SANTI (clicca qui per aprire la pagina relativa a questo giorno dal sito www.santiebeati.it): S. Flavia, S. Fulvio, Augusto, Gisella, Virginia, Stanislao, Villano

PROVERBI

In mac’ at vol ì a giurnàda gnànca 'l diàul
(a maggio non vorrebbe lavorare a giornata neppure il diavolo - Poschiavo)
Quant el cucù el canta el ghè disgràzia tanta
(quando canta il cucù porta molte disgrazie – Caiolo)
Da l'acqua al végn vergót dal sól nót (dall’acqua viene qualcosa, dal sole nulla – Livigno)
Miseria ‘l ga sarà, sa ‘l rüva la brüina cura ca’n dàla vit gh’è già la fuiulìna
(ci sarà miseria se arriva la brina quando la vite ha già messo le piccole foglie – Tirano)
A vangà a macc' el ve fo el vin a ciàp (a seminare a maggio vien fuori il vino a tazze – Regoledo)
I parént i é i prìm nemìsc (i parenti sono i primi nemici - Sondalo)
A macc gnàa ‘l diàu völ laurà a giurnàda (a maggio neppure il diavolo vuol lavorare a giornata - Tirano)
A la fin de la scena la buca l'è mai straca se la mangia miga un tochèt de furmàcc de vaca (alla fine della cena la bocca non è stanca se non mangia un pezzo di formaggio di mucca - Sacco, Valgerola)
Chi ca l'é an suspèt, l'é a' an difèt (chi è sospettoso, è anche in difetto - Aprica)
Ent al dasbögn as ris-cia tüt (nel bisogno, si rischia tutto - Val Bregaglia)
Sa da giùan al süa la front, da vec’ al géla miga i pè
(se da giovane suda la fronte, da vecchio non gelano i piedi - Poschiavo)
Quel ca l'é permèss da giùan, l'é inibü da vec’ (quel che è permesso da giovani, è inibito da vecchi - Poschiavo)

VITA DI UNA VOLTA

Paride Dioli, in "Caspoggio nel secondo millennio" (ed. Unione della Valmalenco", 2004), scrive:
"Tutti gli anni, nel mese di maggio, veniva fatto il pellegrinaggio parrocchiale alla Madonna delle Grazie di Primolo. Di solito si svolgeva in un giorno feriale, per lo più di giovedì, giorno di vacanza per la scuola. Il percorso si faceva a piedi. Dalla chiesa, attraverso la contrada Bracelli, si scendeva lungo la scorciatoia per Chiesa in Valmalenco fino al Felinét, trivio per Lanzada, Chiesa e Caspoggio ed al ponte del Mallero.
Si percorreva il tratto di strada carrozzabile con il tornante del cimitero fino all'inizio della condotta forzata che passa sotto il ponte, quindi si piegava a destra e si iniziava la salita lungo la scorciatoia Chiesa-Primolo. La salita era lunga e faticosa e terminava sulla carrozzabile per Primolo, dopo il piccolo cimitero.
Imboccata la carrozzabile si attraversava l'abitato di Primolo fino al Santuario. Lungo il corteo c'erano solo alcuni crocifissi e si camminava pregando e cantando, rosario e litanie. Vi partecipavano tutti i ragazzi e le ragazze del catechismo, qualche giovane, molte donne e pochi uomini, perché impegnati nel lavoro. Le uniche divise erano quelle delle confraternite. Entrati nel Santuario veniva celebrata la messa, recitate delle preghiere ed intonati dei canti mariani, e al termine, in fila indiana, si passava davanti alla statua della Vergine, posta dietro l'altare maggiore. Usciti sul sagrato c'era un momento di svago per un frugale spuntino. Quindi si riformava il corteo per il ritorno. Giunti però all'imbocco della scorciatoia per Chiesa, vicino al cimitero di Primolo, il corteo cominciava a rompersi e a frazionarsi ed ognuno, ragazzi, giovani, uomini e donne, scendeva con il proprio passo, chiacchierando del più e del meno, fino al ritorno in paese per il pranzo.Si percorreva il tratto di strada carrozzabile con il tornante del cimitero fino all'inizio
."

