Tre traversate dai Cech alla valle di Spluga
Apri qui una fotomappa della Costiera dei Cech
Nella
parte alta del territorio dei comune di Civo, sul versante della Costiera
dei Cech, si trovano due grandi anfiteatri alpini, l’alpe Visogno,
ad ovest (che appartiene a Civo solo nella sua parte orientale) e l’alta
Val Toate, ad est.
Sono possibili due interessantissimi itinerari escursionistici, ad anello,
che consentono di passare dall’una all’altra, toccando luoghi
di grande fascino, anche perché poco battuti, suggestivi ed estremamente
panoramici. Entrambi prevedono la salita, da Poira di Civo (m. 1071),
al bivacco Bottani-Cornaggia (m. 2327), a monte dell’alpe Visogno;
dal bivacco le strade si dividono, perché l’anello basso
effettua una traversata sostanzialmente pianeggiante ad una bocchetta-canalone
che immette nell’alta Val Toate, mentre quello alto sale al passo
di Visogno (o Visogno, o Malvedello: la toponomastica è controversa;
m. 2574), che immette in un vallone a monte dell’alpe Primalpia,
in Valle dei Ratti; risalito il vallone verso nord-est, si raggiunge
il passo di Colino ovest (m. 2630) dal quale si scende nell’alta
Val Toate.
In entrambi i casi, dall’alta Val Toate si scende, infine, all’alpeggio
di Pesc (m. 1613) e di qui il ritorno a Poira. Dalle indicazioni altimetriche
si sarà intuito che si tratta di escursioni impegnative (soprattutto
quella alta, che ha un dislivello complessivo di circa 1580 metri).
L’impegno, però, può essere di molto ridotto se
decidiamo di destinare due giornate all’escursione, sfruttando
il bivacco.
Bivacco Bottani-Cornaggia
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
|
Poira di Civo-Bivacco Bottani Cornaggia |
3 h e 30 min. |
1250 |
E |
SINTESI. Alla prima rotonda all'ingresso di Morbegno (per chi proviene da Milano) prendiamo a sinistra, superando un cavalcavia ed una rotonda e raggiungendo il ponte sull'Adda, oltre il quale prendiamo a destra e, dopo breve salita, ci immettiamo nella strada provinciale che sale a Dazio, procedendo a sinistra. Dopo un tornante dx, un lungo traverso ci porta a Dazio. Qui seguiamo la strada che volge a sinistra e sale a Serone, dove, presso la chiesa, prendiamo a destra (indicazioni per Naguarido e Caspano), salendo su una strada che passa per Naguarido e Chempo. Prestiamo attenzione alla deviazione a sinistra per Roncaglia e Poira, e la imbocchiamo. Oltrepassata Roncaglia, siamo alla conca di Poira e ci portiamo al termine della strada, dove parcheggiamo presso la chiesetta di S. Margherita (m. 1077). Ci incamminiamo tornando sulla strada per pochi metri e prendendo a destra (segnalazione del sentiero per i Tre Cornini ed il bivacco Bottani Cornaggia), seguendo una stradina che ci porta nella pineta, dove diventa largo sentiero che sale per un buon tratto diritto, per poi svoltare a destra ed inanellare una lunga serie di tornantini verso nord-est. Intercettata una pista tagliafuoco, riprende sul lato opposto, proponendo nuovi tornanti, fino al punto segnalato in cui volge a sinistra ed effettua un traverso verso ovest-sud-ovest, al termine del quale volge a destra e si porta al limite sud-occidentale dei prati del Pra' Sücc' (m. 1647). Il sentiero riprende alle spalle della baita più vicina e sale alle baite della parte alta dei prati. Qui, ignorata una deviazione a sinistra, proseguiamo (segnalazione) sul sentiero dei Tre Cornini, salendo verso destra (nord). Superato un piccolo corso d'acqua, il sentiero porta ad un ripiano-radura, oltre il quale sale ad un'ampia conca di sfasciumi, che viene tagliata verso sinistra. Con diversi tornantini saliamo sul dorso di un dosso che ci introduce all'alpe Visogno (m. 2003). Passiamo a sinistra del baitone dell'alpe e tagliamo l'ampio pianoro, scovando sul lato opposto la ripartenza del sentiero che sale verso sinistra il ripido versante, portandoci ad un bivio: mentre il ramo di destra si porta al crinale dei Tre Cornini, quello di destra prosegue salendo al bivacco Bottani-Cornaggia. Prendiamo dunque a destra e, dopo pochi tornanti, siamo ai piedi del bivacco Bottani-Cornaggia (m. 2327). |
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Vediamo, innanzitutto, come salire al bivacco, sfruttando un itinerario che si svolge in gran parte nel territorio del comune di Mello. Al primo semaforo di Morbegno (per chi proviene da Milano) imbocchiamo, dunque, lo svincolo a sinistra, per la Costiera dei Cech; superato il cavalcavia ed il ponte sull’Adda, prendiamo a destra e saliamo a Dazio, proseguendo per Caspano e Roncaglia (non per Cadelsasso e Cadelpicco). All’altezza di Chempo, prendiamo a sinistra per Roncaglia e Poira. Oltrepassata Roncaglia, la strada termina al piazzale della chiesetta di Poira (m. 1071). Lasciamo qui l’automobile e procuriamoci le chiavi del bivacco, se non l’abbiamo già fatto a Morbegno presso Oscar Scheffer del GAM di Morbegno (tel.: 0342 611022): le troveremo agli alberghi Scaloni o Ville di Poira, a Poira, o da Anselmo Tarca, all’alpe Visogno o al Pra' Sücc'.
