CARTA DEL PERCORSO - GALLERIA DI IMMAGINI - ESCURSIONI A CASTIONE


Panorama dai Grigioni

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Cimitero di castione-Castione-Piatta-Moroni-Grigioni-Cimitero di Castione
2 h e 30 min.
360
E
SINTESI. Ci stacchiamo dalla ss. 38 dello Stelvio sulla sinistra (per chi procede verso Sondrio) alla rotonda di Castione. Alla successiva vicina rotonda procediamo diritti, sulla strada provinciale 14 che con qualche tornante si porta all'ingresso di Castione. Non ci portiamo però al paese ma, raggiunto il cimitero, parcheggiamo (m. 360) e ci incamminiamo verso il centro, lasciando alla nostra destra la strada per la frazione Grigioni. Raggiunge le prime case, passiamo a destra della chiesa di San Rocco e saliamo verso il centro. Alla prima curva a sinistra, però, non procediamo sulla provinciale, ma per via più diretta lungo le viuzze che tagliano il paese, salendo diritti da intercettare la strada provinciale più in alto. Continuiamo sulla strada provinciale che esce dal paese salendo verso est. Dopo un lungo tratto diritto, la strada propone una coppia di tornanti sx-dx, sempre in graduale salita lungo il luminoso versante di prati. Davanti a noi il colle di Triangia. Ignorata la deviazione a destra che scende a Moroni, oltrepassiamo una nuova coppia di tornanti sx-dx. Poco più avanti raggiungiamo la deviazione a destra, segnalata, per Piatta. Qui lasciamo la strada provinciale e scendiamo lungo la strada che porta al primo nucleo dell'anello, Piatta, appunto, (m. 760), dove troviamo la secentesca chiesetta di San Luigi. Oltrepassiamo la chiesetta e raggiungiamo le ultime case della frazione, dove una pista scende decisamente verso est, verso la fascia di vigneti. Ad un bivio, prendiamo a destra, raggiungendo il punto in cui la pista termina. Imbocchiamo, quindi, il sentierino sulla destra, che effettua una breve traversata fino alla località del Poz. Proseguiamo sulla pista, che sale leggermente, ma stacchiamocene quando, sulla nostra sinistra, troviamo la partenza di una mulattiera che scende, decisa, alle case alte di Moroni. Al termine della discesa ci ritroviamo ai piedi di una suggestiva cascata che le acque del torrente Soverna formano per superare un salto roccioso. Poco sotto, eccoci al limite orientale di Moroni. Ora dobbiamo scendere alla frazione di Grigioni, e lo facciamo seguendo la stradina che scende verso sud-est. Si tratta della strada per Triasso, che però a 500 metri circa viene raggiunta da una pista che sale da Grigioni, che quindi possiamo sfruttare per scendere a quest'ultima frazione. Possiamo però giungervi per via più breve così: scendiamo fino al punto in cui vediamo sulla sinistra una pista che se ne staccca e sale alla Ganda. Restando sulla stradina proseguiamo per circa 150 metri fino a trovare a destra la partenza di un sentierino che traversa fra i cigneti verso ovest, fino ad una scaletta che ci porta alla stradina che, percorsa verso destra, in breve raggiunge Grigioni (Grisùn, m. 420).


Castione

La vitivinicoltura ha rappresentato un elemento di importanza strategica nella storia economica della Valtellina, naturale punto di passaggio dei commerci fra il bacino padano ed il mondo germanico: i vini valtellinesi, infatti, furono, per secoli, preziosa merce di scambio, assai richiesta nelle terre dell’Impero Germanico. Ma la Valtellina non aveva una conformazione che, di per sé, favorisse la coltura della vite. Ecco che, allora, le zone climaticamente più favorevoli subirono una modificazione morfologica, attraverso la lenta e paziente costruzione di terrazzamenti con muri a secco e la realizzazione di zone di coltura con terra di riporto, un lavoro minuzioso e certosino, che ha dato alla valle l’aspetto ben noto e familiare, lasciandoci, però, anche, come eredità storica, il compito di curarne la manutenzione, per evitare smottamenti, il cui rischio è assai concreto laddove i terrazzamenti non sono più coltivati.


