SANTI (clicca qui per aprire la pagina relativa a questo giorno dal sito www.santiebeati.it): S. Diana, S. Marcella, Greta, Asterio

PROVERBI

Fina ai quaranta de macc’, se g'ha mia de mulà i strasc
(fino ai quaranta di maggio - cioè al 10 giugno - non ci si deve svestire)
A santa Margherita la séda l'è finìda (a santa Margherita il lino è pronto)
In manchènza de cavài, àsen tròta (quando mancano i cavalli, trottano gli asini - Sondalo)
Al sciùr trùa la scàgna prùnta àa a l’anfèran (il ricco trova la sedia pronta anche all'inferno - Tirano)
L’é mìga la gésa che fa carità al dóm (non è la chiesa che fa la carità al duomo - Grosio)
Al scür tücc i gacc i è mugn (al buio tutti i gatti sono grigi - Tirano)
Erba vé, cavàl va (vien l'erba, va il cavallo - Teglio)
Al pégor se li tàccàn a camàa, li se càsc-sc(i)än gió dre a ün mür a ombriä
(le pecore, se cominciano a soffrire il caldo, si portano all'ombra di un muro - Villa di Chiavenna)
Nagot l'è al murir — ma veir da vivar senz'avdeir- quel sci l'è ün grand dulur
(morire è nulla, ma vivere senza averi quello sì è un gran dolore - Val Bregaglia)
L'amur l'é l'ünica lingua furèsta ca 'l capìss ogni testa
(l'amore è l'unica lingua straniera che capisce ogni testa - Poschiavo)

VITA DI UNA VOLTA

Da Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010:
"Calènt sm. pl. calende, primo giorno di mese, nel calendario giuliano. La riforma gregoriana del 1582 non fu accolta Repubblica delle Tre Leghe, della quale era suddita la Valchiavenna. Solo il capitolato di Milano del 1639 fu la doppia datazione. Ora si indicano tale nome l'11 giugno e l'11 settembre, corrispondono alle date in cui si montano e si scaricano gli alpeggi."

Lina Rini Lombardini, nel bel volumetto “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni” (Sondrio, Ramponi, 1950), scrive:
Un giugno così bizzoso quando mai l'abbiamo avuto? Mandrie e greggi però continuano lo stesso a salire verso l'Alp con il ritmo dei tempi sereni e bei sampugn d'allegrezza, tra cani ansimanti e curvi pastori che nella nebbia hanno parvenza di fantasmi. E' invece ognuno curvo sotto la lieta bricolla estiva, ombrelloni di gaio colore, secchio di legno. Una volta, in qualche nostro luogo, i pastori avviati all'alpeggio, portavano un cappello pesante a larghe tese guarnito da tre grossi bottoni. E quelli, d'Ardenno, nel lungo cammino verso 'l munt della Valmasino, fidi all'usanza antica, suonavano il corno e traevano seco il bait, specie di letto trasportabile, chiuso, provvisto di due finestrini. Un baitoccolo o primordiale capanna, portavano con sè quelli diretti all'alp San Salvatore, sopra Albosaggia, piccolo, in forma di cassa, su quattro piedi, e nella quale si poteva stare solo in due, non dritti, nè seduti, ma distesi. I bait o baitoccoli, servivano nei lunghi cammini con maltempo, anche per le soste notturne. Ma di primavera, sotto un cielo di stelle, piace il bivacco all'aperto. Poche ore e poi, innanzi l'alba, la ripresa.
Il pastore torna ad arrotolare il mantello che l'ha ricoperto nel dormiveglia, e ricomincia il cammino. Lascia indietro i campi di spighe in cui v'è già il color della crosta di pane, le solide architetture dei vigneti, le selve di noci e di castagni, e ritrova con piacere pur inavvertito i fitti boschi di larici e di pini, le rapide sotto i ponti d'assi, le asprigne macchie di ginepro ..., finchè raggiunge gli ermi pascoli. Scomparso il sole, un vento freddo agita l'erba folta; intorno, a guardia, pareti di vera roccia in un susseguirsi di strane e solitarie rupi, di creste deserte come scogliere ...


