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Cimitero di larici a monte dell'alpe della Zocca

In territorio del comune di Forcola si trova uno degli alpeggi orobici meno conosciuti e più belli, per la sa luminosità, la posizione appartata che lo rende raggiungibile solo da camminatori esperti e per la straordinaria panoramicità. Si tratta dell'alpe della (o di) Zocca, ai piedi della cima omonima (m. 2166). D'estate viene ancora caricata, mentre d'autunno il silenzio ed il gioco dei colori la rendono un luogo assolutamente straordinario.
Usciti dalla seconda galleria di Paniga (per chi proviene da Milano) della nuova ss 38 scavalchiamo il fiume Adda su un ponte ed alla successiva rotonda impegniamo la impegniamo la terza uscita (indicazioni: Forcola 3 km e Tartano 14 km), percorrendo per breve tratto la Strada Pedemontana Provinciale Orobica e lasciandola al primo svincolo a destra per iniziare a salire sulla Strada Provinciale 11 della Val Tartano. La salita sull’impressionante versante occidentale del Crap del Mezzodì inanella 10 tornanti, poi supera una breve galleria scavata nella roccia e ci porta alle soglie della Val Tartano. Dopo due ultimi tornanti siamo a Campo Tartano (m. 1040). Poco oltre il cimitero, troviamo, sulla sinistra, la deviazione per il vicino nucleo di Somvalle, in territorio del comune di Forcola.


Apri qui una fotomappa della parte terminale della Val Tartano e della Val Vicima

CAMPO TARTANO-VAL VICIMA-ALPE DELLA ZOCCA

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Campo Tartano-Mulattiera Val Vicima-Bivio presso le baite di quota 1619-Alpe della Zocca
3 h
895
E
SINTESI. Usciti dalla seconda galleria di Paniga (per chi proviene da Milano) della nuova ss 38 scavalchiamo il fiume Adda su un ponte ed alla successiva rotonda impegniamo la impegniamo la terza uscita (indicazioni: Forcola 3 km e Tartano 14 km), percorrendo per breve tratto la Strada Pedemontana Provinciale Orobica e lasciandola al primo svincolo a destra per iniziare a salire sulla Strada Provinciale 11 della Val Tartano. La salita sull’impressionante versante occidentale del Crap del Mezzodì inanella 10 tornanti, poi supera una breve galleria scavata nella roccia e ci porta alle soglie della Val Tartano. Dopo due ultimi tornanti siamo a Campo Tartano (m. 1040). Parcheggiamo qui (m. 1025) e proseguiamo lungo la carozzabile per Tartano, trovando ben presto, segnalata, la partenza, sul suo lato sinistro, della mulattiera per la Val Vicima, che passa a monte della frazione Ronco e, raggiunto un poggiolo, comincia a inoltrarsi sul fianco meridionale della valle, passando per una cappelletta. Oltrepassate le baite di Vicima (m. 1505), guadiamo un piccolo coso d'acqua da sinistra a destra e passiamo a sinistra dei prati delle baite di quota 1619. Ignorata la deviazione a destra per il Barghèt, proseguiamo a sinistra e passiamo accanto ad un terzo gruppo di baite ai margini di una pecceta. Il sentiero si stacca sulla sinistra da quello che prosegue nella salita della Val Vicima, nel primo tratto, sale, con diversi tornanti, nella bella pineta posta a monte delle baite, per poi uscire sul limite inferiore del dosso di prati che costituisce l'alpe Zocca. Risalito il dosso in direzione delle due baite più basse, con diagonale verso sinistra saliamo alla baita più a sinistra (m. 1909), dove l'escursione termina.


L'alpe della Zocca

Lasciate alle spalle Campo Tartano e Somvalle, alla prima semicurva a sinistra della carozzabile notiamo sulla sinistra un cartello che segnala l'alpe D'Assola e gli alberi monumentali. In corrispondenza del cartello parte un marcato sentiero che supera subito su un ponticello una valletta, procede quasi in piano per buon tratto a monte della carozzabile, supera una seconda valle e passa a destra di un masso con una croce in ferro. Usciamo all'aperto e ci raggiunge da destra un sentiero e superiamo una nuova valletta, passando poi a lato di una cappelletta sulla sinistra della mulattiera.