Apri qui una panoramica dal Pra' Sücc'
Non dobbiamo imboccare, ora, la più invitante pista che attraversa
un bellissimo bosco di pini silvestri, verso nord-est (alla nostra destra,
segnavia n. 22: è la pista che sfrutteremo al ritorno), ma quella
che parte più a sinistra, e precisamente a sinistra di due cartelli,
sul tronco di un pino, che offrono alcune informazioni sul bivacco e
che ci informano della denominazione del sentiero (Sentiero Tre Cornini:
Pra Succ è dato ad un'ora, la croce G.A.M. a 4 ore, il bivacco
Bottani Cornaggia a 3 ore ed il passo di Vesogno e la Val dei Ratti
a 4 ore). Un ulteriore cartello segnala la presenza di vipere nella
zona: teniamone conto e procediamo con la dovuta attenzione. La pista
si porta alle spalle di alcune belle villette e, trasformandosi presto
in sentiero (segnavia rosso-bianco-rossi, n. 23), sale per un buon tratto
nel bosco, in direzione nord-ovest, piegando poi a sinistra ed iniziando
una serie di serrati tornantini. Ad un certo punto troviamo, sulla destra,
l'indicazione di un sentierino minore che si stacca dal nostro e raggiunge
il torrentello che scende dal lato orientale dell'alpe Visogno. L'indicazione
segnala la presenza di acqua, in luoghi nei quali essa è assai
scarsa. Teniamone conto e portiamocene una buona scorsa da casa. Dopo aver tagliato una pista tagliafuoco, alla
fine della salita, il sentiero volge a sinistra, esce dal
bosco ed effettua, fra betulle, salici e ginestre (ma anche qualche
triste scheletro di albero bruciato), un lungo traverso a sinistra;
dopo un’ultima svolta a destra, eccoci alle baite inferiori del Pra’ Sücc (m. 1647, comune di Mello), la cui denominazione fa
riferimento alla scarsità di acqua che caratterizza spesso questi
luoghi.
In cima ai prati (molto panoramici: verso ovest dominiamo buona parte
della media Valtellina, sullo sfondo dell’Adamello), nei pressi
di alcune baite, c’è un cartello (m. 1727) che indica la
ripartenza del sentiero: quindi, ignorando il sentiero che dalla parte
bassa dei prati prosegue verso nord-est, effettuando una traversata
fino al già citato alpeggio di Pesc, saliamo alle baite alte
e cerchiamo il cartello con un po’ di pazienza.
Il sentiero rientra nel bosco e, con andamento nord e nord-est, attraversa
il torrentello che scende dalla Val Visogno, superando anche una macchia
che reca ancora i segni desolanti di un incendio. Dopo un tratto verso
destra, raggiungiamo una bella radura, ai piedi di un canalone occupato
da grandi massi, che costituisce il ramo orientale della Val Visogno. Attraversata la radura, saliamo, quindi, per un tratto, tendendo leggermente
a destra, per poi piegare a sinistra e portarci sul fianco di un largo
dosso. La traccia qui è assai debole, per cui dobbiamo prestare
molta attenzione ai segnavia.
Seguendo
per un tratto il crinale del dosso, ci affacciamo, alla fine, ai prati
dell’alpe Visogno, un ampio pianoro sorvegliato dalla baita di
quota 2003 (comune di Mello). Prima di raggiungere questa baita, incontriamo
un cartello che dà il bivacco Bottani-Cornaggia ad un’ora
ed il rifugio Volta a 5 ore. Alla nostra sinistra sono visibili i celebri
Tre Cornini (chiamati anche i Tre Frati), massi erratici misteriosamente fermi sul ciglio di un ripido
crinale.
