SANTI (clicca qui per aprire la pagina relativa a questo giorno dal sito www.santiebeati.it):
S. Giovanni da Kety (Canzio), S. Vittoria

PROVERBI

Prima de Natàl se mangia töcc’ egual, dopo de Natàl i mangia cöi che ghe n’à
(prima di natale si mangia tutti ugualmente, dopo Natale mangiano solo quelli che stanno bene - Traona)
Morosa dal Comùn scposa da nigùn (morosa di tutti nessuno la vuol sposare – Livigno)
L’è bùn l’amìs, l’è bùn el parént, ma i devénta catìf quanch’che sg’ha gnént
(è buono l’amico, è buono il parente, ma diventano cattivi quando non si ha nulla – Montagna in Valtellina)
Se fa püsé prést a truà un busàrt che ‘n zòp (si fa prima a trovare un bugiardo che uno zoppo)
I catìvi nöi li vùla (le cattive notizie volano - Tirano)
I ciciàri vòlta mìga vìa i mestée (con le chiacchiere non si fanno i mestieri - Tirano)
I crus i è cùma l’ùmbra, ‘ndèche li va li ta cur sémpri drée
(le croci sono come l'ombra, ovunque tu vada, ti corrono sempre dietro - Tirano)
Cura ca la mama la va a cavà li ravi, mi ma la cavi
(quando la mamma va a cavare le rape, io me la cavo - Poschiavo)

VITA DI UNA VOLTA

Nel "Dizionario etimologico grosino" di Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio, leggiamo:
"Pizucurèra (pizucherèra) f. antica tradizione in uso la sera del 23 di dicembre specialmente in Valgrosina fino agli degli anni '50, quando un gran numero famiglie rimaneva ancora sui maggenghi per la maggior parte dell'anno. Il periodo della discesa al fondovalle era infatti compreso fra le feste di s. Antonio abate (17 gennaio) e quelle di s. Gregorio Magno (13 marzo) o s. Giuseppe (19 marzo). Essa consisteva in una cena abbondante e inusuale, che poteva essere a base di pizzocheri oppure di polenta di grano saraceno cotta nella panna (pulénta brina), oppure di maccheroni o fusilli (pasti sbuièdi) conditi con ragù. Poteva pure trattarsi di una minestra di latte, dove gli usuali grumi di farina (i menedéi) venivano eccezionalmente sostituiti da un pugno di riso (detto alla veneta risi) e il latte veniva tagliato solamente con 1/4 di acqua anziché diluirlo a metà, come avveniva abitualmente. Il tutto veniva poi innaffiato con qualche sorso di vino in più del solito. Questa cena abbondante, che caratterizzava la sera dell'antivigilia di Natale, era solo in parte motivata dal fatto che per il giorno successivo era prescritto dal calendario liturgico il digiuno e l'astinenza. Infatti in un'economia di sussistenza queste privazioni erano molte volte quotidiane. Si trattava della festa più sentita non solo dai ragazzi, ma anche dalle persone adulte, che l'attendevano con trepidazione durante tutto l'anno. Sarebbe riduttivo pensare che ciò dipendesse unicamente dal fatto che finalmente ci si poteva rimpinzare. Erano vari gli ingredienti che contribuiva­no a rendere magica quella notte dai silenzi ovattati, rotti unicamente dall'echeggiare dei richiami amorosi (i cridàva de buntémp), dove una calda atmosfera di concordia e condivisione riuniva al tepore delle stalle i vari nuclei sparsi nella valle. La pizucurèra di vachi, era una tradizione in uso in Valgrosina e consisteva in un pasto più abbondante per il bestiame, la sera dell'Epifania."