Nella “Guida escursionistica della Valchiavenna” (edizioni Rota, Chiavenna, 1986), leggiamo:
“La ròsta (o ròstia o ròstega).
Quando una ragazza andava sposa ad un giovanotto di un altro paese, perfino di un'altra fraziòne, il futuro sposo doveva pagare ai giovani compaesani della sposa una somma che veniva di solito usata per una cena o una bevuta. E non era finita. Il giorno del matrimonio il corteo che si dirigeva verso la chiesa si trovava la strada sbarrata da fascine di legna, che lo sposo, levatasi la giacca e rimboccatesi le maniche, doveva togliere sotto lo sguardo divertito degli altri. Se si fosse rifiutato di pagare il pattuito, i giovani avrebbero disturbato la cerimonia facendo ragliare gli asini sul sagrato della chiesa, facendo chiasso con latte e pentole e spargendo piume di gallina come tappeto per gli sposi.”

Fra le attività forse meno note nell'universo contadino del passato vi è quella del carbonaio. A titolo di esempio ricordiamo che la sua attività è sopravvissuta in valle di Albaredo fino ad un paio di generazioni fa. Un’attività che richiedeva attenzione e maestria, perché errori o disattenzioni rischiavano di mandare letteralmente in fumo il lavoro di giorni. Si doveva trovare una radura pianeggiante, nel cui mezzo si costruiva, con tronchi di piante fogliate, una camera, il forno, al cui interno veniva lasciata una cavità di circa mezzo metro. Intorno al forno si appoggiavano, poi, in posizione verticale, pezzi di legno lunghi non più di un metro, avvolgendolo con due o tre giri e circondandolo interamente, sopra e sotto, in modo da formare una specie di cupola. Al suo centro doveva essere assicurata un’apertura, una sorta di caminetto, collegata con la camera centrale. La cupola veniva, quindi, ricoperta di terra, letale e foglie, in maniera tale che rimanessero alcuni canali di sfiato.
Terminata la carbonaia (il “puiàt”), si accendeva il fuoco al suo interno, introducendo dal camino piccoli rami secchi incendiati. Lo scopo era quello di produrre una lenta e costante combustione, che andava sempre sorvegliata, per evitare che il fuoco ardesse troppo, bruciando la carbonaia, o si spegnesse. Se necessario, si interveniva anche con l’acqua per moderare la combustione: per questo i puiàt venivano costruiti non lontano da corsi d’acqua. Quando tutto andava bene, la lenta combustione, che durava giorni, produceva il carbone. Al termine della combustione, annunciato dal fumo più chiaro, il carbone veniva estratto, posto in sacchi, pesato e venduto, soprattutto a Morbegno.

STORIA
-

AMBIENTE

[Torna in testa alla pagina]

© 2003 - 2024 Massimo Dei Cas | Template design by Andreas Viklund | Best hosted at www.svenskadomaner.se

I PROVERBI SONO IN GRAN PARTE TRATTI DAI SEGUENTI TESTI:

Gaggi, Silvio, "Il volgar eloquio - dialetto malenco", Tipografia Bettini, Sondrio, 2011
Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996)
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003
Pier Antonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996
Pier Antonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999
Pier Antonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Pier Antonio Castellani, "Detti e citazioni della Valdidentro", I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Luigi Godenzi e don Reto Crameri, "Proverbi, modi di dire, filastrocche raccolti a Poschiavo, in particolare nelle sue frazioni", con la collaborazione di alcune classi delle Scuole di Avviamento Pratico, Tip. Menghini, Poschiavo (CH), 1987
Lina Lombardini Rini, "Favole e racconti in dialetto di Valtellina", Edizioni Sandron, Palermo-Roma, 1926
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)


Utilissima anche la consultazione di Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001

[Torna in testa alla pagina]

