Camminando fra i maggenghi a monte di Poira
Apri qui una fotomappa della
Costiera dei Cech
Punti di partenza ed
arrivo
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Tempo necessario
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Dislivello in
altezza
in m. |
Difficoltà
(T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti
esperti)
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Poira di
Civo-Pesc'-Baitone-Pra
Sücc'-Poira di Civo
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5 h
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760
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E
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SINTESI.
Alla prima rotonda all'ingresso di Morbegno
(per chi proviene da Milano) prendiamo a sinistra,
superando un cavalcavia ed una rotonda e
raggiungendo il ponte sull'Adda, oltre il quale
prendiamo a destra e, dopo breve salita, ci
immettiamo nella strada provinciale che sale a Dazio,
procedendo a sinistra. Dopo un tornante dx, un
lungo traverso ci porta a Dazio. Qui seguiamo la
strada che volge a sinistra e sale a Serone,
dove, presso la chiesa, prendiamo a destra
(indicazioni per Naguarido e Caspano), salendo su
una strada che passa per Naguarido e
Chempo. Prestiamo attenzione alla
deviazione a sinistra per Roncaglia e Poira, e la
imbocchiamo. Oltrepassata Roncaglia,
siamo alla conca di Poira e ci
portiamo al termine della strada, dove
parcheggiamo all'ampio parcheggio presso la
chiesetta di S. Margherita (m. 1077). Ci
incamminiamo poi sulla pista sterrata che passa a
destra del campetto di calcio ed a sinistra del
Sacrario degli Alpini, salendo in pineta, fino ad
un bivio, al quale prendiamo a sinistra, salendo
per una stradella molto ripida (passiamo a
sinistra dei prati di Careggio),
fino ad intercettare di nuovo la pista sterrata,
che seguiamo salendo alla conca di Ledino.
Passiamo a destra della conca ed a sinistra di un
agriturismo, fino alla fine della pista (m. 1200).
Un largo sentiero procede diritto ed in piano
verso est, delimitato sul lato destro dal recinto
dell'agriturismo; non lo seguiamo ma, in
corrispondenza della sua partenza guardiamo sul
limite della pineta alla nostra sinistra, e
vedremo un sentiero che comincia a salire in
pineta verso nord, con diversi tornanti. Raggiunta
una cappelletta, siamo ad un bivio al quale
andiamo a sinistra. Poco sopra intercettiamo la
pista tagliafuoco della Costiera dei Cech
orientale e ritroviamo il sentiero sul suo lato
opposto, salendo ancora nel bosco, sempre verso
nord, fino ad uscire alla parte bassa
dell'alpeggio di Pesc' (Peccio,
m. 1613), nella sua parte occidentale. Superate
due baite, procediamo diritti, prestado
attenzione sul nostro lato sinistro: dopo breve
tratto vediamo un cartello giallo della Comunità
Montana Valtellina di Morbegno, posto su un grande
pino che si trova a monte delle baite, sulla
sinistra, appunto, sormontato da un più visibile
cartello che segnala il pericolo d'incendio. Il
cartello escursionistico reca l'indicazione "Pre
Soccio". Una volta individuato il cartello, non
procediamo esattamente nella direzione indicata, ma
pieghiamo leggermente a destra, passando in mezzo a
due grandi alberi (una betulla di dimensioni davvero
ragguardevoli, a destra, ed un pino, a sinistra). La
traccia di sentiero si fa gradualmente sempre più
visibile, e sale, zigzagando, sul versante boscoso
ad ovest dell'alpe (sinistra), fra arbusti ed alberi
(dopo un primo tratto di salita, un segnavia
rosso-bianco-rosso ci conforta sulla correttezza del
percorso). Dopo qualche ulteriore tornante,
intercettiamo un sentiero pianeggiante, e lo
seguiamo verso sinistra. Dopo
una fonte d'acqua, cominciamo a salire gradualmente,
tagliando il dosso boscoso che dalla croce di
Roncaglia scende ai maggenghi di Carecc' e Ledino.
