritta “Comune di Ponte in Valtellina. Briotti. Pista ciclabile ex decauville”. Qui dobbiamo lasciare la pista che prosegue scendendo leggermente verso Briotti, e dobbiamo prendere a sinistra, seguendo la decauville che procede in piano verso sud-ovest.  Il ritorno al Gaggio di Piateda sfrutta infatti la decauville, che procede in piano verso sud-ovest e poi ovest, ed attraversando la Val Granda e la Valle del Serio, con l’ausilio di alcuni ponticelli ed alcuni suggestivi tratti scavati a ridosso della roccia. Alla fine della traversata ci ritroviamo poco a monte del bacino del Gaggio di Piateda, ed intercettiamo la carozzabile nei pressi del parcheggio al quale abbiamo lasciato l’automobile.


Decauville

Se vogliamo tornare al Gaggio di Piateda effettuando un ampio anello, possiamo scendere da Grioni sfruttando la stretta pista che parte sul lato basso di destra (per chi guarda a nord) rispetto al rifugio. Dopo una discesa di circa mezzora, nella consueta cornice di alti abeti, la pista confluisce in una più ampia pista che sale ad Armisola partendo da Briotti (quindi fin qui possiamo scendere per via diretta, tagliando fuori Grioni, da Armisola, seguendo cioè le indicazioni del sentiero 164). Nella successiva discesa, con diversi tornanti, passiamo a valle di un’area attrezzata di sosta e raggiungiamo il maggengo di Pigolze (Pigolsi o Pigolse, m. 1271), dal nome curioso che rievoca ricordi infantili (“pigolza” è la voce dialettale che significa “altalena”). Dopo altri tornanti superiamo su un ponte il torrente della Val Paiusa. A quota 1250 troviamo il parcheggio al quale termina la pista aperta al traffico libero da Briotti. Nella successiva discesa raggiungiamo la località Paiosa (Paiusa, m. 1134) ed un secondo parcheggio (m. 1050). Qui prestiamo attenzione al cartello giallo con la scritta “Comune di Ponte in Valtellina. Briotti. Pista ciclabile ex decauville”.
Qui dobbiamo lasciare la pista che prosegue scendendo leggermente verso Briotti, e dobbiamo prendere a sinistra, seguendo la decauville che procede in piano verso sud-ovest.  Il ritorno al Gaggio di Piateda sfrutta infatti la decauville, che procede in piano verso sud-ovest e poi ovest, ed attraversando la Val Granda e la Valle del Serio, con l’ausilio di alcuni ponticelli ed alcuni suggestivi tratti scavati a ridosso della roccia. Alla fine della traversata ci ritroviamo poco a monte del bacino del Gaggio di Piateda, ed intercettiamo la carozzabile nei pressi del parcheggio al quale abbiamo lasciato l’automobile.


Decauville

CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri).

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