Dazio

DAZIO-CADELSASSO-BEDOGLIO-CASPANO-CADELPICCO-DAZIO

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Dazio-Cadelsasso-Cadelpicco-Dazio
1 h e 30 min.
200
T
SINTESI. Alla prima rotonda in ingresso a Morbegno (per chi proviene da Milano) lasciamo la ss 38 dello Stelvio prendendo a sinistra. Dopo un cavalcavia ed una rotonda proseguiamo diritti fino al ponte sul fiume Adda, al quale prendiamo a destra, salendo fino al vicino bivio, al quale lasciamo a destra la strada provinciale Pedemontana e pieghiamo a sinistra, proseguendo nella salita sulla strada provinciale 10 che porta a Dazio (m. 562). Percorriamo il tratto rettilineo che passa a destra della chiesa di San Provino e parcheggiamo al primo parcheggio sulla sinistra, ad est della chiesa. Lasciato il parcheggio, attraversiamo la strada provinciale che sale verso Poira ed imbocchiamo la stradina che procede verso est, attraversando la parte orientale della lunga piana di Dazio. Passiamo così a lato di una cappelletta nella quale viene raffigurata l’Annunciazione alla Beata Vergine Maria. Poco più avanti, su una baita, vediamo raffigurata una Madonna con il cuore trafitto dalle spade del dolore. Lasciamo alla nostra destra la pista che si dirige verso il bosco e restando sulla strada asfaltata che porta alle case ed alle baite del piccolo nucleo di Regolido, sul limite orientale della piana di Dazio. Superato un ampio lavatoio, giungiamo così di fronte alla facciata della settecentesca chiesetta dedicata alla Beata Vergine di Loreto (m. 536). A sinistra della facciata della chiesetta vediamo un cartello che segnala la direzione del sentiero per Ca’ di Giann e Camaron. Si tratta di una larga mulattiera che si lascia alle spalle le case e sale verso nord-ovest, in una selva di castagni, protetto a monte (destra) da un alto muro a secco. Sul lato destro troviamo anche una cappelletta con la raffigurazione della Beata Vergine Incoronata. La mulattiera piega poi a destra e passa accanto ad un rudere di baita. Poi la mulattiera volge a sinistra e dopo un ultimo tratto con fondo in cemento passa davanti all’edificio di un Antico Torchio. Superiamo una seconda cappelletta e ci immettiamo su una stradina che volge a destra e sale verso le case di Cadelsasso. Passando attraverso le case troviamo anche due lavatoi, prima di sbucare alla piazzetta centrale del paese, di fronte alla chiesa settecentesca di San Pietro Martire  (m. 747). Proseguiamo ora sulla la strada asfaltata che sale verso Cadelpicco passando a destra del cimitero e superando una valletta. La strada raggiunge le case di Cadelpicco, superando un sottopasso dal quale usciamo in vista della chiesetta di San Pietro Apostolo (m. 796) posta in posizione rialzata a monte del nucleo. Poco sopra raggiungiamo un Bar che si trova a sinistra della strada. Qui parte una stradina che lascia la strada principale e scende verso sinistra. La seguiamo, passando a monte di un ampio prato e procedendo in direzione di una cappelletta, presso la quale vediamo la partenza di una larga mulattiera che scende verso sud-ovest, passando a sinistra di un traliccio ed entrando in una selva di castagni. Nella discesa passiamo a sinistra di un masso errante di forma tondeggiante. Più in basso la mulattiera procede diritta protetta a destra da un muretto a secco. Al termine della discesa passiamo a destra della chiesetta di S. Anna, uscendo al suo sagrato. Qui siamo ad un bivio: il sentiero Anna, alla nostra destra, procede verso ovest, in direzione di Naguarido, mentre un largo sentiero alla nostra sinistra scende sud-est, passando accanto ad alcune baite e confluendo nella strada provinciale che da Dazio sale a Poira. Scendiamo verso sinistra lungo questa strada, portandoci dopo un breve tratto sulla sinistra la partenza della strada che sale a Caspano. La ignoriamo a procediamo diritti. Dopo un’ampia curva verso destra ci riportiamo così al parcheggio di Dazio al quale abbiamo lasciato l’automobile.


