SANTI (clicca qui per aprire la pagina relativa a questo giorno dal sito www.santiebeati.it): S. Ermanno, Giovanni Battista, Cristiano

PROVERBI

El cucù el dis: ai set (d' aprile) nu vegnaro, ai dersèt se pudaro, ai vintisèt nu sbagliare
(il cucù dice: il 7 di aprile non verrò, al 17 se potrò, al 27 non sbagliare - Campo Tartano -)
Aprìl aprilét, un’ura còlt e un’ura frèt (aprile, apriletto, un’ora caldo ed un’ora freddo)
I prim visgìn i é i prim parént (i primi vicini sono i primi patenti - Sondalo)
Al dì làgal finì prim de vèch vargùt de dì (lascia finire il giorno prima di lamentartene - Tirano)
A mez agn al cu fa scàgn (intorno ai sei mesi di vita il bambino impara a stare seduto – Grosio)
A lavàc la tèsta ài àsen se tràsa el savùn
(a lavare la testa agli asini si spreca il sapone - Sacco, Valgerola)
An pai le bu' da mantignì sèt fiöi, ma sèt fiöi i fadìga a mantignì an pai
(un padre è capace di mantenere sette figli, ma sette figli faticano a mantenere un padre - Aprica)
Par sé, al galantom, penza'l drian (il galantuono pensa a se stesso solo dopo - Val Bregaglia)
Chi da giùan nu 'n fa, da vec’ magra al ga l'avrà
(chi da giovane non si dà da fare, da vecchio sarà in miseria - Poschiavo)

VITA DI UNA VOLTA

Lina Rini Lombardini, nel bel volumetto “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni” (Sondrio, Ramponi, 1950), scrive:
Giovedì Santo, arcano giorno avvolto di sbigottito silenzio; sidirebbe che la gente cammini verso le chiese in punta di piedi; se corrono parole son bisbigli. Il Sepolcro, ovunque vegliato da membri di Confraternite immobili come statue è, in qualche paesecome Bema, semplicissimo: quattro lumi, quattro piattelli con stelidi frumento spuntati in cantina, all'ombra, e quindi pallidi, senza nè colore nè vita, si piegano come salici piangenti in atto di dolore. Altrove il Sepolcro è nobilmente maestoso; a Talamona si innalza un gran catafalco di marmo nero; la processione di devoti, in nero, che gli si svolge intorno completa un insieme angosciante. Ma poi il corteo esce all'aperto, attraverso il paese avvolto d'ombra notturna che si costella di gran fiaccole. Sorto particolarmente pittoresche quelle a forma di cono, di tempietto, di Madonna; preparate con amore per tempo, guarnite di vividissimi disegni, formano fantasmagoriche ghirlande ammirate anche da lontano; per guardarle si sporgono i viaggiatori dai finestrini del treno; escono sulla montagna di fronte dalle loro case i Cech . . .
Fedelissima alle usanze degli avi, Talamona, antica terra, ripete la sacra luminaria anche nella notturna processione del Venerdì Santo. Fra le cadenze gravi dei Salmi penitenziali, passano drammatiche figure della Passione: Giuda, a volto velato muove a cercar Gesù e Gesù, ricevuto il bacio traditore, tristemente domanda: « Amico, a che venisti? ». Una volta questo incontro era preceduto da un gruppo di « silenziosi » che, portando una verga di nocciolo « d'un anno », andavano a cercar Gesù, e Gesù aveva l'abito rosso, simbolo del martirio e giù la Croce sulla spalla e in testa la, corona di spine.

