CARTA DEL PERCORSO - GALLERIA DI IMMAGINI


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Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Andalo-Piazzo-Avert-Revolido-Ponte delle Guardie-Andalo
5 h
650
E
SINTESI. Lasciamo la ss 38 alla rotonda dove il nuovo tracciato si innesta nell'antico, e seguiamo le indicazioni per Rogolo e Delebio, procedendo dunque verso ovest (Colico). Appena dopo lo svincolo per Rogolo, alla semicurva a destra in corrispondenza di un Ipermercato, lasciamo la strada prendendo a sinistra. Dopo un breve tratto diritti prendiamo a destra, imboccando una stretta e breve via fra le case di Andalo, poi subito a sinistra e di nuovo a destra. Giungiamo così al parcheggio ai piedi della chiesa parrocchiale, presso l'auditorium comunale (m. 282). Ci incamminiamo salendo alla piazza Beato Giovan Battista Scalabrini, dove troviamo il municipio ed il monumento ai caduti. Vicino al sagrato della chiesa di S. Abbondio parte un viottolo scalinato, che piega a destra e passando presso alcune abitazioni si immette poco sopra nella carrozzabile che parte dal limite occidentale del paese. Dopo un paio di tornanti ad un tornante dx troviamo il cartello di divieto di accesso ai veicoli non autorizzati ed un carrello che indica il Tempietto degli Alpini. Qui proseguiamo sulla carrozzabile, ignorando la mulattiera che se ne stacca sulla sinistra. Poco più avanti a sinistra della stradina asfaltata si stacca una mulattiera che per un tratto sale in parallelo. Seguendo l'una o l'altra, più in alto troviamo un cartello che segnala il tempietto degli Alpini. Stiamo sulla stradina, che assume un fondo sterrato e, dopo un tornante sx, ad un bivio andiamo destra, seguendo di nuovo il cartello del Tempietto degli Alpini. Poco più avanti la stradina diventa largo sentiero, che volge a sinistra e porta al limite inferiore dei prati del Piazzo (ciàz, o piazz, m. 466), dove si trova il Tempietto degli Alpini. Saliamo alle vicine baite e portiamoci sul lato opposto, dove troviamo un sentierino che scende ad intercettare la stradina che abbiamo lasciamo più in basso. Salendo per breve tratto ritroviamo la mulattiera: seguiamola passando a sinistra della parte alta dei prati del Piazzo. Intercettata di nuovo la stradina, siamo subito all'ultimo bivio con un pannello che illustra le principali possibilità escursionistiche della Val Lesina e due vecchi cartelli gialli della Comunità Montana di Morbegno (m. 620). Andiamo a sinistra seguendo la stradina. Ad un tornante dx la lasciamo seguendo un sentiero segnalato dal cartello "Gisöö del Solt", al quale saliamo dopo uno strappo (m. 668). Tornati sulla stradina, dopo pochi tornanti usciamo dalla selva alle baite dell'Avert (m. 840). La stradina le oltrepassa volgendo a destra e al secondo tornante sx vediamo un cartello che segnala sulla destra un sentiero per Revolido. Lasciamo la stradina ed imbocchiamo il sentiero che traversa, con qualche passaggio esposto, un ripido dosso. Ad un bivio stiamo a destra e scendiamo ad intercettare la mulattiera che abbiamo lasciato al bivio. Seguendola in salita e in piano siamo subito a Revolido (m. 883). Proseguiamo sul sentiero protetto e a tratti scavato nella roccia e giungiamo quasi in piano al ponte delle Guardie (m. 889). Tornati a Revolido, scendiamo seguendo la mulattiera che scende ripida e diritta, fino al bivio di quota 620. L'ultima parte della discesa avviene seguendo la mulattiera, ripida e diritta, o la stradina, che ci riportano ad Andalo.