Campo Tartano dal sentiero per la Val Vicima

Rientriamo nel bosco proseguendo la salita verso sud-est, con pendenza media. Ci raggiunge un secondo sentiero che sale da destra e su un masso troviamo un segnavia con numerazione “127”. Poco più avanti siamo all' “zapèl de la val”, cioè la porta, un poggio panoramico che introduce alla Val Vicima, sorvegliato da una cappelletta. Di qui si gode di un ottimo colpo d'occhio, verso sud, sulla Val Tartano, che si biforca nella Val Lunga e nella Val Corta.
Piegando ad est ci addentriamo sul fianco settentrionale della valle, salendo gradualmente. Siamo all'aperto e procediamo fra lisci roccioni alla nostra sinistra e l'impressionante salto che precipita sul fondo della Val Vicima alla nostra destra. Dopo aver superato una terza cappelletta, rientriamo nella selva, attraversiamo due vallette ed una valle più pronunciata, con un modesto corso d'acqua, attraversato il quale andiamo a destra e troviamo una sequenza di tornantini sx-dx-sx-dx. Al successivo tornante sx ignoriamo sulla destra un sentierino che si stacca e porta alle baite sul limite di una fascia panoramica di prati. Torniamo quindi in direzione del torrentello, ma non ci portiamo fino ad esso, perché segue una sequenza di tornanti dx-sx-dx-sx-dx.


Terza cappelletta sulla mulattiera della Val Vicima

Dopo il successivo tornante sx ignoriamo una nuova deviazione a destra per le baite di Val Vicima (m. 1505) e proseguiamo diritti, entrando in una pecceta. Ci portiamo quindi ad un bivio segnalato: a destra ci lascia il sentiero per il Barghèt, mentre noi proseguiamo su quello per Vicima, rientrando in una maccia di abeti e noccioli. Dopo un accenno di tornantini a destra e sinistra, siamo ad un bivio: mentre il sentiero che prosegue diritto si avvicina ad un gruppo di baite (m. 1619), alla sua sinistra se ne stacca uno secondario; pochi metri oltre la partenza sul tronco di un abete si trova un cartello con la scritta “Zocca”. E' questo il sentiero che ci interessa e che sale all'alpe Zocca, a monte della pecceta nella quale stiamo salendo.


Panorama dall'alpe di Zocca

Quasi subito troviamo un bivio, al quale prendiamo a destra, salendo e trovando un primo segnavia rosso-bianco-rosso; un secondo si trova poco più avanti, in corrispondenza di un cumulo di massi. Pochi metri più avanti siamo ad un trivio e stiamo sul sentiero di mezzo, che infatti ci conforta dopo breve tratto con un nuovo segnavia rosso-bianco-rosso. Dopo un tratto scalinato ne segue uno con traccia meno marcata. Saliamo verso ovest-nord-ovest prestando attenzione al ripido versante boscoso alla nostra sinistra, giungendo sulla soglia del fianco della valle di Zocca: qui per la prima volta prendiamo a destra, allontanandoci da tale soglia. Segue una sequenza di 10 tornanti dx-sx, che ci porta ad fettuccia oltre la quale intercettiamo un sentiero che corre da sinistra a destra. Non seguiamo né l'una né l'altra direzione, ma seguiamo un sentierino che prosegue diritto nella salita, propnendo una sequenza di tornantini sx-dx-sx-dx-sx, che ci porta ad uscire dal bosco sul limite di un prato ripido.


Panorama dall'alpe di Zocca

Siamo ormai sul limite inferiore dell'ampia alpe della Zocca, uno degli alpeggi meno conosciuti e più panoramici dell'intera catena orobica: da qui il colpo d'occhio sulla bassa Valtellina, l'alto Lario, il Legnone e le alpi Lepontine è davvero sorprendente. Alta sopra la nostra testa, a monte dei prati, sul lato di sinistra, scorgiamo la croce sulla cima di Zocca. Prima di proseguire nella salita memorizziamo il punto nel quale siamo usciti dal bosco (un moncherino di tronco bruciato e tagliato può essere un buon punto di riferimento).
Saliamo ad una baita affiancata ad un baitello, poi ci portiamo verso sinistra. Un sentiero più basso porta ad una fontana, mentre uno più alto, che seguiamo, passa fra muretti a secco e, superata una brevissima fascia di larici, si dirige verso il solco dell'alta Valle di Zocca, che si frappone fra noi e la cima di Zocca. Saliamo gradualmente verso sinistra, stando nella parte medio-bassa dei prati, in direzione di una seconda baita che scompare e riappare. Alla nostra destra e ad una certa distanza, sul lato opposto dell'alpe, vediamo delle baite ed una croce in legno.


Le due baite più basse dell'alpe di Zocca

Raggiungiamo la piccola baita di quota 1909, alla cui destra c'è una fontanella, e qui possiamo concludere l'escursione, godendo dell'ottimo panorama che si apre sull'alto Lario oltre che sulla vicina Val di Tartano. Possiamo però prolungarla traversando al lato opposto dell'alpe, cioè verso le baite appena sotto il crinale sul quale è posta una croce di legno, crinale che si affaccia sul vallone di Pertuso, ai piedi del pizzo di Presio. Luoghi stupendi, frequentati solo da chi ben conosce queste montagne e considera potervi accedere come un privilegio, ma anche da qualche capo di bestiame che d'estate si può ancora trovare.


La baita di quota 1909 all'alpe della Zocca

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CARTA DEL PERCORSO SULLA BASE DI © GOOGLE MAP (FAIR USE) e della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la mappa on-line

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