La felice posizione di Campo
Tartano, il primo paese che si incontra salendo in Val Tàrtano, lo
rende meta di piacevoli e suggestive escursioni, alla scoperta di
itinerari poco conosciuti all'imocco della valle. |
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Prima che
fosse costruita l’attuale strada asfaltata, due erano le mulattiere
che permettevano di salire in Val di Tartano. Una è quella
che parte dalla Sirta e risale la val Fabiolo. La seconda è quella
che sale dal conoide di deiezione posto allo sbocco della valle. Per
trovarla, lasciamo la strada asfaltata imboccando, dopo il primo
tornante sinistrorso, la deviazione a destra |
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che porta
ad una centralina idroelettrica.
Qui la strada termina: bisogna proseguire su un sentierino molto sporco
(sono da evitare i calzoni corti!), che ci conduce, attraverso la
fitta vegetazione, |
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ai primi
sassi del grande conoide del torrente Tàrtano.
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Il
sentiero intercetta, poi, una stradina che confluisce in una pista
più larga. |
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Seguendola fino in fondo, ci ritroviamo,
a destra di una grande roccia, |
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proprio
all’imbocco della valle. |
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Ora
torniamo indietro di qualche decina di metri e, guardando alla
nostra destra, noteremo la partenza di un sentiero che sale, nel
bosco, sul fianco orientale della valle, alternando tratti puliti e
godibili ad altri in cui la vegetazione lo invade fastidiosamente. |
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Oltrepassata una cappelletta, |
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continuiamo a salire, |
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con ottimi
scorci panoramici sulla bassa Valtellina, |
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seguendo
quella che si rivela, in molti tratti, una mulattiera ben curata, e
che giunge quasi a lambire, nel tratto superiore, la strada
asfaltata. |
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Alla fine
raggiungeremo il primo nucleo abitato della valle, |
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la
località Case di Sotto (m. 972). |
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Dopo
averla attraversata, |
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senza
salire alla strada asfaltata, |
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proseguiamo, a mezza costa, sul
fianco della bassa valle, |
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fino ad incontrare |
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un secondo
gruppo di case e baite (il Bormino), |
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dal quale
dobbiamo salire alla strada asfaltata. |
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Dopo
pochi metri, però, incontriamo subito un sentiero |
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che se ne
stacca sulla destra: |
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dopo aver
gettato un’occhiata all’impressionante forra sul lato opposto della
valle, |
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scendiamo
sul sentiero scavato nella roccia, |
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fino |
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al bacino
artificiale |
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della
diga ENEL di Colombera. |
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Dal
camminamento della diga, evitando di sporgerci, |
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possiamo
osservare |
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il
pauroso salto dello sbarramento, costruito proprio sulla stretta
porta rocciosa posta a guardia della bassa valle. |
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Lasciamo
il bacino |
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e
saliamo, sul lato opposto della valle, sfruttando un comodo sentiero |
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che ha
dei tratti molto panoramici: |
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davvero
felice è il colpo d'occhio su Campo Tartano, |
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i Corni
Bruciati, il monte Disgrazia |
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e la
costiera Remoluzza-Arcanzo. |
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Il sentiero porta al maggengo di Frasnino
(m. 1074), per poi proseguire, verso sinistra, tagliando il fianco
occidentale della bassa valle. |
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Torniamo sui nostri
passi, fino alla casa dei guardiani della diga, per risalire, sui
prati della Costa, |
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fino a Campo Tartano (m.
1080). |
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Salendo in direzione del
Culmine di Campo, possiamo ammirare le belle baite della parte alta
del paese. |
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Il sentiero prosegue, poi,
nella salita verso la croce posta alla sommità del Culmine, posta
poco sopra i 1300 metri. |
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Torniamo sulla strada asfaltata e, poco
sotto la chiesa
di Campo Tartano, lasciamola per imboccare un sentiero che
fiancheggia per un tratto la sommità di un muraglione e poi comincia
a salire; |
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troveremo presto un bivio,
al quale prendiamo a sinistra, seguendo un sentiero, spesso sporco,
che oltrepassa una baita diroccata e, raggiunta una fonte spesso
secca, |
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piega decisamente a
sinistra, scendendo in un fitto bosco. |
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Intercettiamo così un sentiero più largo;
prendendo a destra, raggiungiamo le baite |
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di Case di Sopra |
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(m. 952), mentre scendendo a
sinistra ci ritroviamo sulla strada asfaltata, poco sopra la
località Case di Sotto. Scesi su una stradina a quest’ultima, si torna alla centrale scendendo sulla mulattiera
già percorsa in salita. |
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Se, però, vogliamo tornare
per una via diversa da quella di salita, possiamo sfruttare la bella
mulattiera della val Fabiòlo: a Campo Tartano, portiamoci nella zona
de cimitero e della vicina località di Case di Sopra: qui
attraversiamo il prato della bella sella erbosa posta al culmine
della val Fabiolo e, raggiunta una cappelletta, imbocchiamo la bella
mulattiera che scende nella valle. |
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Passiamo, così, a sinistra
delle bellissime cascate di Assola, in un ambiente severo e
affascinante. |
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La discesa della valle,
stretta ed incassata fra selvagge e scoscese pareti, che ne relegano
gran parte nell'ombra,è priva di difficoltà: |
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attraversato un ultimo
ponte, ci avviciniamo alla forra terminale, che superiamo sul fianco
sinistro (per noi), |
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fino a raggiungere l'abitato
di Sirta.
Da qui, procedendo verso sinistra, raggiungiamo il punto in cui la
strada per Tartano si stacca dalla Pedemontana orobica, e possiamo
così tornare all'automobile, chiudendo un elegante anello che copre
le vie "storiche" di accesso alla valle, e che richiede circa 4 ore
e mezza di cammino, per superare un dislivello in altezza di circa
800 metri. |
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