Dazio

La più semplice passeggiata che ha come base Dazio è la salita a Vallate per la pista di Ca Dunai con successivo ritorno a Dazio per la mulattiera Vallate-Cerido ed il sentiero che riporta a Ca Dunai.
Alla prima rotonda in ingresso a Morbegno (per chi proviene da Milano) lasciamo la ss 38 dello Stelvio prendendo a sinistra. Dopo un cavalcavia ed una rotonda proseguiamo diritti fino al ponte sul fiume Adda, al quale prendiamo a destra, salendo fino al vicino bivio, al quale lasciamo a destra la strada provinciale Pedemontana e pieghiamo a sinistra, proseguendo nella salita sulla strada che porta a Dazio (m. 562).

Percorriamo il tratto rettilineo che passa a destra della chiesa di San Provino e parcheggiamo al primo parcheggio sulla sinistra, ad est della chiesa.
Nascosta dietro la caratteristica formazione montuosa del Culmine di Dazio, che fa da spartiacque fra bassa e media Valtellina,
Dazio riposa su una piana a 568 metri sul livello del male. Qui possiamo trovare piante da frutta, oleandri, allori e palme, grazie al clima particolarmente mite che si gode anche nella stagione invernale.


Apri qui una panoramica di Dazio

La bellezza del luogo era apprezzata anche nei secoli passati. Ecco come il Güler von Weineck, governatore della Valtellina per le Tre Leghe dal 1587 al 1588, nell’opera “Rhaetia”, del 1616, lo presenta: “Venne così chiamato dalla parola dazio, perché un tempo il bestiame che si recava ad alpeggiare nella Valmasino doveva, passando di qui, pagare una tassa al feudatario. Questo villaggio sorge in amena posizione in una fertile pianura montana, elevata circa mille passi sull’Adda. All’estremo di questa pianura, verso mezzodì, sorge un piccolo monte detto la Colma di Dazio… A ponente di Dazio scorre il torrente montano chiamato Tovate e si stende la foresta di Roncaglia, la quale ripara il paese dai venti impetuosi del lago. I venti settentrionali vengono invece trattenuti dal monte di Caspano; e tutte queste condizioni favorevoli rendono il luogo salubre e fertile.”
Similmente l'Orsini, nella Storia di Morbegno (Sondrio, 1959), scrive, con riferimento al secolo XIII: "Dazio, così chiamato perché quivi gli armenti di passaggio da e per la Valmasino pagavano la centena ai Vicedomini, ossia un capo di bestiame ogni cento, comprese anche Regolido e Cerido, che poi passarono al comune di Civo".


Regolido

Lasciato il parcheggio, attraversiamo la strada provinciale che sale verso Poira ed imbocchiamo la stradina che procede verso est, attraversando la parte orientale della lunga piana di Dazio. Passiamo così a lato di una cappelletta nella quale viene raffigurata l’Annunciazione alla Beata Vergine Maria. Poco più avanti, su una baita, vediamo raffigurata una Madonna con il cuore trafitto dalle spade del dolore. Lasciamo alla nostra destra la pista che si dirige verso il bosco e restando sulla strada asfaltata che porta alle case ed alle baite del piccolo nucleo di Regolido, sul limite orientale della piana di Dazio. Superato un ampio lavatoio, giungiamo così di fronte alla facciata della settecentesca chiesetta dedicata alla Beata Vergine di Loreto (m. 536), sul cui campanile sono collocate tre campane. La maggiore è una delle più antiche della Valtellina, un sol 3 fuso nel 1704 dalla ditta Comolli.