Il sentiero, dopo un buon tratto rettilineo, propone
alcuni tornantini, prima di un bivio,
segnalato dai cartelli: proseguendo diritti si va
verso Presoccio (Pra Sücc'),
mentre deviando a destra si sale alla Croce di
Roncaglia. Procediamo diritti e, superato un primo
valloncello, pieghiamo leggermente a sinistra ed in
graduale discesa raggiungiamo un ampio vallone, dove
si trova il solitario baitone (m.
1756). Noi però proseguiamo in leggera discesa, sul
sentierino che procede verso ovest-sud ovest, fino
ad intercettare (in un punto in cui la traccia è
poco evidente) il sentiero che da Pra Sücc' sale
all'alpe Visogno ed ai Tre Cornini, poco a monte
della parte alta dei prati di Pra Sücc'
(m. 1727). Scendiamo ora al maggengo con ripidi
tornantini, fino al limite superiore dei prati, dal
quale scendiamo alla parte bassa (m. 1647),
portandoci sul lato di destra, dove un marcato
sentiero, dopo pochi tornanti, piega a sinistra ed
effettua un lungo traverso prima di entrare nel
bosco. La discesa prosegue con tornanti regolari.
Intercettata una pista tagliafuoco, il sentiero
riprende sul lato opposto e dopo diversi tornanti
propone un lungo tratto diritto, che ci riporta a Poira,
nei pressi del parcheggio dove abbiamo lasciato
l'automobile.
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Ledino
Il
bellissimo maggengo di Poira di Civo (o Poira di Dentro) è
dominato da un lungo dosso, che scende dal crinale che
separa la val Toate, ad est, dalla val Visogno, ad ovest. Su
un poggio panoramicissimo, a 2093 metri di quota, nel punto
in cui il crinale si fa più largo e scende all'ampia fascia
boscosa che sovrasta Poira, è collocata una grande croce,
detta Croce di Ledino o Croce di Roncaglia. Sul fianco di
questo dosso passa un sentiero che permette di descrivere un
bell'anello escursionistico che in tutte le stagioni offre
una sicura soddisfazione (la felice esposizione consente di
percorrerlo anche in gran parte dell'inverno).
Per raggiungere Poira di Civo (sul lato orientale della
stupenda conca adagiata poco sopra i 1000 metri, fra i
comuni di Civo e Mello),
dobbiamo uscire da Morbegno, all'altezza del primo semaforo
(per chi viene da Lecco), staccandoci sulla sinistra dalla
ss. 38 dello Stelvio e seguendo le indicazioni per Traona e la Costiera dei
Cech. Superato un cavalcavia ed una rotonda, raggiungiamo,
così, il ponte sul fiume Adda, quasi a ridosso del versante
settentrionale della Valtellina. Oltrepassato il ponte,
svoltiamo a destra, imboccando la strada che, dopo alcuni
tornanti, ci porta alla piana di Dazio. Qui, senza entrare
nel centro del paesino, dobbiamo cercare la strada che sale
verso Roncaglia (se, per sbaglio, imbocchiamo quella per
Cadelsasso e Cadelpicco, dobbiamo alla fine volgere a
sinistra, passando sotto Caspano). Raggiunta Roncaglia, vale
la pena di lasciare la strada principale ed imboccare, sulla
destra, la stradina che porta alla bellissima chiesa di San
Giacomo (un cartello segnala la deviazione), sostando
nell'ampio sagrato circondato da numerose cappellette.
Ripresa la salita, raggiungiamo, in breve, Poira di Civo,
che fronteggia Poira di Mello, posta sul lato opposto dei
prati del maggengo.
Apri
qui una panoramica di Ledino
La
strada termina nel piazzale della chiesetta di Poira
(m. 1077), dove possiamo lasciare l'automobile.
