SANTI (clicca qui per aprire la pagina relativa a questo giorno dal sito www.santiebeati.it):
S. Caio, Sotero, Leonida

PROVERBI

Aprìil, gnànca 'n fìil (ad aprile non ti devi scoprire neppure di un filo)
Ghéba bàsa bèl témp la làsa (nebbia bassa lascia il bel tempo - Tirano)
El cuntadín avar el ve mai sciur (il contadino avaro non diventa mai ricco)
Ndue ghè miga l'aiüt de gént, el ghe voi en argént
(dove non c’è gente che aiuta, ci vogliono i soldi per ingaggiarla)
Chi risparmia el letàm, risparmia a sò dann (chi risparmia letame, risparmia a suo danno)
Gh’è nigùt depü bèl che vedè ‘n müs cuntént
(non c'è nulla di più bello che vedere un volto contento - Tirano)
Chi no giüstä, o chi no ménda, tutta la so fortünä la va in vištiméntä
(chi non aggiusta o non rammenda, deve spendere tutti i suoi soldi in vestiti - Villa di Chiavenna)
Cur ca t'an vèdas ün senza gambi, lumèntat miga da essa senza scarpi!
(quando vedi uno senza gambe, non lamentarti di essere senza scarpe - Poschiavo)

VITA DI UNA VOLTA

Glicerio Longa, nel "Vocabolario Bormino” (Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913), scrive:
"Gobia = giovedì: gobia grasa = giovedì grasso. Usanza del giovedì grasso: Si celebrava fino a pochi anni fa tra grandi feste e tripudj. Sulla piazza maggiore del Comune veniva piantato al pal de la kukagna, ben liscio e insaponato, per renderne più ardua la salita. Al vincitore della gara spettavano i doni copiosi appesi in cima al palo. Pure in tal giorno si usava dare, sulla pubblica piazza, un gran banchetto ai poveri del paese, con abbondante distribuzione di polenta. Usanza del giovedì santo: la confraternita si raccoglie di sera nell'oratorio dove riproduce la cena degli apostoli con del pane, pesce e vino. Finita la cena il più vecchio barbogio lava i piedi a dodici confratelli più anziani. Pronostico : gobia pisota - venerdi tot al di - sabet fili mesdi = quando giovedì pioviggina - venerdì piove tutto il giorno - e sabato fino a mezzodì.
"

Rosa Gusmeroli, ne "Le mie care Selve", suggestivo affresco della vita contadina nella piccola frazione del versante orobico mediovaltellinese, scrive:
I prati ed i boschi erano l'unica fonte di guadagno da cui i nostri antenati traevano il sostentamento per la famiglia.
Proprio perché la loro vita dipendeva dalla natura, la rispettavano il più possibile. I prati erano curati e puliti. La pulizia avveniva nel tardo autunno, quando si provvedeva alla raccolta del fogliame e dei ricci, e proseguiva in primavera quando si raccoglievano i sassi e si allargavano i mucchi di terra sollevati dalle talpe (se catàua su i ses e se slargaàua i tupii).
Allora "cun un cauagneil u cun un bàldu" (con un canestro o con un secchio) si passava per tutti i prati a raccogliere minuziosamente foglie, legni e sassi, anche i più piccoli altrimenti "se smarasciaua la ranza quant se segaua".
La consistenza dei muri veniva periodicamente controllata per evitare che cadessero. Quando pioveva si provvedeva a scavare "li rulgi" per far scorrere l'acqua in eccesso ed evitare le frane…
Una volta non c'era nessun pericolo di frane o di valanghe in quanto i castagni nei prati erano numerosi. Fu verso la fine degli anni '50 che si incominciò a tagliare gli alberi nei prati perché ormai la castagna non era più l'alimento base; inoltre non era più conveniente farla seccare perché ci volevano troppo tempo e troppa legna: solo alcune famiglie lo facevano ancora.
Persino i boschi erano curati. Venivano ripuliti da tutto il fogliame, poi utilizzato per la lettiera delle mucche, da tutti i ramoscelli e anche dai legnetti più piccoli. Una parte della legna veniva venduta, l'altra utilizzata per il riscaldamento, per cucinare e lavorare il latte.
D'estate si andava a fare "ul patusc", le erbe selvatiche di cui le capre erano ghiotte. Per farne un campacc ci volevano anche due ore, ma che profumo delizioso emanava mentre essiccava al sole!
La parte rimanente delle erbe dei boschi veniva pascolata da pecore, capre e mucche. I boschi erano puliti ed ordinati. I nostri antenati dedicavano lo stesso tempo alla pulizia della casa e a quella della natura; in casa restavano solo per mangiare e dormire, mentre il resto della giornata lo passavano all'aperto; mai si sarebbero permessi di sporcare un bosco o una strada. …