Andalo Valtellino

Andalo Valtellino è un piccolo e simpatico comune sul versante orobico della bassa Valtellina, allo sbocco della Valle della Lesina (Lésna). Da qui parte una delle mulattiere che sale alla parte orientale della valle (alpe Mezzana ed alpe Stavello), agli alpeggi che storicamente hanno costituito una risorsa importante per Andalo ed il vicino paese di Rogolo. Senza giungere così in alto, possiamo impegnare qualche ora per scoprire angoli suggestivi sul versante medio-basso della montagna, gustando un panorama eccezionale su bassa Valtellina ed alto Lario e respirando atmosfere sospese in un tempo che non sa ancora troppo di modernità. L'escursione tocca infatti il poggio panoramico del Piazzo, con il Tempietto degli Alpini, il poggiolo sospeso su un dirupo del Sòlt, il maggengo ancor più panoramico dell'Avért ed il piccolo e suggestivo nucleo di Revolido, dove già la Val Lesina fa sentire il suo respiro selvaggio.


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Punto di partenza è il parcheggio appena sotto la chiesa parrocchiale di Andalo. Per raggiungerlo lasciamo la ss 38 alla rotonda dove il nuovo tracciato si innesta nell'antico, e seguiamo le indicazioni per Rogolo e Delebio, procedendo dunque verso ovest (Colico). Appena dopo lo svincolo per Rogolo, alla semicurva a destra in corrispondenza di un Ipermercato, lasciamo la strada prendendo a sinistra. Dopo un breve tratto diritti prendiamo a destra, imboccando una stretta e breve via fra le case di Andalo, poi subito a sinistra e di nuovo a destra. Giungiamo così al parcheggio ai piedi della chiesa parrocchiale, presso l'auditorium comunale (m. 282).


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Ci incamminiamo salendo alla piazza Beato Giovan Battista Scalabrini, dove troviamo il municipio ed il monumento ai caduti. Vicino al sagrato della chiesa di S. Abbondio parte un viottolo scalinato, che piega a destra e passando presso alcune abitazioni si immette poco sopra nella carrozzabile che parte dal limite occidentale del paese.
Dopo un paio di tornanti ad un tornante dx troviamo il cartello di divieto di accesso ai veicoli non autorizzati ed un carrello che indica il Tempietto degli Alpini. Qui proseguiamo sulla carrozzabile, ignorando la mulattiera che se ne stacca sulla sinistra. Poco più avanti a sinistra della stradina asfaltata si stacca una mulattiera che per un tratto sale in parallelo. Si tratta della storica mulattiera della Val Lesina, che sale diretta con tratti anche molto ripidi ed ha la tipica forma concava che facilita lo strascico del legname (localmente viene chiamata “vöga”).


Il Piazzo

Per diversi tornanti la carrozzabile la intercetta, per cui possiamo scegliere di salire per l'una o per l'alta via (e lo stesso vale ovviamente per la discesa). Sia che saliamo sulla stradina, sia che scegliamo la mulattiera, troveremo più in alto un pannello del Parco delle Orobie Valtellinesi, nel punto in cui la mulattiera lascia di nuovo la stradina, segnalata dai cartelli del sentiero 121 (per l'Avert, dato ad un'ora, la Cascina di Mezzana, data a 3 ore e 30 minuti e la baita del Sugherone, data a 4 ore e 40 minuti) e del sentiero 122 (per Masonaccia-Erdona, date a 2 ore, l'alpe Tagliata, data a 3 ore e l'alpe Piazza data a 3 ore e 40 minuti).
Vediamo sul muro a lato della stradina anche un cartello che segnala il Tempietto degli Alpini in località Piazzo, con la seguente descrizione: “Per lucalità Piazz m. 487 s.l.m. L'è en post duve el canta el pigazz. Anca se l'è miga tant a volt l'è en post cun un gran regort el tempiet in memoria dei so Andales che en di deu gueri iè più turna al paes”.