È questo il regno della pietra e se non ci fosse quel morbido verde, se non ci fosse il din-dan idillico delle bronze e dei sampugn, si potrebbe, chi sa mai chi sa. mai, sentire i colpi dei confinat dalle rocciose solitudini del borrniese, o dai Corni Rossi di Berbenno, o dalle piramidi aspre della Val Malenco o il rumor di catene o le grida dall'Alpe Tagliatè ... Ma paura non hanno i semplici pastori che della montagna conoscono il bene e il male e sperano in Dio. A Lui si sono affidati, già prima di partire con fervide preghiere e riti ingenui e scongiuri sui sampugn e le brunze, incisi di simboli religiosi...: una croce in Ardenno; una croce, una corona e un rametto d'olivo in Talamona... La «brunza della regina» o mucca che apre il corteo verso l'alpeggio, è appesa al più ornato collare di pelle; in Chiuro questo era sparso di borchie metalliche o intagliato a motivi agresti dal capofamiglia. E da Chiuro viene, ben conservata in Tirano, la brunza forse più bella che sia possibile vedere; molto grande, fatta d'un sol pezzo di metallo morbidamente ripiegato e ribattuto con chiodi, porta incisa in basso una greca e, nel mezzo del rigonfio, a forte rilievo, dei sacri segni abbreviati che vogliono dire: «Cristo padrone». Preghiera monito invocazione, verità stupenda: Cristo Signore, padrone d'ogni nostro bene anche materiale. A Lui si raccomanda il bestiame, prima ancora che s'avvii all'alpeggio.

In Talamona tutti i componenti della famiglia, i bimbi ancora ignari e i vecchi curvi sotto il peso delle esperienze, si riuniscono nella stalla per recitare tre Pater Ave Gloria e la Salve Regina, e il Miserere per i poveri morti.
Quelli di San Pietro Berbenno, che salgono in Val Grosina fino ad Avedo, presso il titano Dosdè, prima di far uscire dalla stalla le bestie, stanno bene attenti che la loro catena, ributtata indietro sulla presef vi formi una croce; poi, recitando tre Pater Ave e Gloria, tracciano un segno di croce, con la destra, sulla groppa di ogni bovino, reggendo con la sinistra la candela accesa.
Una rovente goccia di cera, benedetta la Settimana Santa, fanno colare, quei di Premadio, tra le corna della bestia e vi incidono
poi un segno di croce. Quella quella croce vien fatta invece dai bormiesi distillando goccie di cera sul dorso delle mucche pronte per l'alpeggio a cui le conduce lo stesso proprietario, che poi le affida a un unico pastore: o in Vallaccia, o su Pedenollo, o in quel piano del Braulio che, se torna il sole, riavrà fra giugno e luglio, lo sfarzo luminoso dei suoi fitti ranuncoli d'oro. Riti ingenui e fervidi che si appresero dai padri, e ai figli si tramandano, accompagnandoli spesso con offerte generose: due munte di latte che ogni proprietario di Talamona distribuisce, prima di partire, ai poveri senza bestiame, e il panel di burro che quei d'Ardenno offrono alla chiesa. In qualche luogo il dono, sempre di frua (frutti estivi del latte), è dato ai poveri o alla chiesa solo dopo il ritorno dallo alpeggio. Che è tempo di malinconia. La vita sugli alti pascoli è troppo serena, in semplicità di vita primordiale, pacifica di giorno fuori a guardia del bestiame, e distesi sull'erba profumata o nella luce d'acquario del vicino sottobosco, con lo sguardo ozioso al fluttuar delle nubi dai colori di fiaba, inconsistenti e fragili come sogni. La luce, ,a un tratto, si raccoglie sulle vette; è ora di tornare alla baita; si radunano le mandrie, con l'aiuto dei cani pastori, per la mungitura; si dà ai torelli la loro parte di latte poi, così ben regolato, il bestiame per la notte, i pastori possono raccogliersi tranquilli in cucina attorno al focolare per la frugale cena. Tra quel riverbero inquieto della fiamma, si recita poi in coro, a capo scoperto, il Rosario.
Spesso, nella veglia che segue, animatissima di giochi alle carte, canti, facezie, si accende l'antica Inni dal seno concavo come una mano tesa a chiedere, o la lanterna blanda di luce fra quattro vetri. Quest'ultima serve al pastore di turno per la vigilanza sul bestiame che resta spesso all'aperto. All'aperto, quelli di Tirano, escon tutti, uomini e bestie, se infuria la bufera giù dalle forre con voci che sembrano umane. Ma più è selvaggia, meno dura.
Tornano fuori presto le stelle. Se dalle nubi esce la luna a coprire di veli scintillanti gli abissi della notte, s'alza lontano il grido di gelosia del cervo, trascorritore di boschi e di rocce prima di stendersi sul verde letto dentro le macchie. Vicino dondola un campano, altri rispondono. Poi di nuovo silenzio, in attesa dell'alba.”