Cirillo Ruffoni, in "Chi va e chi resta - Romanzo storico ambientato in bassa Valtellina nel secolo XV", Tipografia Bettini, Sondrio, 2000, ci offre questa bella ricostruzione dell'approvvigionamento della legna in Val Gerola durante i mesi invernali:
"…Nella notte (come spesso accade) la neve è caduta più abbondante e all'alba presenta un paesaggio irriconoscibile perchè ricoperto da uno strato che arriva fin sopra il gincchio. Finalmente è possibile provvedere ai trasporti mediante le slitte. Durante l'estate, molti uomini hanno raccolto la legna in varie
località, distanti dalle case, specialmente in valle della Pietra, dove l’inverno scorso le valanghe hanno sradicato numerosi alberi. Dopo un'abbondante nevicata, infatti, la neve farinosa si è staccata dai ripidi costoni della montagna ed è precipitata a valle come una nuvo1a bianca dalla forza terrificante. Non c'è stato alveo o costone capace di tenerla incanalata: in diversi punti ha investito la pineta, annientando ciò che la natura aveva creato in decenni di silenziosa crescita. Gli uomini, che conoscono questa legge della natura e la accettano, si sono affrettati a raccogliere il legname fornito con tanta abbondanza. Ognuno ha seguito la consuetudine, non scritta, ma rispettata da tutti: la legna dispersa è del primo che la raccoglie, quando però è stata pulita e ordinata in una catasta, diventa proprietà privata e costituisce furto toccarla.
Appena il tempo si ristabilisce, anche Berto e Simone si recano in valle della Pietra, con un gruppo di uomini, per incominciare il trasporto della loro legna. Il primo viaggio è sempre faticoso e dura l'intera giornata, perchè naturalmente bisogna comprimere la neve per rendere compatto il fondo e si devono disporre protezioni nei punti più pericolosi del sentiero...
Una volta giunti a destinazione, gli uomini liberano le cataste di legna, sepolte sotto la neve, poi iniziano a caricare le slitte, disponendo ordinatamente rami e tronchi, in modo che nella parte anteriore formino una specie di sedile, sul quale si colloca il guidatore. Quando il livello della legna è considerato sufficiente e ormai raggiunge l'altezza dei quattro paletti conficcati alle estremità dei pattini, si può partire. Nei tratti pianeggianti la slitta deve essere trainata e richiede a volte un grande sforzo, ma poi, nelle lunghe discese, permette un'ubriacante corsa, nella quale anche gli adulti sembrano ritornare bambini e divertirsi un mondo. Bisogna però essere bravi a mantenere la direzione, guidando la slitta con i piedi, ma soprattutto a regolare la velocità nei tratti più ripidi, per non finire sbalzati fuori dalla pista con tutto il carico. Per questo ognuno si munisce di un grosso ramo, lo infila sotto la traversa anteriore e, quando vuole frenare la corsa, lo tira energicamente verso di sé.
Con i continui passaggi la pista diventa veloce. In alcuni tratti, però, le slitte, pesantissime, scavano il fondo e lo modellano a onde, così che la discesa assomiglia ad una galoppata in groppa a un toro selvaggio.
Durante i viaggi di risalita, invece, quando gli uomini camminano in fila con il loro passo lento e regolare (e durante le frequenti pause), c'è molto tempo per parlare. Si ricordano le persone di un tempo, si raccontano fatti recenti e passati, episodi veri e storie incredibili di animali, di fantasmi e di streghe, mentre il vento soffia con folate gelide e i pattini delle slitte producono sulla neve un leggero fruscio. E' anche in circostanze come queste che le tradizioni orali passano dall'uno all'altro, dagli anziani ai più giovani, per continuare il loro affascinante cammino attraverso il tempo. Il trasporto della legna dura per diversi giorni.”

STORIA
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AMBIENTE

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I PROVERBI SONO IN GRAN PARTE TRATTI DAI SEGUENTI TESTI:

Gaggi, Silvio, "Il volgar eloquio - dialetto malenco", Tipografia Bettini, Sondrio, 2011
Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996)
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003
Pier Antonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996
Pier Antonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999
Pier Antonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Pier Antonio Castellani, "Detti e citazioni della Valdidentro", I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Luigi Godenzi e don Reto Crameri, "Proverbi, modi di dire, filastrocche raccolti a Poschiavo, in particolare nelle sue frazioni", con la collaborazione di alcune classi delle Scuole di Avviamento Pratico, Tip. Menghini, Poschiavo (CH), 1987
Lina Lombardini Rini, "Favole e racconti in dialetto di Valtellina", Edizioni Sandron, Palermo-Roma, 1926
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)