Dopo aver letto le indicazioni riportate su un cartello, che
offre informazioni interessanti sulle possibilità
escursionistiche della zona e sulle sue caratteristiche, ci
incamminiamo, verso destra (nord-est; un cartello indica, ad
un km., l'agriturismo del Piero), su una larga pista che
attraversa, nel primo tratto, una bella pineta (il piazzale
è anche il punto di partenza delle escursioni che passano
per il maggengo Pra' Sücc, e che hanno come meta i Tre
Cornini (chiamati anche i Tre Frati), il bivacco
Bottani-Cornaggia
o la croce GAM; in
questo caso, però, non si imbocca la pista che attraversa la
pineta, ma la stradina che si trova appena prima della
conclusione della strada asfaltata).
La pista, che
alterna tratti in terra battuta a tratti in cemento, sale
verso il maggengo di Ledino, attraversando i prati del
maggengo di Carecc' (Careggio, m. 1153), luoghi veramente
ameni, di grande suggestione paesaggistica. Mentre
camminiamo, possiamo già vedere la meta: si può scorgere,
infatti, la croce guardando alla sommità del dosso che si
trova sulla verticale dei prati. Sul lato opposto, cioè
verso sud, si apre, ad un certo punto, uno scorcio
impagabile sulle valli del Bitto di Albaredo e di Gerola. E'
soprattutto la Val Gerola a mostrarsi nella sua bellezza.
Sulla sua testata possiamo distinguere, da sinistra, il
Torrione della Mezzaluna, il pizzo di Tronella, il pizzo di
Trona ("piz di vèspui") ed il
tondeggiante pizzo
dei Tre Signori. Attraversato un torrentello, dopo un
quarto d'ora circa di cammino raggiungere i prati di Ledìn
(Ledino), a 1181 metri, dove la pista, dopo aver superato
l'agriturismo, piega a destra (est-nord-est), in direzione
del cuore della val Toate. Ecco di nuovo, in alto, sulla
nostra sinistra, la croce di Roncaglia; a destra, invece,
riconosciamo la formazione rocciosa denominata Torre di
Bering, sul lato orientale della Val Toate; più a destra
ancora, il corno di Colino. Verso sud-ovest, oltre il limite
dei prati, vediamo, invece, un bello scorcio della Val
Lèsina, sul limite occidentale della catena orobica,
presidiata, sul sul lato occidentale, dall'inconfondibile
corno del monte Legnone.
Sentiero Ledino-Pesc'
Appena la pista, volgendo a destra, assume un andamento pianeggiante, la lasciamo, imboccando un sentiero che se ne stacca sulla sinistra. Non ci sono, per ora, cartelli segnaletici, ma non possiamo sbagliare. La traccia è ben visibile e non si rischia di perderla, anche se i segnavia rosso-bianco-rossi non abbondano. Dopo un primo tratto della salita, nel quale inanelliamo alcuni tornanti, ci ritroviamo ad un bivio, in corrispondenza di una cappelletta, nella quale è rappresentata la Sacra Famiglia, con un Gesù Bambino che, molto simpaticamente, accarezza la barba di S. Giuseppe. Entrambi i rami del sentiero conducono all'alpe Pesc, ma quello destro porta al suo versante orientale, quello sinistro al versante occidentale. E' quest'ultimo che dobbiamo seguire: la freccia e la scritta "Croce", sotto la cappelletta, lo segnalano.
Apri qui una panoramica dall'alpe Pesc'
La salita prosegue nello scenario di un bellissimo bosco di betulle, dove, nelle luminose giornate autunnali, la luce del sole ricama trame preziose, che esaltano lo splendore dei colori nascosti nello scrigno di questo angolo della Costiera dei Cech. Passiamo, quindi, a sinistra di un corpo franoso e superiamo un'amena pianetta, prima di raggiungere il limite del bosco.
Apri
qui una panoramica dall'alpe Pesc'
A quota 1600 metri circa, oltrepassata una fascia di conifere, usciamo dal bosco e ci ritroviamo sul limite inferiore del versante occidentale dell'alpe Pesc' (toponimo abbastanza comune in Valtellina, usato per indicare abeti e pini), dove troviamo un paio di baite. Davanti a noi si apre il suggestivo scorcio della parte orientale dell'alta val Toate, chiusa, ad est, dal Corno del Colino (m. 2504) e, alla sua sinistra, dalla Torre di Bering, riconoscibile per il profilo marcatamente inclinato verso sinistra.