L'acqua era limpida e si beveva ovunque. Ricordo che per la strada che dal Piano porta alle Selve c'erano due sorgenti e nei giorni di calura ci si fermava sempre a bere direttamente dalla roccia o dalla terra. Non ricordo nessuno che abbia contratto infezioni o malattie per aver bevuto quell'acqua. Quando si andava a Rodolo si beveva l'acqua dei "canai" e di qualsiasi rigagnolo. Ora non sarebbe più possibile farlo, anzi si ha paura anche a bere l'acqua del rubinetto di casa.
Ai tempi si riteneva che l'acqua dopo tre salti si fosse già autodepurata; in realtà la sua capacità di autodepurarsi dipende dalla quantità di ossigeno che contiene, perché i microrganismi che ne sono responsabili utilizzano l'ossigeno per vivere. …
I prodotti coltivati erano veramente genuini. Solo verso la fine degli anni '50 si iniziò a spargere nei prati, oltre al letame, anche un po' di ''guanu". Negli orti e nei campi veniva usato tassativamente solo il letame, nessun prodotto chimico per sterminare gli insetti e le erbacce, tutt'al più si adottava qualche rimedio casalingo: coltura biologica quindi!
I prodotti chimici hanno fatto la loro comparsa, in quantità minima, verso la fine degli anni '50 e poi sono aumentati vertiginosamente. Agli inizi degli anni '50 si incominciò a parlare anche qui di inquinamento: secondo alcuni era causato dagli aerei e da chissà quale altro mostro posto in qualche angolo remoto della terra, magari anche dalla bomba atomica lanciata sul Giappone... ma di fatto si constatò che i castagni si stavano ammalando ed era spesso necessario "scalzilti" cioè potarli o addirittura tagliarli.
Sui volti degli adulti scorgevo i segni della preoccupazione, ma ero tanto piccola e avevo sentito parlare solo di progresso: come avrebbe potuto danneggiarci se, in fondo, si cominciava a vivere meglio? … I nostri ci mettevano in guardia "uardì che 's miga sèmpre andà auànti, as gà dàa de turnà 'ndree" (Guardate che non si può mica sempre andare avanti, si deve anche tornare indietro!)….”

 

STORIA
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AMBIENTE

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I PROVERBI SONO IN GRAN PARTE TRATTI DAI SEGUENTI TESTI:

Gaggi, Silvio, "Il volgar eloquio - dialetto malenco", Tipografia Bettini, Sondrio, 2011
Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996)
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003
Pier Antonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996
Pier Antonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999
Pier Antonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Pier Antonio Castellani, "Detti e citazioni della Valdidentro", I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Luigi Godenzi e don Reto Crameri, "Proverbi, modi di dire, filastrocche raccolti a Poschiavo, in particolare nelle sue frazioni", con la collaborazione di alcune classi delle Scuole di Avviamento Pratico, Tip. Menghini, Poschiavo (CH), 1987
Lina Lombardini Rini, "Favole e racconti in dialetto di Valtellina", Edizioni Sandron, Palermo-Roma, 1926
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)


Utilissima anche la consultazione di Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001