Castione

A questa civiltà ed a questa passione Ermanno Olmi ha dedicato un film-documentario intitolato "Rupi del vino" (2009). Una delle zone più legare a questa tradizione è quella del Grisun, a Castione Andevenno. Una camminata consigliabilissima nel periodo dall'autunno alla primavera ci permette di gustare colori e profumi dell'intarsio di vigneti che si dissegna su questo versante, contrappuntato da alcuni borghi che alla vitivinicoltura sono indissolubilmente legati. Il percorso si presta anche ad una divertente pedalata (solo alcuni tratti richiedono un po' di attenzione)
Ci stacchiamo dalla ss. 38 dello Stelvio sulla sinistra (per chi procede verso Sondrio) alla rotonda di Castione. Alla successiva vicina rotonda procediamo diritti, sulla strada provinciale 14 che con qualche tornante si porta all'ingresso di Castione.
Un paese con un particolarissimo legame con il sole, il suo tepore, il suo calore. Il microclima felice, innanzitutto, che mitiga i rigori dell’inverno, riveste i prati di un rinnovato e vivace color verde quando ancora nei comuni vicini domina la tonalità del giallo, favorendo la coltura della vite, da cui si trae quel buon vino che, a sua volta, scalda i cuori, e che fu definito dal Güler von Weineck, diplomatico della Lega Grigia e governatore della Valtellina nel 1587-88, “il vino migliore e più squisito di tutta la valle”, esportato oltralpe presso diverse corti europee. La devozione a S. Martino, poi, patrono del paese, il cavaliere che divise il proprio mantello per riscaldare un povero e che viene celebrato l’undici di novembre, data, a sua volta, legata alla cosiddetta “estate di S. Martino”, quando il cammino della stagione verso il gelo invernale sembra interrompersi e lasciare il posto ad un tepore quasi tardo-estivo. Per questo Castione contende a Buglio in Monte la denominazione di “Giardino della Valtellina”. Ma i suoi abitanti non hanno dubbi su quale dei due paesi meriti maggiormente questo titolo, e vanno ripetendo, fieri: “Roma capo del mondo, Castione subito dopo, secondo”.


Chiesetta di San Luigi a Piatta

Non ci portiamo però al paese ma, raggiunto il cimitero, parcheggiamo (m. 360) e ci incamminiamo verso il centro, lasciando alla nostra destra la strada per la frazione Grigioni. Raggiunge le prime case, passiamo a destra della chiesa di San Rocco e saliamo verso il centro. Alla prima curva a sinistra, però, non procediamo sulla provinciale, ma per via più diretta lungo le viuzze che tagliano il paese, salendo diritti da intercettare la strada provinciale più in alto.
Continuiamo sulla strada provinciale che esce dal paese salendo verso est. Dopo un lungo tratto diritto, la strada propone una coppia di tornanti sx-dx, sempre in graduale salita lungo il luminoso versante di prati. Davanti a noi il colle di Triangia. Ignorata la deviazione a destra che scende a Moroni, oltrepassiamo una nuova coppia di tornanti sx-dx. Poco più avanti raggiungiamo la deviazione a destra, segnalata, per Piatta. Qui lasciamo la strada provinciale e scendiamo lungo la strada che porta al primo nucleo dell'anello, Piatta, appunto, (m. 760), dove troviamo la secentesca chiesetta di San Luigi,
arroccata sul limite superiore di una rupe che precipita nel crinale sottostante. La sua posizione la rende ben visibile anche dal piano.