PRINCIPALI TESTI CONSULTATI:

Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
Tullio Urangia Tazzoli, "La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari”, Anonima Bolis Bergamo, 1935;
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996);
Giuseppina Lombardini, “Leggende e tradizioni valtellinesi”, Sondrio, ed. Mevio Washington, 1925;
Lina Rini Lombardini, “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni”, Sondrio, Ramponi, 1950;
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese 1912, ristampa integrale nel 1967 a Bormio e II ristampa nel 1998 a Bormio a cura di Alpinia Editrice;
Glicerio Longa, "Vocabolario Bormino”, Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913;
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – La nascita e l'infanzia” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2000);
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – Fidanzamento e matrimonio” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2004);
Luigi De Bernardi, "Almanacco valtellinese e valchiavennasco", II, Sondrio, 1991;
Giuseppe Napoleone Besta, "Bozzetti Valtellinesi", Bonazzi, Tirano, 1878;
Ercole Bassi, “La Valtellina (Provincia di Sondrio) ”, Milano, Tipografia degli Operai, 1890;
"Ardenno- Strade e contrade", a cura della cooperativa "L'Involt" di Sondrio;
"Castione - Un paese di Valtellina", edito a cura della Biblioteca Comunale di Castione, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Sondrio;
don Domenico Songini, “Storie di Traona – terra buona”, vol. II, Bettini Sondrio, 2004;
don Domenico Songini, “Storia e... storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001;
Scuola primaria di Sirta: calendari 1986 e 1991 (a cura dell'insegnante Liberale Libera);
Luisa Moraschinelli, “Uita d'Abriga cüntada an dal so dialet (agn '40)”;
Giovanni Bianchini e Remo Bracchi, "“Dizionario etimologico dei dialetti della Val di Tartano”, Fondazione Pro Valtellina, IDEVV, 2003;
Rosa Gusmeroli, "Le mie care Selve";
Cirillo Ruffoni, "Ai confini del cielo - la mia infanzia a Gerola", Tipografia Bettini, Sondrio, 2003;
Cirillo Ruffoni, "Chi va e chi resta - Romanzo storico ambientato in bassa Valtellina nel secolo XV", Tipografia Bettini, Sondrio, 2000;
Cirillo Ruffoni, "In nomine Domini - Vita e memorie di un comune della Valtellina nel Trecento", Tipografia Bettini, Sondrio, 1998;
Mario Songini (Diga), "La Val Masino e la sua gente - storia, cronaca e altro", Comune di Val Masino, 2006;
Tarcisio Della Ferrera, "Una volta", Edizione Pro-Loco Comune di Chiuro, 1982;
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003;
Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001;
Associazione Archivio della Memoria di Ponte in Valtellina, "La memoria della cura, la cura della memoria", Alpinia editrice, 2007;
Luisa Moraschinelli, "Come si viveva nei paesi di Valtellina negli anni '40 - l'Aprica", Alpinia editrice, 2000;
Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina", Jaca Book, 1982;
Patrizio Del Nero, “Albaredo e la via di San Marco – Storia di una comunità alpina”, Editour, 2001;
Amleto Del Giorgio, "Samolaco ieri e oggi", Chiavenna, 1965;
Ines Busnarda Luzzi, "Case di sassi", II, L'officina del Libro, Sondrio, 1994;
aa.vv. “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio” (Silvana editoriale, 1995) Pierantonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996 Pierantonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999 Pierantonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Pietro Ligari, “Ragionamenti d’agricoltura” (1752), Banca Popolare di Sondrio, Sondrio, 1988
Saveria Masa, “Libro dei miracoli della Madonna di Tirano”, edito a cura dell’Associazione Amici del Santuario della Beata Vergine di Tirano” (Società Storica Valtellinese, Sondrio, 2004)
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890

[Torna in testa alla pagina]

La riproduzione della pagina o di sue parti è consentita previa indicazione della fonte e dell'autore
(Massimo Dei Cas, www.paesidivaltellina.it)