CARTA DEL PERCORSO


Dalò

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in salita/discesa
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
San Giacono-Filippo-Uggia-Crotti di Dalò-Dalò
1 h e 50 min.
640
E
SINTESI. Alla seconda rotonda di Chiavenna prendiamo a sinistra e rimaniamo sulla ss 36 dello Spluga, che comincia a salire in Valle Spluga ed in breve si porta in vista della chiesa di San Giacomo-Filippo. Passiamo appena a sinistra dell'edificio sacro, e subito dopo prendiamo a destra, lasciando la strada statale ed imboccando la stradina che sale al centro del paese, passando per il monumento ai caduti ed il municipio, presso il quale possiamo parcheggiare (m. 520). Seguendo le indicazioni della Via Spluga ci incamminiamo sulla carozzabile che sale a Dalò, procedendo nel primo tratto diritta verso destra (sud-est). Dopo una semicurva a destra, scarta bruscamente a sinistra, a 633 metri, in corrispondenza delle vetuste baite di Uggia. Fin qui possiamo salire anche in automobile (ma la strada è piuttosto stretta), poi la strada è interdetta al traffico dei veicoli non autorizzati. Saliamo ad ügia zura” (Uggia di Sopra, segnalata da un cartello), dove imbocchiamo la larga mulattiera (segnavia bianco-rossi) che sale verso est nei boschi fra Uggia e Dalò. È segnalata dal cartello del sentiero B33, che stima in 50 minuti il tempo necessario per raggiungere Dalò. La mulattiera sale fra i castagni ed è nel primo tratto (traverso a sinistra) delimitata da muretti a secco, poi inanella diversi tornantii, fino al bivio di quota 950 merri circa: andando a destra raggiungiamo direttamente il limite occidentale dei prati di Dalò, mentre andando a sinistra intercettiamo la carozzabile, sul cui lato vediamo un cartello che segnala un bivio: la pista si biforca, il ramo di sinistra sale verso Agoncio, mentre quello di destra procede verso Dalò, portando alla piazzola di parcheggio delle automobili prima del paese. Seguendo la mulattiera, però, saliamo ancora un po', passando per i crotti di Dalò (m. 1149), prima di iniziare la breve discesa che ci porta ad affacciarci da una posizione un po' rialzata di prati di Dalò (m. 1072).


Dalò

Dalò (m. 1072) è una delle località di soggiorno estivo (ma anche abitata permanentemente) più note della Valchiavenna, un grumo di baite ben curate e distribuite in una gentile conca di prati a monte e quasi ritratta, verso nord, dall'impressionante salto di roccia (localmente chiamato scénc’) che sovrasta a nord Pianazzola e Chiavenna. Il nome stesso deriva probabilmente dalla suggestiva collocazione, da “Da l'ör”, cioè presso il bordo, presso il salto (ed in effetti la scrittura antica è “Daloo”).
Come spesso accade in questi luoghi di vertigine, pericolo ma anche attrazione (il vuoto respinge, ma anche attrae), una croce in acciaio con inserti in legno presidia il punto oltre il quale non è prudente spingersi, ed insieme sembra salutare e vegliare su Chiavenna, da uno straordinario punto panoramico alla congiunzione di Valle Spluga e Val Bregaglia, che regala allo sguardo una bella corona di cime e valli. La croce, alta 10 metri, è stata posta il 2 settembre 2010 e benedetta il successivo 5 settembre da Don Rodolfo Sterlocchi di Chiavenna. Ma la storia delle croci di Dalò non è brevissima. L'attuale sostituisce quella posata nel 1981 in sostituzione di una precedente in legno di pino del 1954, a sua volta collocata in sostituzione della più antica in legno di castagno benedetta dall'Arciprete di Chiavenna Bartolomeo Pestalozzi nel 1704.


Dalò

A sud-ovest si impone un altro salto, anche più impressionante, quello della corrucciata e sinistra parete settentrionale del Pizzo di Prata, vinta probabilmente per la prima volta dalla singolarissima figura di sacerdote-alpinista chiavennasco don Giuseppe Buzzetti, scomparso e mai ritrovato, a 48 anni, nel luglio del 1934, sul crinale fra Val Masino e Val Codera. Alla sua sinistra, una serie di affilate vette minori, fra la Val Schiesone e la Val Codera: la prima è stata chiamata punta Buzzetti per onorare la memoria del solitario scalatore. Verso est la bassa Val Bregaglia, sul cui fondo si disegnano le granitiche vette del Pizzo Badile e delle Sciore. A sud, invece, Chiavenna e la sua piana; a monte della cittadina, la conca dove si nasconde, quasi, fra densi boschi e qualche prato, l’antico nucleo di Uschione. Ad ovest le cime della Mesolcina e a nord-ovest, a monte dei paesini di Olmo e S. Bernardo, sul fianco occidentale della Val San Giacomo, un ampio scorcio della Valle del Truzzo. Il nucleo risulta abitato permanentemente da un centinaio di persone nel secolo XVI (quando viene menzionato in documenti ufficiali come “Dalore”).