Tempietto degli Alpini

Stiamo sulla stradina, che assume un fondo sterrato e, dopo un tornante sx, ad un bivio andiamo destra, seguendo di nuovo il cartello del Tempietto degli Alpini. Poco più avanti la stradina diventa largo sentiero, che volge a sinistra e porta al limite inferiore dei prati del Piazzo (ciàz, o piazz, m. 466). Seguendo un sentierino tagliamo a sinistra, restando bassi rispetto alle baite, e ci portiamo al tempietto degli Alpini, preannunciato dai cartelli.
Al suo interno due targhe riportano i medesimi nomi dei caduti Andalesi nelle due Guerre Mondiali che si leggono sul monumento vicino alla chiesa di Andalo. È giusto ricordarne i nomi. Nella prima guerra mondiale caddero Dell'Oca Enrico di Vittorio, Raimondi Michele Giovanni fu Battista, Guzzi Giovanni di Matteo, Margolfo Luigi di Giuseppe, Greco Vittorio di Giulio, Dell'Oca Antonio Rodolfo fu Pietro, Margolfo Emilio di Battista, Margolfo Carlo di Giuseppe, Margolfo Tranquillo di Angelo, Spolini Arturo di Battista, Girolo Cesare di Santino. I morti nella seconda guerra mondiale furono Dell'Oca Silvio di Antonio, Dell'Oca Ettore fu Giovanni, Albarella Gino di Felice, Dell'Oca Delfino fu Pietro, Margolfo Mansueto fu Fermo, Spolini Pio fu Samuele. Risultarono, infine, dispersi Dell'Oca Enzo fu Rodolfo, Morsetti Vittorino fu Giovanni, Morsetti Clito fu Giovanni, Alberti Bruno fu Domenico, Mariana Livio fu Felice, Girolo Armando fu Virginia.


Il Tempietto degli Alpini

Il Piazzo è in posizione molto panoramica, nonostante la quota relativamente bassa. A nord-ovest lo sguardo raggiunge l'estrema propaggine del lago di Como, nella cornice del pizzo Ledù del monte Berlinghera. Più a destra vediamo l'intera Costiera dei Cech, mentre a sinistra, cioè ad ovest, vediamo il lungo dosso boscoso che da Delebio sale all'alpe Legnone, e in alto, appena occhieggiante, la cima del monte Legnone.
Saliamo alle vicine baite e portiamoci sul lato opposto, dove troviamo un sentierino che scende ad intercettare la stradina che abbiamo lasciamo più in basso. Salendo per breve tratto ritroviamo la mulattiera: se decidiamo di seguirla salendo a destra passiamo a sinistra della parte alta dei prati del Piazzo, e possiamo ancora gettare un occhio sulla bassa Valtellina. Saliamo ancora per un buon tratto, incontrando un paio di segnavia rosso-bianco-rossi con la numerazione “8”.
Intercettata di nuovo la stradina, siamo subito all'ultimo bivio: qui (m. 620) le due vie si separano irrevocabilmente. Vi troviamo un pannello che illustra le principali possibilità escursionistiche della Val Lesina e due vecchi cartelli gialli della Comunità Montana di Morbegno. Uno segnala che restando sulla destra, cioè sulla mulattiera, saliamo in 2 ore alla casera Mezzana ed in 3 ore e 30 minuti all'alpe Piazza. L'altro indica che restando invece sulla stradina, che va a sinistra, saliamo alle Masonacce in un'ora e 20 minuti e ad Erdona in un'ora e 30 minuti.
Restiamo sulla stradina, che ora è ridotta a carrareccia, che alterna tratti con fondo in cemento ad altri in cui il fondo è piuttosto rovinato. L'origine della pista è militare, e questo spiega l'andamento abbastanza regolare nella pendenza. Si susseguono i tornanti all'ombra di una selva. Qua e là le piante si diradano e regalano un bel colpo d'occhio su Rogolo. Ad un tornante dx troviamo un cartello che segnala un sentiero che si stacca dalla pista sulla sinistra ed indica il Gisöö del Solt.


Il Gisöö del Solt

Imbocchiamo il sentiero che, dopo un tratto in piano, propone una rampa che ci porta ad un poggiolo circondato dalla selva. Qui troviamo il Gisöö del Solt (m. 668), cioè la cappelletta con la raffigurazione di un crocifisso, restaurata nel giugno 2010 dagli Alpini di Andalo. Sotto, una targa con la scritta “Sei sempre con noi Gian Franco Mariana N. 7-3-57 M. 16-10-87 Gli amici del Trial 16-10-88” La cappelletta è sulla soglia di un dirupo, e questo giustifica il nome del luogo. Ottimo anche da qui il panorama. Il sentiero riprende nella selva. Si tratta dell'antico sentiero per l'Avert. Siccome in alcuni punti non è chiaro, ci conviene ridiscendere alla stradina e riprendere la salita seguendola.