Attraversata la piana, con una diagonale verso il limite sinistro, ritroviamo
il sentiero che, inizialmente, sale verso sinistra, poi piega a destra
(ignoriamo la traccia che punta a sinistra, in direzione del cinale
che scende ai Tre Cornini) ed effettua una lunga diagonale che ci porta
allo speroncino di roccia su cui è posto il bivacco Bottani Cornaggia (m. 2327), in territorio
del comune di Mello. La salita richiede circa 3 ore e mezza, per superare
1250 metri circa di dislivello, nello scenario di grande bellezza delle
guglie gotiche della testata della valle, che culmina nella cima di
Malvedello (m. 2640). Pernottare in questo luogo solitario, vero regno
delle aquile, che guarda dal suo lontano silenzio al brulicare di vita
del fondovalle, è sicuramente un’esperienza di forte impatto
emotivo. Superbo è il panorama: verso sud, in particolare, le
valli del Bitto di Albaredo e di Gerola si aprono, in tutta la loro
ampiezza, al nostro sguardo.
Apri qui una panoramica dei sentieri del comprensorio del Malvedello
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
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Bivacco Bottani Cornaggia- Passo di Visogno |
40 min. |
200 |
E |
Vediamo, ora, come proseguire per la variante alta dell’anello.
Alle spalle del bivacco parte un percorso segnalato da segnavia rosso-bianco-rossi
(gli stessi che guidano
ad esso) e che, come si trova indicato su un grande masso, porta ai
rifugi Volta ed Omio. L’itinerario, infatti, punta a nord-est,
districandosi fra gli ultimi magri pascoli ed una fascia di massi che
occupa il piede di un intaglio sul crinale fra Costiera dei Cech e Valle
dei Ratti (intaglio che non è visibile dal bivacco, ma che cominciamo
a vedere salendo). Più o meno a metà della salita, rientriamo
nel territorio del comune di Civo.
L’intaglio sul crinale è il passo di Visogno o Visogno (m.
2574), da cui si gode di un ottimo colpo d’occhio sulla testata
della Valle dei Ratti: distinguiamo, da sinistra, l’affilato profilo
del sasso Manduino (m. 2888), la cima quotata m. 2846, la punta Magnaghi
(m. 2871), le cime di Gaiazzo (m. 2920 e 2895), il pizzo Ligoncio, la
maggiore elevazione di questa testata, con i suoi 3038 metri, i pizzi
delle Vedretta (m. 2925) e Ratti (m. 2907) ed, infine, il monte Spluga
o cima del Calvo (sciöma del munt Splügam. 2967), che, da qui, sembra la cima più alta.
Raggiunto il passo, ci affacciamo ad un ampio e desolato vallone, dal
quale si può scendere all’alpe Primalpia ed al bivacco
omonimo (m. 1980), in Valle dei Ratti, seguendo i segnavia; dal bivacco,
poi, si può traversare al rifugio Volta (m. 2212), punto di partenza
del sentiero attrezzato Dario Di Paolo che, per il passo della Vedretta Meridionale, conduce in valle dell’Oro ed al rifugio Omio (presentando,
tuttavia, un piccolo passaggio che richiede attrezzatura alpinistica).
Apri qui una fotomappa della traversata dal passo di Visogno al passo del Colino
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
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Passo di Visogno - Passo di Colino ovest |
1 h |
100 |
EE |
L'alta Val Toate vista dal passo del Colino
Ma questo non rientra nei nostri progetti. Noi dobbiamo, invece, portarci
sul fondo del canalone e, prendendo a destra, risalirlo con molta cautela,
fra massi e sfasciumi,
puntando verso nord-est, cioè verso il passo del Colino ovest (m. 2630; Ercole Bassi, nella sua monografia sulla Valtellina, pubblicata a Milano nel 1890, riporta il toponimo "Culino", che si trova anche nella Val Corta in Val di Tartano e che deriverebbe dal latino "aquilinus", con nobile riferimento alla presenza delle aquile), per il quale si torna nella Costiera dei Cech, e precisamente
in alta Val Toate. La discesa nel cuore del canalone e la successiva
risalita richiedono prudenza ed attenzione, perché ci si muove
su un terreno ingombro di massi che possono rivelarsi meno stabili di
quel che appare. Non ci sono segnavia che ci possano aiutare. Sulla
nostra sinistra possiamo ammirare l’ampio versante sud-occidentale
della cima del Desenigo (m. 2845), una costellazione di massi di tutte
le dimensioni.
