SANTI (clicca qui per aprire la pagina relativa a questo giorno dal sito www.santiebeati.it): S. Cesare, S. Atanasio, Flaminio, Zoe, Celeste

PROVERBI

Cur ca 'l floca in mac’ tüc i mes un quac’ (se nevica a magio tutti i mesi ci sarà brutto tempo - Poschiavo)
Se 'l pciöf ul dè de l'Ascensiùu, de trii graa el ne cala duu...

(se piove il giorno dell'Asscensione, la temperatura cala di tre gradi - Sirta)
Chi fa la murùsa el dì de l’Ascénza, dopu trénta dì i rèsta sénza
(chi trova la morosa il giorno dell’Ascensione, la perde dopo trenta giorni)
Chi va in prucessiòn, gà sua buna divuziòn (chi va in processione, ha la sua buona devozione - Poschiavo)
La vista e 'l sentimént fina a l'ùltim momént (la vita e il sentimento fino all'ultimo momento - Sondalo)
A murì, sa va fo de tücc i fastìdi (quando si muore, non si hanno più fastidi - Tirano)
A sbaglià en prèsa, se piang adasi
(a sbagliare non ci vuole nulla, e poi si piange per un bel po'- Sacco, Valgerola)
Mèi un di de leùun che cént agn de pégorä
(meglio un giorno da leone che cento anni da pecora - Villa di Chiavenna)
La nebièta de matina el su trascina (il sole dissipa la nebbiolina mattutina)
El fa cume i mercàant de Varées: el compra a vìnti, el vént a dées
(fa come i mercanti di Varese, compra a venti e vende a dieci - Rogolo)
Fèmi e mutùr gioia e dulùr (donne e motori, gioie e dolori - Poschiavo)
Sa ta vos la nisciola, carèza la rama; sa ta vos la fijola carèza la mama!
(se vuoi la nocciola accarezza il ramo, se vuoi la figlia, accarezza la mamma - Poschiavo)

VITA DI UNA VOLTA

Nella tradizione religiosa viva ancor oggi maggio è il mese mariano: i devoti alla Madonna si ritrovano, la sera, per recitare insieme il rosario.

Nel "Vocabolario dei dialetti della Val Tartano", di Giovanni Bianchini (Fondazione Pro Valtellina, Sondrio, 1994), leggiamo:
“Fiurèt, fioretto, piccola privazione di qualcosa o piccolo sacrificio che i bambini venivano sollecitati a fare in onore della Vergine o di Gesù… Nel mese di maggio, a Tartano i bambini che frequentavano la scuola scrivevano su una striscia di carta i loro fioretti in onore della Madonna; poi la arrotolavano, torcendo il rotolino negli estremi come una caramella; lo portavano poi in chiesa sull’altare della Madonna. Lo stesso facevano in preparazione del Natale e, la sera prima della festa, deponevano il rotolino coi fioretti nella calza o nella scodella che preparavano per i doni di Gesù Bambino.”

Nel calendario contadino maggio era mese di vangatura e concimazione di campi, con semina di segale, orzo, patate, fagioli, canapa e lino. In quel mese il bestiame saliva dal piano ai paesi e pascolava le zone incolte. Vi era anche la prima sarchiatura del granoturco. Le donne lavoravano e filavano canapa, lino e lana. I "boreléer", inoltre, trasportavano i tronchi dai boschi al paese. Nei boschi cedui veniva raccolta legna da ardere. I prati venivano concimati. Gli attrezzi agricoli venivano riparati o costruiti. Pecore e capre salivano ai maggenghi.

Da Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008:
"Bàita (bàiti) - sf. baita, casupola di montagna || dim. baitèl sm.
In genere era formata da un piano seminterrato con entrata a valle, che serviva da stalla, e da un vano superiore, con entrata laterale, che serviva da fienile, da camera da letto e, spesso, anche da angolo di cucina.
Il baitèl del lac era invece una modesta costruzione sui monti, come un piccolo casolare, ad un solo piano, a volte seminterrata, dove scorreva un rigagnolo d'acqua in cui si mettevano a bagno i cùnchi de ram per il latte."