Il Poz

Oltrepassiamo la chiesetta e raggiungiamo le ultime case della frazione, dove una pista scende decisamente verso est, verso la fascia di vigneti. Ad un bivio, prendiamo a destra, raggiungendo il punto in cui la pista termina. Imbocchiamo, quindi, il sentierino sulla destra, che effettua una breve traversata fino alla località del Poz, un gruppo di baite, con una fontana, davvero suggestivo. Proseguiamo sulla pista, che sale leggermente, ma stacchiamocene quando, sulla nostra sinistra, troviamo la partenza di una mulattiera che scende, decisa, alle case alte di Moroni. Al termine della discesa ci ritroviamo ai piedi di una suggestiva cascata che le acque del torrente Soverna formano per superare un salto roccioso. Poco sotto, eccoci al limite orientale di Moroni. Curiosamente, esiste un'altra contrada con il medesimo nome sul versante opposto rispetto al colle di Triangia, cioè su quello che guarda a Sondrio. Il nome si riferisce ad un diffuso cognome, i "Moroni", appunto, che a sua volta può essere ricondotto alla voce dialettale "murùn", cioè "gelso", oppure e più probabilmente alla voce "marùn", cioè "marroni", un tipo particolare di castagna.


Mulattiera per Moroni

Ora dobbiamo scendere alla frazione di Grigioni, e lo facciamo seguendo la stradina che scende verso sud-est. Si tratta della strada per Triasso, che però a 500 metri circa viene raggiunta da una pista che sale da Grigioni, che quindi possiamo sfruttare per scendere a quest'ultima frazione. Possiamo però giungervi per via più breve così: scendiamo fino al punto in cui vediamo sulla sinistra una pista che se ne staccca e sale alla Ganda. Restando sulla stradina proseguiamo per circa 150 metri fino a trovare a destra la partenza di un sentierino che traversa fra i cigneti verso ovest, fino ad una scaletta che ci porta alla stradina che, percorsa verso destra, in breve raggiunge Grigioni (Grisùn, m. 420).


Torrente Soverna

Siamo nella pregiata zona del Grisùn, uno dei più famosi vini di Valtellina, anzi, stando a quanto scrive Giovanni Güler von Weineck, diplomatico e governatore della Valtellina per la Lega Grigia, nell’opera “Rhaetia” (Zurigo, 1616), il più pregiato di tali vini: “Presso Castione, al di sopra del fondovalle, s’innalza una collina rocciosa e soleggiata, ma fertile di vino, detta Grisoni: essa produce il vino migliore e più squisito di tutta la valle, vino che si può conservare dolce per lungo tempo e che dai mercanti viene esportato per venderlo alla corte degli imperatori, dei re, dei principi e dei più nobili signori”. Si tratta di una testimonianza imparziale, quindi attendibile e lusinghiera per l’intera zona. Non dobbiamo, comunque, pensare che la denominazione della località si riferisca ai Grigioni, sotto la cui dominazione Valtellina e Valchiavenna rimasero dal 1512 al 1797: essa è testimoniata, infatti, già in epoca precedente all’inizio di tale dominio.


Moroni

Per la felice posizione climatica, questi luoghi furono abitati fin dai tempi più remoti: diverse, infatti, sono le testimonianze di incisioni rupestri preistoriche, nella zona compresa fra la Ganda e Triangia, e ciò rende queste zone, dal punto di vista dell’interesse archeologico e storico, accostabile alla rupe magna di Grosio ed alla rupe di Tresivio. La stessa fontanella del parcheggio ai Grigioni è adornata con un sasso con incisioni di origine preistorica (coppelle), ritrovato a poche centinaia di metri.
L'anello è ormai chiuso: seguiamo la stradina verso ovest passando fra antichi rustici. Al termine della traversata ci ritroviamo al parcheggio del cimitero, dove abbiamo parcheggiato l'automobile.


Grigioni

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CARTA DEL PERCORSO sulla base della Carta Tematica Regionale della Regione Lombardia

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