Raggiunta la soglia del passo, si apre un orizzonte che definire emozionante
è poco: non solo l’alta Val Toate, sotto di noi, ma, in
una splendida fuga verso l’orizzonte, la media Valtellina e la
catena orobica. Inizia, ora, la discesa: su traccia di sentiero, zigzagando,
scendiamo ad un pianoro sottostante, caratterizzato dalla presenza di
due grandi massi dalla forma curiosa, che sembrano fronteggiarsi, quasi
a delimitare una simbolica ed enigmatica porta. Raggiunto il pianoro,
non volgiamo a sinistra, ma lo attraversiamo diritti, cominciando, poi,
a scendere su traccia di sentiero, verso est; tagliato, poi, un dosso
erboso, proseguiamo la discesa, in diagonale, fino ad intercettare i
segnavia rosso-bianco-rossi che indicano la traccia di sentiero che
dai pascoli dell’alta valle conduce al passo di Colino est (m.
2412), porta naturale fra l’alta Val Toate e la valle di Spluga.
Raggiunto
il primo segnavia, seguiamo la traccia di sentiero in discesa, districandoci
fra grandi dossi erbosi. Non perdiamo di vista i segnavia, per evitare
inutili giri. Il terreno non è difficile, ma va affrontato con
un po’ di cautela, anche perché l’erba può
nascondere buchi insidiosi per le nostre caviglie. Fermiamoci, ora,
nel racconto della discesa, perché fin qui giunge anche la seconda
variante, più bassa dell’anello.
Ripiano sotto il passo del Colino
Torniamo, dunque, al bivacco Bottani-Cornaggia: ora, però, invece di seguire i segnavia, dobbiamo dirigerci verso est, tagliando un ampio pianoro erboso ed un successivo altopiano più irregolare, fra pascoli, balze e rocce, e rimanendo approssimativamente alla stessa quota, e comunque a sinistra di modeste formazioni rocciose arrotondate, sulle quali sono posti alcuni grandi ometti. Questo segmento della traversata, fino all’alta Val Toate, è segnalato da diverse frecce di color blu, che si fanno più frequenti alla bocchetta di Toate.
Apri qui una fotomappa della traversata dal bivacco Bottani-Cornaggia alla bocchetta di Toate
Si tratta, in realtà, di un facile canalone che, dal pianoro dell’alta Val Visogno, scende in alta Val Toate. Non è difficile trovarne il largo imbocco, a quota 2340 circa, anche se, prima di raggiungerlo, dobbiamo attraversare una fascia di balze che lo nascondono alla vista. Il canalone è occupato da massi, anche malfermi, ma, seguendo le frecce, possiamo individuare una traiettoria di discesa che, percorrendone prima il lato sinistro, poi portandosi verso il centro ed infine leggermente a destra, li evita quasi interamente, per approdare ai pascoli della valle, approssimativamente cento metri più in basso rispetto all’imbocco. Per un buon tratto continuiamo a seguire le frecce che ci fanno tagliare, senza perdere quota, un dosso erboso, su traccia di sentiero, per poi iniziare a scendere in diagonale, fino ad intercettare sul lato sinistro (per chi scende) della valle il sentiero per il passo di Colino est (segnavia rosso-bianco-rossi); poi pieghiamo bruscamente a destra, portandoci sul lato destro della valle, per poi scendere, con un’ultima diagonale verso destra, alla visibile baita del Colino (m. 1937). La discesa dall’alta valle è dominata, sulla nostra sinistra, dagli imponenti contrafforti della Torre di Bering (m. 2403) e del Corno di Colino (m. 2504).
Discesa dalla bocchetta di Toate alla Val Toate
L’ulteriore discesa dalla baita all’alpe Pesc' non è
difficile: incontriamo una traccia di sentiero più marcata, che
supera una fascia di ontani e porta alla parte alta dei prati di Pesc'
(o, come si trova con discutibile italianizzazione sulle carte, Peccio).
Dalla limite di destra delle baite di Pesc' il sentiero riparte e, dopo
una tranquilla discesa in un bel bosco, taglia la pista tagliafuoco, passa per una cappelletta e raggiunge il maggengo di Ledino (m. 1232), dal quale, su comoda pista, scendendo verso destra, torniamo,
alla fine, alla chiesetta di Poira, dove abbiamo lasciato l’automobile.
L’anello alto, se effettuato in un solo giorno, comporta un dislivello
di 1580 metri, e richiede un tempo approssimativo di 8-9 ore. L’anello
più basso comporta, invece, un dislivello di 1270 metri, e richiede
un tempo approssimativo di 6-7 ore. Concludiamo ricordando che il primo,
oltre che essere più faticoso, richiede una buona
esperienza escursionistica, mentre il secondo è più “tranquillo”.
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line
Mappa del percorso - particolare della carta tavola elaborata da Regione Lombardia e CAI (copyright 2006) e disponibile per il download dal sito di CHARTA ITINERUM - Alpi senza frontiere
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