STORIA
-

AMBIENTE

[Torna in testa alla pagina]

© 2003 - 2024 Massimo Dei Cas | Template design by Andreas Viklund | Best hosted at www.svenskadomaner.se

I PROVERBI SONO IN GRAN PARTE TRATTI DAI SEGUENTI TESTI:

Gaggi, Silvio, "Il volgar eloquio - dialetto malenco", Tipografia Bettini, Sondrio, 2011
Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996)
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003
Pier Antonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996
Pier Antonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999
Pier Antonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Pier Antonio Castellani, "Detti e citazioni della Valdidentro", I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Luigi Godenzi e don Reto Crameri, "Proverbi, modi di dire, filastrocche raccolti a Poschiavo, in particolare nelle sue frazioni", con la collaborazione di alcune classi delle Scuole di Avviamento Pratico, Tip. Menghini, Poschiavo (CH), 1987
Lina Lombardini Rini, "Favole e racconti in dialetto di Valtellina", Edizioni Sandron, Palermo-Roma, 1926
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)


Utilissima anche la consultazione di Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001

[Torna in testa alla pagina]

PRINCIPALI TESTI CONSULTATI:

Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
Tullio Urangia Tazzoli, "La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari”, Anonima Bolis Bergamo, 1935;
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996);
Giuseppina Lombardini, “Leggende e tradizioni valtellinesi”, Sondrio, ed. Mevio Washington, 1925;
Lina Rini Lombardini, “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni”, Sondrio, Ramponi, 1950;
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese 1912, ristampa integrale nel 1967 a Bormio e II ristampa nel 1998 a Bormio a cura di Alpinia Editrice;
Glicerio Longa, "Vocabolario Bormino”, Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913;
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – La nascita e l'infanzia” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2000);
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – Fidanzamento e matrimonio” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2004);
Luigi De Bernardi, "Almanacco valtellinese e valchiavennasco", II, Sondrio, 1991;
Giuseppe Napoleone Besta, "Bozzetti Valtellinesi", Bonazzi, Tirano, 1878;
Ercole Bassi, “La Valtellina (Provincia di Sondrio) ”, Milano, Tipografia degli Operai, 1890;
"Ardenno- Strade e contrade", a cura della cooperativa "L'Involt" di Sondrio;
"Castione - Un paese di Valtellina", edito a cura della Biblioteca Comunale di Castione, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Sondrio;
don Domenico Songini, “Storie di Traona – terra buona”, vol. II, Bettini Sondrio, 2004;
don Domenico Songini, “Storia e... storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001;
Scuola primaria di Sirta: calendari 1986 e 1991 (a cura dell'insegnante Liberale Libera);
Luisa Moraschinelli, “Uita d'Abriga cüntada an dal so dialet (agn '40)”;
Giovanni Bianchini e Remo Bracchi, "“Dizionario etimologico dei dialetti della Val di Tartano”, Fondazione Pro Valtellina, IDEVV, 2003;
Rosa Gusmeroli, "Le mie care Selve";
Cirillo Ruffoni, "Ai confini del cielo - la mia infanzia a Gerola", Tipografia Bettini, Sondrio, 2003;
Cirillo Ruffoni, "Chi va e chi resta - Romanzo storico ambientato in bassa Valtellina nel secolo XV", Tipografia Bettini, Sondrio, 2000;
Cirillo Ruffoni, "In nomine Domini - Vita e memorie di un comune della Valtellina nel Trecento", Tipografia Bettini, Sondrio, 1998;
Mario Songini (Diga), "La Val Masino e la sua gente - storia, cronaca e altro", Comune di Val Masino, 2006;
Tarcisio Della Ferrera, "Una volta", Edizione Pro-Loco Comune di Chiuro, 1982;
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003;
Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001;
Associazione Archivio della Memoria di Ponte in Valtellina, "La memoria della cura, la cura della memoria", Alpinia editrice, 2007;
Luisa Moraschinelli, "Come si viveva nei paesi di Valtellina negli anni '40 - l'Aprica", Alpinia editrice, 2000;
Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina", Jaca Book, 1982;
Patrizio Del Nero, “Albaredo e la via di San Marco – Storia di una comunità alpina”, Editour, 2001;
Amleto Del Giorgio, "Samolaco ieri e oggi", Chiavenna, 1965;
Ines Busnarda Luzzi, "Case di sassi", II, L'officina del Libro, Sondrio, 1994;
aa.vv. “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio” (Silvana editoriale, 1995) Pierantonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996 Pierantonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999 Pierantonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Pietro Ligari, “Ragionamenti d’agricoltura” (1752), Banca Popolare di Sondrio, Sondrio, 1988
Saveria Masa, “Libro dei miracoli della Madonna di Tirano”, edito a cura dell’Associazione Amici del Santuario della Beata Vergine di Tirano” (Società Storica Valtellinese, Sondrio, 2004)
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890

[Torna in testa alla pagina]

La riproduzione della pagina o di sue parti è consentita previa indicazione della fonte e dell'autore
(Massimo Dei Cas, www.paesidivaltellina.it)