Apri qui una panoramica dal sentiero Pesc'-Pra Succ'
Il sentiero prosegue, attraversando, in verticale, i prati dell'alpe, in direzione dell'alta valle, dove si trovano tre passi che consentono altrettante direttrici escursionistiche di notevole interesse: ad est, poco a monte della Torre di Bering, il passo del Colino orientale (m. 2414; Ercole Bassi, nella sua monografia sulla Valtellina, pubblicata a Milano nel 1890, riporta il toponimo "Culino", che si trova anche nella Val Corta in Val di Tartano e che deriverebbe dal latino "aquilinus", con nobile riferimento alla presenza delle aquile; l'alpe Culino, a valle del passo, caricava allora 45 mucche; i segnavia conducono a questo passo), che permette di scendere ai laghetti dell'alta valle di Spluga (in Val Masino, sopra Cevo); a nord-ovest il passo del Colino orientale (m. 2403; Ercole Bassi, nella sua monografia sulla Valtellina, pubblicata a Milano nel 1890, riporta il toponimo "Culino", che si trova anche nella Val Corta in Val di Tartano e che deriverebbe dal latino "aquilinus", con nobile riferimento alla presenza delle aquile; l'alpe Culino, a valle del passo, caricava allora 45 mucche) (m. 2630), che permette di scendere all'alpe Primalpia, in Valle dei Ratti, sopra Verceia; ad ovest, infine, il canalone che conduce alla bocchetta che congiunge la val Toate all'alta val Visogno, dalla quale si raggiunge, con un tratto in piano, il bivacco Bottani-Cornaggia, per poi tornare, passando per Pra' Sücc, a Poira. Si tratta di possibilità escursionistiche di straordinario interesse, ma anche di notevole fatica, in quanto due di esse richiedono di poter disporre di due automobili (a Poira e Cevo la prima, a Poira e Verceia la seconda), e tutte e tre comportano tempi di percorrenza considerevoli: 6-7 ore l'anello di Poira passando dal bivacco Bottani-Cornaggia, 8-9 ore la traversata Poira-Cevo e 10 ore circa la traversata Poira-Verceia (in questo caso, però, ci si può appoggiare al bivacco Primalpia - m. 1980 -, in Valle dei Ratti).
Apri qui una panoramica dal sentiero Pesc'-Pra Succ'
Ma
la nostra meta è diversa e meno impegnativa. Dopo una sosta
all'alpe, dalla quale possiamo già godere di un ottimo colpo
d'occhio sulla media Valtellina (lo sguardo raggiunge il
gruppo dell'Adamello), riprendiamo il cammino. Non è facile
trovare la traccia di sentiero che ad un bivio
si stacca, sulla sinistra, da quello principale per la Val
Toate. Punto di riferimento fondamentale è un cartello
giallo della Comunità Montana Valtellina di Morbegno, posto
su un grande pino che si trova a monte delle baite, sulla
sinistra, sormontato da un più visibile cartello che segnala
il pericolo d'incendio. Il cartello escursionistico reca
l'indicazione "Pre Soccio" (senza indicazioni sul tempo di
percorrenza), e si giustifica tenendo presente che, per un
buon tratto, il sentiero per la croce coincide con quello
che effettua una traversata, verso ovest, dall'alpe Pesc al
Pre Soccio (o Pre Succ, cioè Prato Asciutto), alpeggio che
si raggiunge da Poira seguendo la seconda, già menzionata,
possibilità di salita.
Una volta individuato il cartello, non procediamo
esattamente nella direzione indicata, ma pieghiamo
leggermente a destra, passando in mezzo a due grandi alberi
(una betulla di dimensioni davvero ragguardevoli, a destra,
ed un pino, a sinistra). La traccia di sentiero si fa
gradualmente sempre più visibile, e sale, zigzagando, sul
versante boscoso ad ovest dell'alpe (sinistra), fra arbusti
ed alberi (dopo un primo tratto di salita, un segnavia
rosso-bianco-rosso ci conforta sulla correttezza del
percorso). Dopo qualche ulteriore tornante, intercettiamo un
sentiero pianeggiante, e lo seguiamo verso sinistra.