Chiesetta di San Michele e Filippo

Centro spirituale di Dalò è la suggestiva chiesetta dedicata a San Michele, simbolo di difesa guerriera, l’arcangelo che guidò la schiera degli angeli fedeli a Dio nella battaglia celeste contro gli angeli ribelli. Ma la chiesa ricorda anche San Filippo, in ideale unione con il centro di fondovalle. La sua edificazione cominciò nel 1656, grazie ai 50 ducatoni raccolti dalla gente di Dalò, insieme a "sassi, legnami et altri materiali". Fra questi il 3 settembre 1657 l'arciprete di Chiavenna benedisse la prima pietra nel prato, ceduto da Giovan Antonio Tognetti per 10 scudi. Lo stesso benedisse solennemente la chiesa ad edificazione compiuta. L'interno ricevette il prezioso dono di un dipinto di G. B. Macolino il vecchio lo raffigura nell’atto di cacciare Lucifero negli inferi. La chiesetta fu ampliata nel 1735-36 con l'aggiunta di una cappella laterale, mentre il campanile fu innalzato nel 1816, insieme al vicino cimitero.


Baite a Dalò

Alle spalle della chiesetta, guardando da ovest, si eleva il noto profilo della parete settentrionale del pizzo di Prata, che produce un singolarissimo effetto di contrasto cromatico con le candide mura dell’edificio sacro ed il verde brillante dei prati. Baite e dimore, ad ovest della chiesetta, non sembrano volersi arrendere facilmente ai segni del tempo e denunciano orgogliose i segni dell’influsso di popolazioni Walser che, nei loro spostamenti migratori, varcarono lo Spluga e si diffusero in Valchiavenna ma anche in alcune valli orobiche. Colpisce, fra le case, una dall’aspetto più signorile, con finestre dall’elegante disegno arrotondato nella parte alta. Su un’altra casa leggiamo “Dalò – Comune di S. Giacomo – Distretto IV di Chiavenna”.


La nuova Croce di Dalò

Di solito si menziona la possibilità escursionistica di salire a Dalò per la straordinaria mulattiera dei 1400 scalini che parte da Pianazzola, a monte di Chiavenna. Esiste però anche la possibilità di raggiungerla da San Giacomo-Filippo, il primo comune della Valle Spluga, sfruttando una meno nota e più breve mulattiera, che però non manca di regalare scorci e suggestioni.


Dalò

Se optiamo per questa seconda soluzione, dobbiamo alla seconda rotonda di Chiavenna prendere a sinistra e rimanere sulla ss 36 dello Spluga, che comincia a salire in Valle Spluga ed in breve si porta in vista della chiesa di San Giacomo-Filippo. Passiamo appena a sinistra dell'edificio sacro, e subito dopo prendiamo a destra, lasciando la strada statale ed imboccando la stradina che sale al centro del paese, passando per il monumento ai caduti ed il municipio, presso il quale possiamo parcheggiare (m. 520).
Seguendo le indicazioni della Via Spluga ci incamminiamo sulla carozzabile per Dalò chee parte dal lato meridionale della valle del Rovinone, procedendo nel primo tratto diritta verso destra (sud-est). Dopo una semicurva a destra, scarta bruscamente a sinistra, a 633 metri, in corrispondenza delle vetuste baite di Uggia (curiosa italianizzazione del locale “ügia”, curiosa perché sembra suggerire un luogo noioso, quando un tempo nella vita c'era posto per tutto tranne che per la noia). Fin qui possiamo salire anche in automobile (ma la strada è piuttosto stretta), poi la strada è interdetta al traffico dei veicoli non autorizzati.


La baita più alta ad Uggia di Sopra

Dal tornante sx parte (segnalato come Via Spluga) il sentiero che prende a destra e traversa a Pianazzola. Lo ignoriamo e ci portiamo a ügia zura” (Uggia di Sopra), dove imbocchiamo la larga mulattiera (segnavia bianco-rossi) che sale verso est nei boschi fra Uggia e Dalò. È segnalata dal cartello del sentiero B33, che stima in 50 minuti il tempo necessario per raggiungere Dalò (in realtà ci vuole qualcosa di più). Guidati dai segnavia rosso-bianco-rossi passiamo fra le antiche baite (che mostrano anche un bel ballatoio in legno) e le lasciamo alle nostre spalle, salendo decisi in una selva di castagni.


Primo tratto della mulattiera per Dalò

La mulattiera è nel primo tratto (traverso a sinistra) delimitata da muretti a secco e sale con diversi tornanti, fino al bivio di quota 950 merri circa: andando a destra raggiungiamo direttamente il limite occidentale dei prati di Dalò, mentre andando a sinistra intercettiamo la carozzabile, sul cui lato vediamo un cartello che segnala un bivio: la pista si biforca, il ramo di sinistra sale verso Agoncio (anche qui curiosa italianizzazione di “Lagunc'”, lago unto, con riferimento alle acque opache di una pozza), mentre quello di destra procede verso Dalò, portando alla piazzola di parcheggio delle automobili prima del paese. Seguendo la mulattiera, però, saliamo ancora un po', passando per i crotti di Dalò (m. 1149), pria di iniziare la breve discesa che ci porta ad affacciarci da una posizione un po' rialzata di prati di Dalò (m. 1072), dopo circa un'ora e 50 minuti di cammino (il dislivello approssimativo in altezza è di 640 metri).


Crotti di Dalò

CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo (CNS), che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Anche le carte sopra riportate sono estratti della CNS. Apri qui la carta on-line


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