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PRINCIPALI TESTI CONSULTATI:

Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
Tullio Urangia Tazzoli, "La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari”, Anonima Bolis Bergamo, 1935;
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996);
Giuseppina Lombardini, “Leggende e tradizioni valtellinesi”, Sondrio, ed. Mevio Washington, 1925;
Lina Rini Lombardini, “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni”, Sondrio, Ramponi, 1950;
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese 1912, ristampa integrale nel 1967 a Bormio e II ristampa nel 1998 a Bormio a cura di Alpinia Editrice;
Glicerio Longa, "Vocabolario Bormino”, Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913;
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – La nascita e l'infanzia” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2000);
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – Fidanzamento e matrimonio” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2004);
Luigi De Bernardi, "Almanacco valtellinese e valchiavennasco", II, Sondrio, 1991;
Giuseppe Napoleone Besta, "Bozzetti Valtellinesi", Bonazzi, Tirano, 1878;
Ercole Bassi, “La Valtellina (Provincia di Sondrio) ”, Milano, Tipografia degli Operai, 1890;
"Ardenno- Strade e contrade", a cura della cooperativa "L'Involt" di Sondrio;
"Castione - Un paese di Valtellina", edito a cura della Biblioteca Comunale di Castione, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Sondrio;
don Domenico Songini, “Storie di Traona – terra buona”, vol. II, Bettini Sondrio, 2004;
don Domenico Songini, “Storia e... storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001;
Scuola primaria di Sirta: calendari 1986 e 1991 (a cura dell'insegnante Liberale Libera);
Luisa Moraschinelli, “Uita d'Abriga cüntada an dal so dialet (agn '40)”;
Giovanni Bianchini e Remo Bracchi, "“Dizionario etimologico dei dialetti della Val di Tartano”, Fondazione Pro Valtellina, IDEVV, 2003;
Rosa Gusmeroli, "Le mie care Selve";
Cirillo Ruffoni, "Ai confini del cielo - la mia infanzia a Gerola", Tipografia Bettini, Sondrio, 2003;
Cirillo Ruffoni, "Chi va e chi resta - Romanzo storico ambientato in bassa Valtellina nel secolo XV", Tipografia Bettini, Sondrio, 2000;
Cirillo Ruffoni, "In nomine Domini - Vita e memorie di un comune della Valtellina nel Trecento", Tipografia Bettini, Sondrio, 1998;
Mario Songini (Diga), "La Val Masino e la sua gente - storia, cronaca e altro", Comune di Val Masino, 2006;
Tarcisio Della Ferrera, "Una volta", Edizione Pro-Loco Comune di Chiuro, 1982;
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003;
Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001;
Associazione Archivio della Memoria di Ponte in Valtellina, "La memoria della cura, la cura della memoria", Alpinia editrice, 2007;
Luisa Moraschinelli, "Come si viveva nei paesi di Valtellina negli anni '40 - l'Aprica", Alpinia editrice, 2000;
Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina", Jaca Book, 1982;
Patrizio Del Nero, “Albaredo e la via di San Marco – Storia di una comunità alpina”, Editour, 2001;
Amleto Del Giorgio, "Samolaco ieri e oggi", Chiavenna, 1965;
Ines Busnarda Luzzi, "Case di sassi", II, L'officina del Libro, Sondrio, 1994;
aa.vv. “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio” (Silvana editoriale, 1995) Pierantonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996 Pierantonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999 Pierantonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Pietro Ligari, “Ragionamenti d’agricoltura” (1752), Banca Popolare di Sondrio, Sondrio, 1988
Saveria Masa, “Libro dei miracoli della Madonna di Tirano”, edito a cura dell’Associazione Amici del Santuario della Beata Vergine di Tirano” (Società Storica Valtellinese, Sondrio, 2004)
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890

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La riproduzione della pagina o di sue parti è consentita previa indicazione della fonte e dell'autore
(Massimo Dei Cas, www.paesidivaltellina.it)

 

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