Regolido

A sinistra della facciata della chiesetta vediamo un cartello che segnala la direzione del sentiero per Ca’ di Giann e Camaron. Si tratta di una larga mulattiera che si lascia alle spalle le case e sale verso nord-ovest, in una selva di castagni, protetto a monte (destra) da un alto muro a secco. Sul lato destro troviamo anche una cappelletta con la raffigurazione della Beata Vergine Incoronata. La mulattiera piega poi a destra e passa accanto ad un rudere di baita. Poco più avanti un nuovo rudere rivela su quel che resta di una parete traccia di un dipinto. Alle nostre spalle si apre un ampio spaccato della Piana di Dazio, sul cui fondo vediamo il versante occidentale della Val Gerola e, sul lato destro, l’inconfondibile corno del monte Legnone. Poi la mulattiera volge a sinistra e dopo un ultimo tratto con fondo in cemento passa davanti all’edificio di un Antico Torchio.


Mulattiera Regolido-Cadelsasso

Superiamo una seconda cappelletta e ci immettiamo su una stradina che volge a destra e sale verso le case di Cadelsasso. Passando attraverso le case troviamo anche due lavatoi, prima di sbucare alla piazzetta centrale del paese, di fronte alla chiesa settecentesca di San Pietro Martire  (m. 747), già citata nel 1481 e ristrutturata nell’attuale forma in età secentesca. Il nome del nucleo deve la sua origine probabilmente alle cave di marmo verde attive nei secoli passati.
Nel libro X dei Commentari di G. Albuzio (Morbegnese che visse a Milano fra la seconda metà del Cinquecento e gli inizi del Seicento) leggiamo infatti: “Nel monte di Caspano v’è la pietra marina, detta così per essere del colore del mare… Si cava in molti luoghi d’esso monte et la più vaga si trova sotto di Bedoglio alla Casa del Sasso. Questa pietra è la più nobile del distretto Volturreno… Ornate ne sono alchune porte et finestre de nobili stanze de Caspano et serve per fare gli ligamenti et fregi della Magn. Chiesa di S. Bartolomeo… Nella valle del Tovate vi è la pietra biggia, molto simile alla meiarola con gli segni neri: alquanto dura che con qualche difficoltà si rende allo scarpello, et lavorata ela riesce nondimeno vaghissima.”


Chiesetta di S. Pietro Martire a Cadelsasso

Da qui, nel secolo XV, Ludovico il Moro fece estrarre il marmo delle grosse colonne della Certosa di Pavia.
Proseguiamo ora sulla la strada asfaltata che sale verso Cadelpicco passando a destra del cimitero e superando una valletta. La strada raggiunge le case di Cadelpicco, superando un sottopasso dal quale usciamo in vista della chiesetta di San Pietro Apostolo (m. 796), eretta nel 1697 e restaurata nel 1903, posta in posizione rialzata a monte del nucleo.


Apri qui una panoramica da Cadelpicco

Poco sopra raggiungiamo un Bar che si trova a sinistra della strada. Qui parte una stradina che lascia la strada principale e scende verso sinistra. La seguiamo, passando a monte di un ampio prato e procedendo in direzione di una cappelletta, presso la quale vediamo la partenza di una larga mulattiera che scende verso sud-ovest, passando a sinistra di un traliccio ed entrando in una selva di castagni. Nella discesa passiamo a sinistra di un masso errante di forma tondeggiante. Più in basso la mulattiera procede diritta protetta a destra da un muretto a secco.


Mulattiera Cadelpicco-Sant'Anna

Al termine della discesa passiamo a destra della chiesetta di S. Anna, uscendo al suo sagrato. Qui siamo ad un bivio: il sentiero Anna, alla nostra destra, procede verso ovest, in direzione di Naguarido, mentre un largo sentiero alla nostra sinistra scende sud-est, passando accanto ad alcune baite e confluendo nella strada provinciale che da Dazio sale a Poira.


Chiesetta di Sant'Anna

Scendiamo verso sinistra lungo questa strada, portandoci dopo un breve tratto sulla sinistra la partenza della strada che sale a Caspano. La ignoriamo a procediamo diritti. Dopo un’ampia curva verso destra ci riportiamo così al parcheggio di Dazio al quale abbiamo lasciato l’automobile.


Dazio

CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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