Utilissima anche la consultazione di Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001

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PRINCIPALI TESTI CONSULTATI:

Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
Tullio Urangia Tazzoli, "La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari”, Anonima Bolis Bergamo, 1935;
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996);
Giuseppina Lombardini, “Leggende e tradizioni valtellinesi”, Sondrio, ed. Mevio Washington, 1925;
Lina Rini Lombardini, “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni”, Sondrio, Ramponi, 1950;
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese 1912, ristampa integrale nel 1967 a Bormio e II ristampa nel 1998 a Bormio a cura di Alpinia Editrice;
Glicerio Longa, "Vocabolario Bormino”, Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913;
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – La nascita e l'infanzia” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2000);
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – Fidanzamento e matrimonio” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2004);
Luigi De Bernardi, "Almanacco valtellinese e valchiavennasco", II, Sondrio, 1991;
Giuseppe Napoleone Besta, "Bozzetti Valtellinesi", Bonazzi, Tirano, 1878;
Ercole Bassi, “La Valtellina (Provincia di Sondrio) ”, Milano, Tipografia degli Operai, 1890;
"Ardenno- Strade e contrade", a cura della cooperativa "L'Involt" di Sondrio;
"Castione - Un paese di Valtellina", edito a cura della Biblioteca Comunale di Castione, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Sondrio;
don Domenico Songini, “Storie di Traona – terra buona”, vol. II, Bettini Sondrio, 2004;
don Domenico Songini, “Storia e... storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001;
Scuola primaria di Sirta: calendari 1986 e 1991 (a cura dell'insegnante Liberale Libera);
Luisa Moraschinelli, “Uita d'Abriga cüntada an dal so dialet (agn '40)”;
Giovanni Bianchini e Remo Bracchi, "“Dizionario etimologico dei dialetti della Val di Tartano”, Fondazione Pro Valtellina, IDEVV, 2003;
Rosa Gusmeroli, "Le mie care Selve";
Cirillo Ruffoni, "Ai confini del cielo - la mia infanzia a Gerola", Tipografia Bettini, Sondrio, 2003;
Cirillo Ruffoni, "Chi va e chi resta - Romanzo storico ambientato in bassa Valtellina nel secolo XV", Tipografia Bettini, Sondrio, 2000;
Cirillo Ruffoni, "In nomine Domini - Vita e memorie di un comune della Valtellina nel Trecento", Tipografia Bettini, Sondrio, 1998;
Mario Songini (Diga), "La Val Masino e la sua gente - storia, cronaca e altro", Comune di Val Masino, 2006;
Tarcisio Della Ferrera, "Una volta", Edizione Pro-Loco Comune di Chiuro, 1982;
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003;
Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001;
Associazione Archivio della Memoria di Ponte in Valtellina, "La memoria della cura, la cura della memoria", Alpinia editrice, 2007;
Luisa Moraschinelli, "Come si viveva nei paesi di Valtellina negli anni '40 - l'Aprica", Alpinia editrice, 2000;
Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina", Jaca Book, 1982;
Patrizio Del Nero, “Albaredo e la via di San Marco – Storia di una comunità alpina”, Editour, 2001;
Amleto Del Giorgio, "Samolaco ieri e oggi", Chiavenna, 1965;
Ines Busnarda Luzzi, "Case di sassi", II, L'officina del Libro, Sondrio, 1994;
aa.vv. “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio” (Silvana editoriale, 1995) Pierantonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996 Pierantonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999 Pierantonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Pietro Ligari, “Ragionamenti d’agricoltura” (1752), Banca Popolare di Sondrio, Sondrio, 1988
Saveria Masa, “Libro dei miracoli della Madonna di Tirano”, edito a cura dell’Associazione Amici del Santuario della Beata Vergine di Tirano” (Società Storica Valtellinese, Sondrio, 2004)
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890

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