L'Avert

Dopo alcuni tornanti usciamo di nuovo dalla selva passando sotto la passerella in cemento di un'abitazione e raggiungendo lo splendido maggengo dell'Avèrt, che, come suggerisce il nome, si stende su una fascia di prati in posizione aperta e panoramica, a circa 840 metri. Il panorama si fa ancora più ampio: da qui a destra della Costiera dei Cech vediamo anche una porzione del monte Disgrazia ed i Corni Bruciati.
La stradina qui ha un fondo erboso e passa fra le baite. Volgendo a destra lascia il maggengo e riprende a salire nella selva. Al secondo tornante sx un cartello segnala la partenza di un sentiero che se ne stacca sulla destra, ed indica che esso porta in 35 minuti a Revolido (mentre la pista sale in 35 minuti ad Erdona).


Revolido

Lasciamo la pista ed imbocchiamo il sentiero, che taglia un versante ripido con diversi punti esposti (il fondo è sempre buono, ma l'attenzione sempre necessaria). Superata una valletta, proseguiamo con qualche saliscendi, sempre all'ombra della selva. Dopo un tratto esposto protetto da una fettuccia, iniziamo una graduale discesa e ad un bivio stiamo a destra, intercettando poco dopo la mulattiera lasciata al bivio più in basso. La seguiamo nell'ultimo tratto di salita, cui segue un tratto in piano.
Le piante si diradano e ci accolgono le baite di Revolido (revulìì, m. 880), abbarbicate sul ripido versante che precipita sul fondo della Val Lesina. Un tempo questo era un maggengo, o maggese, ma ora i ripidi prati se li è ripresi il bosco. Con tre quarti d'ora supplementari possiamo percorrere lo straordinario sentiero, con tratti scavati nella roccia, che prosegue verso l'interno della valle e porta al ponte delle Guardie o della Rasega (m. 889), procedendo sostanzialmente in piano, protetto da corrimano.


Sentiero Revolido-Ponte delle Guardie

Proprio questo sentiero fu lo scenario di un epico scontro fra le incarnazioni delle due anima della valle, quella dell'alpeggio e quella della natura selvaggia. Un toro ed un orso si trovarono muso a muso sul sentiero, che era troppo stretto perché passassero entrambi. Fu scontro per la vita e per la morte. L'orso si rizzò in piedi avventandosi sul toro, ma non aveva previsto che questi abbassasse il muso e da sotto gli infilasse le corna nel ventre. L'orso urlò forte e cercò di ferire con gli artigli il toro, ma questi, per quanto ferito, non lasciò la presa, anzi puntò le zampe per tenere inchiodato l'orso contro la roccia. Così l'orso perse gradualmente forza e morì dissanguato, ma neppure il toro si mosse, ed in questa posizione finì i suoi giorni. Chissà se questa storia ha una morale.


Ponte delle Guardie o di Stavello

Presi da questi pensieri, ci portiamo al punto in cui il sentiero corre a ridosso della roccia. È il tratto più emozionante: sembra che il freddo alito del torrente salga dall'abisso che intuiamo aprirsi alla nostra destra. In breve ci portiamo al ponte in pietra di Stavello o Ponte delle Guardie (Punt de Stavél, Punt di Guardi, Punt de la Ràsega o Punt de la Ràsig, m. 889), un piccolo capolavoro di ingegneria alpina. Qui anticamente esisteva una segheria che sfruttava la forza delle acque del torrente, che da una cascatella. Sul lato opposto il sentiero prosegue, dividendosi in tre rami, che portano alla Baita del Dosso, all'alpe Stavello ed all'alpe Mezzana.


Mulattiera Revolido-Andalo

Noi invece torniamo sui nostri passi. Lasciate alle spalle le baite di Revolido, ci tuffiamo nella discesa sulla mulattiera, che procede diritta e ripida fino al bivio con il pannello delle escursioni in Val Lesina. La successiva discesa ci permette di scegliere fra la pista, che ritroviamo, e la mulattiera, che procede sempre ripida e diritta. In ogni caso la discesa ci riporta alla chiesa parrocchiale di Andalo, dopo circa 5 ore di cammino (il dislivello approssimativo in salita è di 650 metri).


Chiesa parrocchiale di S. Abbondio ad Andalo

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