Lembi e riverberi di Sacre Rappresentazioni sopravvivono tutt'oggi anche in altri cortei della media Valle: così appare in Regoledo ancor oggila Maddalena in lutto e con il visocoperto dai disciolti capelli; apparivano, anni fa, nelle processioni del morbegnese, uomini - giudei che portavano gli strumenti della Passione. in qualche luogo il corteo era aperto dalla Croce sorrettada un uomo in saio bianco e cappuccio chiuso come quello degli antichi disciplini: testimonianza che l'origine della andrebbe ricercata in quella Confraternita; di una Confraternita femminile molto antica sono anche le consorelle in nera veste e bianco fazzoletto del Venerdì Santo di Boffetto,
Una delle processioni più fedeli alla costumanza degli avi è la suggestiva di Delebio, chiamata con sacro tremore «i funerali diGesù Morto». Con religiosità e pia commozione chiamano la processione del Venerdì, in altri luoghi: « procession di Gesù Morto..., i funerali del Signor » (« bisogna seguire questi funerali — ammo­nivano i vecchi in Tirano — se vogliamo che nostro Signore precedail nostro funerale portando la Croce ... »). In Delebio, come perogni funerale, vanno avanti i bambini; indossano tunica e calzari,portano gli strumenti di tortura usati per Gesù. In un secondo tempo s'avanza la cassa con «Gesù sepolto», segue una Donna in gramaglie e con i capelli sciolti, raffigura l'Addolorata e ha intorno le pie donne pure vestite e velate di nero. Seguono uomini in lunghe vesti giudee (probabilmente il Cireneo e i soldati crocifissori); seguono personaggi dell'Antico Testamento; dopo il vecchio giudeo con un enorme grappolo d'uva e altri frutti raffiguranti la Terra promessa, si avanzano Mosè con le Tavole della Legge, Abramo con il braccio alzato nell'atto di colpire Isacco, un ragazzetto vestito di bianco con una fascina sulle spalle ... Arriva per vedere questo funerale, gente da tutta la bassa valle.


La processione del Venerdì, fatta di notte (anche a Mazzo, Grosotto, Sondalo, Bormio), è la più suggestiva; specialmente se la notte è scura, più risponde a quel senso di tragico ch'è nei cuori e nell'ora; c'è poi ovunque il tremolio delle fiaccole alimentate da rascia o segatura (Boffetto e altrove), a creare un fantastico svariar d'ombre e di luci; vi sono le ingenue luminarie a olio dentro lumache, a far ghirlandine di fuoco a finestre e poggioli; vi sono in Mazzo anche i gran falò sulle montagne circostanti. Sembra che vengano da abissi e che siano le anime dei morti a domandar pietà. Rientrata la processione dentro le chiese e cantato il passo dell"Evangelista che descrive la Sepoltura, gli uomini stanno assorti, le donne si coprono il volto con le mani: il velo del Passio cala sui cuori. Poi tutti rincasano in silenzio. Nessun'anima viva per le strade. Gli spiriti dei morti vegliano presso le soglie. Sfolgora invece il giorno di sabato ricco di doni. Al primo tocco del Gloria tutti si fanno il segno di Croce; un segno di Croce alzano verso le campagne. Si corre a bagnarsi gli occhi e si recita il Credo.
E' benedetta anche «l'acqua che sorge viva da la vena», quella delle fontane; a «brentorr» si benedice sul sagrato; e con l'acqua il fuoco altro elemento primo di vita. Per quel fuoco, in certi luoghi, preparano i legni con speciali riti; a Regoledo li spaccano al mercoledì, giovedì, venerdì, sulla piazza; li chiamano «restidi croce». I carboni sono messi in parte sul focolare, in gran parte mescolati alle zolle, negli orti, nei campi, nei prati, nelle vigne.

Sabato santo, giorno che riluce; sono lindi i cuori e le case; sventola al sole il gran bucato di primavera che diventa più candido il niveo e roseo fiorir delle piante da frutto: luccica tra le pareti delle cucine l'oro rosso del «rame» lustrato di nuovo, fra pennacchietti di martelina; la regiura fa innesti ai gerani e garofani porpora dei davanzali e delle «lobbie» fino all'ottobre.
Domani è Pasqua. Viene dalle case l'odor dei dolci che le donne preparano per il pranzo del dì solenne. Quasi di rito, vi appare l'arrosto di capretto. In Bormio, da tempi antichissimi, veniva alla porta della chiesa distribuito, per tutte le mense, ricche e povere,il pezzo d'agnello benedetto, mentre gli occhi e il cuore si placavano nella sfilata dolcemente pastorale dei «Pasquai». Augurio e annunzio di pace? invito a concordia, monito che siamo tutti uguali d'innanzi all'Agnello?
L'origine dei «Pasquali» risale forse ancora più lontano, al più lontano dei tempi quando le nostre genti erano solo dedite alla pastorizia e per i nostri sentieri passavan fiumi di lana e scalpiccio di zampette ... E nelle tradizioni pastorali di Bormio v'è il ricordo e l'esaltazione di quello che fu il lavoro dei primissimi avi in quell'entrare d'agnellini vivi nella chiesa parrocchiale fin presso l'altare è chiara l'origine antica nell'offerta di primizie al Signore padrone del tempo e della vita."