STORIA

Dario Benetti, nel capitolo “Abitare la montagna – Tipologie abitative ed esempi di industria rurale”, in “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio” (aa. vv., Silvana editoriale, 1995), così descrive la funzione dei maggenghi, di cui sono particolarmente ricche le valli dell’Adda e della Mera:
“Nelle valli laterali di Valtellina e Valchiavenna e con il crescere della quota sopra il livello del mare, aumenta l'importanza dell'allevamento rispetto all'agricoltura; questo condiziona l'abitare in modo determinante. Il villaggio segue le mandrie ai vari livelli di quota dei versanti, nei diversi periodi dell'anno.
Le stazioni primaverili ed estive della monticazione assumono diversi aspetti di valle in valle e a volte ripetono la morfologia del villaggio invernale. Per capire come veniva vissuta la casa bisogna ricostruire gli antichi itinerari della pastorizia: emerge così la notevole importanza dei maggenghi (le stazioni primaverili e autunnali) e degli alpeggi (le stazioni estive).
In primavera, appena possibile, le famiglie seguono il bestiame nelle stazioni della monticazione. L'immagine tipica del maggengo è quella riscontrabile nella media Valtellina: un'ampia area diboscata in mezzo alle conifere, tra i 1000 e i 1300 metri di quota, a prato, con al centro alcune baite. Da ricerche su documenti catastali emerge che un tempo, almeno fino al XVIII secolo, i terreni dei maggenghi erano spesso coltivati a patate e a cereali. Nel maggengo lo spazio per la residenza è ridotto sempre al minimo, a scapito della parte a rustico.

In Valchiavenna l'importanza del maggengo è ridotta ed i nuclei di mezza montagna sono spesso solo dei gruppi di fienili (tabià).
In val Bregaglia si ritrovano tipologie con al piano seminterrato la cantina (canvèt) e sopra la camera e il fienile collegati: tale tipologia è detta cascina col sciöch; sempre in quest'area sono diffusi edifici di maggiori dimensioni di proprietà consortile, che potevano essere utilizzati a turno dai pastori in transito.
Nella media Valtellina la baita del maggengo è in genere completamente in muratura di pietrame e malta, con tetto a due falde con manto di copertura in piode locali. L'edificio in genere è suddiviso in una parte più ampia sviluppantesi su due piani con la masùn (stalla) al piano terreno o seminterrato e con il soleè dal feè (fienile), utilizzato anche per dormire, al piano primo o rialzato. In un piccolo corpo aggiunto, spesso ad un solo piano, è ricavato il baitèl, con il focolare.
In Valmalenco i maggenghi raggruppano diverse abitazioni e formano veri e propri villaggi (vedi Spottolo di Marveggia), e si ritrovano sia residenza e rustico uniti, sia residenza e rustico giustapposti. Caratteristici sono i tamponamenti delle pareti dei fienili realizzate in tronchi non squadrati.
Nelle valli orobiche la quota del maggengo è più elevata (ad Albaredo, per esemio, dai 1500 ai 1800 m s.l.m.) e capita che le famiglie si spostino in località diverse nel corso della stagione.
Nel Bormiese le dimore temporanee primaverili vedono una netta prevalenza dell'uso del legno come materiale da costruzione. In genere sono molto disperse. I maggenghi sono posti nella fascia altimetrica compresa tra í 1500 e i 1900 m s.l.m.”

AMBIENTE


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I PROVERBI SONO IN GRAN PARTE TRATTI DAI SEGUENTI TESTI:

Gaggi, Silvio, "Il volgar eloquio - dialetto malenco", Tipografia Bettini, Sondrio, 2011
Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996)
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003
Pier Antonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996
Pier Antonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999
Pier Antonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Pier Antonio Castellani, "Detti e citazioni della Valdidentro", I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Luigi Godenzi e don Reto Crameri, "Proverbi, modi di dire, filastrocche raccolti a Poschiavo, in particolare nelle sue frazioni", con la collaborazione di alcune classi delle Scuole di Avviamento Pratico, Tip. Menghini, Poschiavo (CH), 1987
Lina Lombardini Rini, "Favole e racconti in dialetto di Valtellina", Edizioni Sandron, Palermo-Roma, 1926
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)


