SANTI (clicca qui per aprire la pagina relativa a questo giorno dal sito www.santiebeati.it):
S. Damaso papa

PROVERBI

Dòpu el vént, tri dì de bèl témp (dopo il vento, tre giorni di bel tempo)
Ci bén lìa bén desc'lìa (chi bene lega, bene slega – Livigno)
A fa divers dai oltri se ciàppa giù del màtt
(a far diverso dagli altri ci si sente dare del matto – Montagna in Valtellina)
Fidàss de tücc’ l’è na bèla robba, ma fidàss de nigün l’è amò mèi
(fidarsi di tutti è una bella cosa, ma non fidarsi di nessuno è ancora meglio – Montagna in Valtellina)
Al vin a bun merc(h)èè al porta l'um a l'uspedèè (il vino a buon mercato porta all'ospedale - Fraciscio)
Strüss al taul e la benc(h)a inde al g(h)e pü barba biènc(h)a
(miseri il tavolo e la panca dove non c'è più una barba bianca - Fraciscio)
Certa gent l'è meiar e la perdar, cu e la truvär (certa gente è meglio perderla che trovarla - Val Bregaglia)
Chi sa suméglia sa piglia (chi si somiglia si piglia - Poschiavo)

VITA DI UNA VOLTA

Dicémbre

Signér, làgum finir
la sc'tòria dei méi dì
int in de la mia bàita,
col sc'tègn tacà a la cadéna,
la mia credénza
co l'antìna sc'tòrta,
l' odór de pomarànc',
la péndola che bat,
al sc'péc' tacà
co 'n tòch de sc'trefurzìn
al sc'pìgol de la pòrta...
Te sc'péiti chi in cusgìna,
col mè sachét de dì,
pasà gné bén, gné mal.
E intànt che sc'péiti, sc'péri
e i mpizi su in del föch
al ciùcul de Natàl

Dicembre

Signore, lasciami concludere
la vicenda dei miei giorni
dentro la mia casa,
con il paiolo appeso alla catena,
la mia credenza
con l'antina storta,
il profumo delle arance,
la pendola che scandisce il tempo,
lo specchio attaccato
con un pezzo di spago
allo spigolo della porta...
Ti attendo qui, in cucina,
con il sacchetto dei miei giorni,
trascorsi né bene né male.
E, intanto che aspetto, spero
e accendo nel caminetto
il ceppo di Natale.

(Dalla raccolta di Giuseppina Martinelli, pubblicata sul Bollettino della Società Storica dell’Alta Valtellina del 1999, nell’articolo “Mi me rigòrdi…”, di Michela Pola)

Nella “Guida escursionistica della Valchiavenna” (edizioni Rota, Chiavenna, 1986), leggiamo:

Brisàola
È fatta con carne di manzo (fesa, sottofesa, sottosso, magatello) posta sotto sale e con aromi naturali per 4-5 giorni. La stagionatura varia da tre a sei mesi. È il prodotto tipico più rinomato, nutrientissimo, energetico e si presenta come un muscolo rosso con pochissimo grasso integralmente conservato. È un alimento gradito ai bambini, ottimo per gli adulti, confacente ai vecchi, agli ammalati ed ai convalescenti per la facile digeribilità e rapida assimilazione.

Violín de carna séca.

È così chiamato per la maniera di affettarlo, appoggiandolo sotto il mento con la mano sinistra, mentre con la destra si taglia con il coltello (una volta con la "mèla") a mo' di archetto. Si ottiene dalla coscia o spalla di capra (perciò detto
anche "spaléta"), ma anche di pecora, camoscio o capriolo. Si segue la lavorazione della brisaola. Si presenta in tavola intero e viene tagliato al momento della degustazione. L'ideale è tagliarlo e gustarlo a crotto con vinello locale.

L'inverno è la stagione nella quale si consumava uno dei riti più classici e festosi della civiltà contadina, l'uccisione del maiale (in quelle famiglie che se lo potevano permettere).
Nel prezioso volume di Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina" (Jaca Book, 1982), leggiamo:
L'allevamento tra una componente essenziale dell'attività agricola dell'economia di pressoché tutte le famiglie. Gli Statuti se ne occuparono diffusamente e sistematicamente, anche perché si trattava di un'attività che si svolgeva, per quanto riguarda il pascolo e l'alpeggio, in una sfera per così dire «esterna» al proprietario, quasi a cavallo tra il privato e il pubblico.
Oggetto di allevamento furono gli animali da cortile (pochi per la verità, per i quali scarse e non significative sono le disposizioni statutarie, ma soprattutto mucche, cavalli (scarsi i muli e ancor più gli asini), pecore e capre e il diffusissimo maiale, che aveva un posto di primaria importanza nell'economia di quasi tutte le famiglie. Allevare il maiale, «il ciun» come era chiamato in dialetto, costituiva infatti un formidabile mezzo per tesaurizzare gli scarsi residui organici della vita del desco familiare (sottoprodotti della lavorazione del latte, scarti alimentari e così via) ricavandone quel po' di carne, ma soprattutto di grassi, indispensabili per l'inverno. Tra l'altro era abbastanza diffuso il pascolo di tali animali, che riduceva ulteriormente i costi, sia nei periodi consentiti che di frodo, come si può desumere dalle ricorrenti disposizioni statutarie. Il Cap. 36 degli Statuti di Villa, ad esempio, disponeva che «non sia persona di qual stato et grado esser si voglia habitante in detto Comune, la quale ardisca, né presuma, lasciar fuori di casa porci grandi, né piccoli dalle calende di Febraro fin le calende di Dicembre sotto la pena di L. 4 imperiali se non saranno sposati e di L. 2 imperiali se saranno sposati» («sposare» il maiale era il mettergli un anello al naso). Il tutto con riserva delle altre pene previste dagli Statuti di Valtellina (già ricordate).
D'estate i maiali erano spesso portati in montagna, seguendo gli spostamenti delle famiglie; d'inverno avveniva l'uccisione, che rappresentava una vera e propria festa, anche se cruda in alcuni suoi aspetti, con corale partecipazione di tutti i membri della famiglia. Anche riguardo al maiale la denominazione era un chiaro indice della sua importanza essenziale; spesso, specie nei verbali di contravvenzione, era definito puramente e semplicemente «animale»: quasi un componente necessario della famiglia, insomma…
In sintesi, la disciplina tipica può essere individuata nella seguente:
Inverno: gli animali erano stabulati a fondovalle e potevano pascolare (se le condizioni di innevamento lo rendevano possibile) nei prati di fondovalle e nei castagneti.
Primavera: il bestiame era portato sui maggenghi e fatto pascolare nelle zone boschive annesse.
Estate: si alpeggiava, in ogni caso.
Autunno: le bestie erano riportate sui maggenghi e poi a fondovalle.