STORIA
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AMBIENTE

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I PROVERBI SONO IN GRAN PARTE TRATTI DAI SEGUENTI TESTI:

Gaggi, Silvio, "Il volgar eloquio - dialetto malenco", Tipografia Bettini, Sondrio, 2011
Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996)
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003
Pier Antonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996
Pier Antonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999
Pier Antonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Pier Antonio Castellani, "Detti e citazioni della Valdidentro", I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Luigi Godenzi e don Reto Crameri, "Proverbi, modi di dire, filastrocche raccolti a Poschiavo, in particolare nelle sue frazioni", con la collaborazione di alcune classi delle Scuole di Avviamento Pratico, Tip. Menghini, Poschiavo (CH), 1987
Lina Lombardini Rini, "Favole e racconti in dialetto di Valtellina", Edizioni Sandron, Palermo-Roma, 1926
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)


Utilissima anche la consultazione di Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001

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PRINCIPALI TESTI CONSULTATI:

Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
Tullio Urangia Tazzoli, "La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari”, Anonima Bolis Bergamo, 1935;
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996);
Giuseppina Lombardini, “Leggende e tradizioni valtellinesi”, Sondrio, ed. Mevio Washington, 1925;
Lina Rini Lombardini, “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni”, Sondrio, Ramponi, 1950;
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese 1912, ristampa integrale nel 1967 a Bormio e II ristampa nel 1998 a Bormio a cura di Alpinia Editrice;
Glicerio Longa, "Vocabolario Bormino”, Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913;
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – La nascita e l'infanzia” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2000);
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – Fidanzamento e matrimonio” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2004);
Luigi De Bernardi, "Almanacco valtellinese e valchiavennasco", II, Sondrio, 1991;
Giuseppe Napoleone Besta, "Bozzetti Valtellinesi", Bonazzi, Tirano, 1878;
Ercole Bassi, “La Valtellina (Provincia di Sondrio) ”, Milano, Tipografia degli Operai, 1890;
"Ardenno- Strade e contrade", a cura della cooperativa "L'Involt" di Sondrio;
"Castione - Un paese di Valtellina", edito a cura della Biblioteca Comunale di Castione, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Sondrio;
don Domenico Songini, “Storie di Traona – terra buona”, vol. II, Bettini Sondrio, 2004;
don Domenico Songini, “Storia e... storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001;
Scuola primaria di Sirta: calendari 1986 e 1991 (a cura dell'insegnante Liberale Libera);
Luisa Moraschinelli, “Uita d'Abriga cüntada an dal so dialet (agn '40)”;
Giovanni Bianchini e Remo Bracchi, "“Dizionario etimologico dei dialetti della Val di Tartano”, Fondazione Pro Valtellina, IDEVV, 2003;
Rosa Gusmeroli, "Le mie care Selve";
Cirillo Ruffoni, "Ai confini del cielo - la mia infanzia a Gerola", Tipografia Bettini, Sondrio, 2003;
Cirillo Ruffoni, "Chi va e chi resta - Romanzo storico ambientato in bassa Valtellina nel secolo XV", Tipografia Bettini, Sondrio, 2000;
Cirillo Ruffoni, "In nomine Domini - Vita e memorie di un comune della Valtellina nel Trecento", Tipografia Bettini, Sondrio, 1998;
Mario Songini (Diga), "La Val Masino e la sua gente - storia, cronaca e altro", Comune di Val Masino, 2006;
Tarcisio Della Ferrera, "Una volta", Edizione Pro-Loco Comune di Chiuro, 1982;
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003;
Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001;
Associazione Archivio della Memoria di Ponte in Valtellina, "La memoria della cura, la cura della memoria", Alpinia editrice, 2007;
Luisa Moraschinelli, "Come si viveva nei paesi di Valtellina negli anni '40 - l'Aprica", Alpinia editrice, 2000;
Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina", Jaca Book, 1982;
Patrizio Del Nero, “Albaredo e la via di San Marco – Storia di una comunità alpina”, Editour, 2001;
Amleto Del Giorgio, "Samolaco ieri e oggi", Chiavenna, 1965;
Ines Busnarda Luzzi, "Case di sassi", II, L'officina del Libro, Sondrio, 1994;
aa.vv. “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio” (Silvana editoriale, 1995) Pierantonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996 Pierantonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999 Pierantonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Pietro Ligari, “Ragionamenti d’agricoltura” (1752), Banca Popolare di Sondrio, Sondrio, 1988
Saveria Masa, “Libro dei miracoli della Madonna di Tirano”, edito a cura dell’Associazione Amici del Santuario della Beata Vergine di Tirano” (Società Storica Valtellinese, Sondrio, 2004)
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890

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(Massimo Dei Cas, www.paesidivaltellina.it)

 

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