Il baitone di quota 1756
Superata una fonte d'acqua, spesso prosciugata (l'intera Costiera dei Cech pone spesso all'escursionista il problema della scarsità d'acqua), cominciamo a salire gradualmente, tagliando il dosso boscoso che dalla croce di Roncaglia scende ai maggenghi di Carecc' e Ledino. Incontriamo un secondo cartello della Comunità Montana Valtellina di Morbegno, con la scitta "Presoccio" (ed a questo punto sorge, legittimo, il dubbio: quale sarà la grafia corretta?), mentre alcuni squarci panoramici, alla nostra sinistra, ci permettono di dominare con lo sguardo la media Valtellina e, in primo piano, il Culmine di Dazio e la bassa Val di Tartano, che si apre alle sue spalle. Il sentiero, dopo un buon tratto rettilineo, propone alcuni tornantini, prima di un bivio, segnalato dai cartelli: proseguendo diritti si va verso Presoccio (Pra Sücc'), mentre deviando a destra si sale alla Croce di Roncaglia.
Panorama dal sentiero Pesc'-Pra Succ'
Proseguiamo diritti, in direzione ovest, sul marcato sentiero che attraversa un dosso boscoso che reca i segni di incendi che l'hanno indelebilmente ferito nel secolo scorso. I pini silvestri sopravvissuti mostrano però con orgoglio una bellezza che non è frequente trovare sulle montagne di Valtellina. Superato un primo valloncello, pieghiamo leggermente a sinistra ed in graduale discesa raggiungiamo un ampio vallone, dove si trova il solitario baitone (m. 1756), che sembra guardare con sguardo malinconico allo splendido scenario delle Orobie occidentali che si apre a sud. A monte del baitone vediamo l'ampio vallone che sale alla conca di Piscido.
Il baitone di quota 1756
Noi però proseguiamo in leggera discesa, sul sentierino che procede verso ovest-sud ovest, fino ad intercettare (in un punto in cui la traccia è poco evidente) il sentiero che da Pra Sücc' sale all'alpe Visogno ed ai Tre Cornini, poco a monte della parte alta dei prati di Pra Sücc' (m. 1727) , Scendiamo ora al maggengo con ripidi tornantini, fino al limite superiore dei prati, dal quale scendiamo alla parte bassa (m. 1647) sfruttando il sentiero che procede sul bordo di destra. Il maggengo ci offre uno straordinario anorama sul versante orobico dalla Val Tartano al Legnone.
Apri qui una panoramica dal Pra'
Sücc'
Appena sotto il gruppo di baite più occidentali del maggengo (ad ovest) parte un sentierino che scende per breve tratto diritto, poi piega bruscamente a sinistra e procede quasi in piano verso est. Ignorata una deviazione a destra, proseguiamo fino ad entrare in un bosco, Qui il sentiero riprende la sua decisa discesa, intercettando ad una quota approssimativa di 1450 metri una pista tagliafuoco. Sul lato opposto della pista ritroviamo il sentiero che scende deciso fino al cuore di un vallone, dove procede in discesa meno marcata fino al limite occidentale di Poira di Civo, dove troviamo una stradina che ci riporta sulla carozzabile asfaltata. Prendendo a sinistra, dopo brevissima salita ci ritroviamo al parcheggio della chiesetta di S. Margherita, dove abbiamo lasciato l'automobile, Qui si chiude l'anello che richiede circa 5 ore di cammino e comporta un dislivello in altezza di circa 760 metri.
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line
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Mappa del percorso - particolare della carta tavola elaborata da Regione Lombardia e CAI (copyright 2006) e disponibile per il download dal sito di CHARTA ITINERUM - Alpi senza frontiere
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indicazioni; I miei canali su YouTube: paesi e campane, rifugi e vette, passi e poesie, poesie, musica)
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