STORIA

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I PROVERBI SONO IN GRAN PARTE TRATTI DAI SEGUENTI TESTI:

Gaggi, Silvio, "Il volgar eloquio - dialetto malenco", Tipografia Bettini, Sondrio, 2011
Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996)
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003
Pier Antonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996
Pier Antonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999
Pier Antonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Pier Antonio Castellani, "Detti e citazioni della Valdidentro", I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Luigi Godenzi e don Reto Crameri, "Proverbi, modi di dire, filastrocche raccolti a Poschiavo, in particolare nelle sue frazioni", con la collaborazione di alcune classi delle Scuole di Avviamento Pratico, Tip. Menghini, Poschiavo (CH), 1987
Lina Lombardini Rini, "Favole e racconti in dialetto di Valtellina", Edizioni Sandron, Palermo-Roma, 1926
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)


Utilissima anche la consultazione di Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001

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PRINCIPALI TESTI CONSULTATI:

Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
Tullio Urangia Tazzoli, "La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari”, Anonima Bolis Bergamo, 1935;
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996);
Giuseppina Lombardini, “Leggende e tradizioni valtellinesi”, Sondrio, ed. Mevio Washington, 1925;
Lina Rini Lombardini, “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni”, Sondrio, Ramponi, 1950;
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese 1912, ristampa integrale nel 1967 a Bormio e II ristampa nel 1998 a Bormio a cura di Alpinia Editrice;
Glicerio Longa, "Vocabolario Bormino”, Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913;
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – La nascita e l'infanzia” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2000);
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – Fidanzamento e matrimonio” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2004);
Luigi De Bernardi, "Almanacco valtellinese e valchiavennasco", II, Sondrio, 1991;
Giuseppe Napoleone Besta, "Bozzetti Valtellinesi", Bonazzi, Tirano, 1878;
Ercole Bassi, “La Valtellina (Provincia di Sondrio) ”, Milano, Tipografia degli Operai, 1890;
"Ardenno- Strade e contrade", a cura della cooperativa "L'Involt" di Sondrio;
"Castione - Un paese di Valtellina", edito a cura della Biblioteca Comunale di Castione, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Sondrio;
don Domenico Songini, “Storie di Traona – terra buona”, vol. II, Bettini Sondrio, 2004;
don Domenico Songini, “Storia e... storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001;
Scuola primaria di Sirta: calendari 1986 e 1991 (a cura dell'insegnante Liberale Libera);
Luisa Moraschinelli, “Uita d'Abriga cüntada an dal so dialet (agn '40)”;
Giovanni Bianchini e Remo Bracchi, "“Dizionario etimologico dei dialetti della Val di Tartano”, Fondazione Pro Valtellina, IDEVV, 2003;
Rosa Gusmeroli, "Le mie care Selve";
Cirillo Ruffoni, "Ai confini del cielo - la mia infanzia a Gerola", Tipografia Bettini, Sondrio, 2003;
Cirillo Ruffoni, "Chi va e chi resta - Romanzo storico ambientato in bassa Valtellina nel secolo XV", Tipografia Bettini, Sondrio, 2000;
Cirillo Ruffoni, "In nomine Domini - Vita e memorie di un comune della Valtellina nel Trecento", Tipografia Bettini, Sondrio, 1998;
Mario Songini (Diga), "La Val Masino e la sua gente - storia, cronaca e altro", Comune di Val Masino, 2006;
Tarcisio Della Ferrera, "Una volta", Edizione Pro-Loco Comune di Chiuro, 1982;
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003;
Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001;
Associazione Archivio della Memoria di Ponte in Valtellina, "La memoria della cura, la cura della memoria", Alpinia editrice, 2007;
Luisa Moraschinelli, "Come si viveva nei paesi di Valtellina negli anni '40 - l'Aprica", Alpinia editrice, 2000;
Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina", Jaca Book, 1982;
Patrizio Del Nero, “Albaredo e la via di San Marco – Storia di una comunità alpina”, Editour, 2001;
Amleto Del Giorgio, "Samolaco ieri e oggi", Chiavenna, 1965;
Ines Busnarda Luzzi, "Case di sassi", II, L'officina del Libro, Sondrio, 1994;
aa.vv. “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio” (Silvana editoriale, 1995) Pierantonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996 Pierantonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999 Pierantonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Pietro Ligari, “Ragionamenti d’agricoltura” (1752), Banca Popolare di Sondrio, Sondrio, 1988
Saveria Masa, “Libro dei miracoli della Madonna di Tirano”, edito a cura dell’Associazione Amici del Santuario della Beata Vergine di Tirano” (Società Storica Valtellinese, Sondrio, 2004)
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890

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