Utilissima anche la consultazione di Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001

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PRINCIPALI TESTI CONSULTATI:

Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
Tullio Urangia Tazzoli, "La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari”, Anonima Bolis Bergamo, 1935;
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996);
Giuseppina Lombardini, “Leggende e tradizioni valtellinesi”, Sondrio, ed. Mevio Washington, 1925;
Lina Rini Lombardini, “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni”, Sondrio, Ramponi, 1950;
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese 1912, ristampa integrale nel 1967 a Bormio e II ristampa nel 1998 a Bormio a cura di Alpinia Editrice;
Glicerio Longa, "Vocabolario Bormino”, Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913;
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – La nascita e l'infanzia” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2000);
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – Fidanzamento e matrimonio” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2004);
Luigi De Bernardi, "Almanacco valtellinese e valchiavennasco", II, Sondrio, 1991;
Giuseppe Napoleone Besta, "Bozzetti Valtellinesi", Bonazzi, Tirano, 1878;
Ercole Bassi, “La Valtellina (Provincia di Sondrio) ”, Milano, Tipografia degli Operai, 1890;
"Ardenno- Strade e contrade", a cura della cooperativa "L'Involt" di Sondrio;
"Castione - Un paese di Valtellina", edito a cura della Biblioteca Comunale di Castione, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Sondrio;
don Domenico Songini, “Storie di Traona – terra buona”, vol. II, Bettini Sondrio, 2004;
don Domenico Songini, “Storia e... storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001;
Scuola primaria di Sirta: calendari 1986 e 1991 (a cura dell'insegnante Liberale Libera);
Luisa Moraschinelli, “Uita d'Abriga cüntada an dal so dialet (agn '40)”;
Giovanni Bianchini e Remo Bracchi, "“Dizionario etimologico dei dialetti della Val di Tartano”, Fondazione Pro Valtellina, IDEVV, 2003;
Rosa Gusmeroli, "Le mie care Selve";
Cirillo Ruffoni, "Ai confini del cielo - la mia infanzia a Gerola", Tipografia Bettini, Sondrio, 2003;
Cirillo Ruffoni, "Chi va e chi resta - Romanzo storico ambientato in bassa Valtellina nel secolo XV", Tipografia Bettini, Sondrio, 2000;
Cirillo Ruffoni, "In nomine Domini - Vita e memorie di un comune della Valtellina nel Trecento", Tipografia Bettini, Sondrio, 1998;
Mario Songini (Diga), "La Val Masino e la sua gente - storia, cronaca e altro", Comune di Val Masino, 2006;
Tarcisio Della Ferrera, "Una volta", Edizione Pro-Loco Comune di Chiuro, 1982;
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003;
Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001;
Associazione Archivio della Memoria di Ponte in Valtellina, "La memoria della cura, la cura della memoria", Alpinia editrice, 2007;
Luisa Moraschinelli, "Come si viveva nei paesi di Valtellina negli anni '40 - l'Aprica", Alpinia editrice, 2000;
Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina", Jaca Book, 1982;
Patrizio Del Nero, “Albaredo e la via di San Marco – Storia di una comunità alpina”, Editour, 2001;
Amleto Del Giorgio, "Samolaco ieri e oggi", Chiavenna, 1965;
Ines Busnarda Luzzi, "Case di sassi", II, L'officina del Libro, Sondrio, 1994;
aa.vv. “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio” (Silvana editoriale, 1995) Pierantonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996 Pierantonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999 Pierantonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Pietro Ligari, “Ragionamenti d’agricoltura” (1752), Banca Popolare di Sondrio, Sondrio, 1988
Saveria Masa, “Libro dei miracoli della Madonna di Tirano”, edito a cura dell’Associazione Amici del Santuario della Beata Vergine di Tirano” (Società Storica Valtellinese, Sondrio, 2004)
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890

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