Apri qui una panoramica della Val Gerola occidentale

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Laveggiolo-Bugione-Laveggiolo
2 h
350
E
SINTESI. Alla prima rotonda all'ingresso di Morbegno (per chi proviene da Milano) prendamo a destra ed alla successiva ancora a destra; dopo un ponte imbocchiamo la provinciale della Val Gerola, saliamo a Gerola Alta e all'uscita dal paese lasciamo la strada per Pescegallo per prendere a destra, imboccando la strada che termina a Laveggiolo, dove parcheggiamo (m. 1471). A monte delle baite, sulla destra, seguiamo l sentiero che punta a destra, descrive un semicerchio in senso antiorario e raggiunge il limite del bosco a nord-ovest rispetto al nucleo di case. Intercettiamo, così, un marcato sentiero che sale dalla nostra destra, e giungiamo subito ad un bivio, al quale prendiamo a sinistra. Il sentiero corre per un buon tratto nei pressi del limite superiore dei prati. Giunti sulla verticale di Laveggiolo, non proseguiamo sul sentiero imboccato, ma cerchiamo, sulla nostra destra, un sentiero meno marcato che sale nella pecceta, verso ovest-nord-ovest, fino al limite inferiore di una lunga fascia di prati. Nella parte alta dei prati troviamo anche alcune baite diroccate, le baite Bugione (m. 1815). Qui troviamo il punto terminale di una pista sterrata che seguiamo nella discesa. Dopo un tornante a destra, al quale ignoriamo il sentiero che se ne stacca a sinistra per inoltrarsi in Val di Pai, la pista raggiunge un parcheggio ed un successivo bivio: prendendo la stradina di destra dopo breve salita ci ritroviamo al parcheggio di Laveggiolo.


Apri qui una panoramica di Laveggiolo sullo sfondo del monte Digrazia

Laveggiolo (lavegiöl, m. 1471) è la più alta delle frazioni a monte di Gerola. Dai più antichi documenti tardomedievali (nel 1321 viene menzionato “de Lavizolo”, nel 1520 “de Lavegiolo”) il nucleo risulta abitato da tre nuclei familiari, tutti Ruffoni, discendenti dal capostipite ser Ugone. Il panorama è davvero eccellente, ed a nord lo sguardo raggiunge il gruppo del Masino ed il monte Disgrazia. E' anche punto di partenza di una pista sterrata che raggiunge l'imbocco della Val Vedrano e prosegue fino al rifugio di Trona Soliva. Può essere però anche punto di partenza della facile escursione ad anello che sale fino ai prati di Bugione (Bügiùn). Un’escursione poco conosciuta, ma senza dubbio da mettere nell’agenda dei trekking da fare per conoscere più a fondo la Val Gerola, e soprattutto il suo volto meno noto, più solitario, forse anche più affascinante, nel cuore dei fiabeschi boschi popolati da fieri abeti e vivaci larici.
Alla prima rotonda all'ingresso di Morbegno (per chi proviene da Milano) prendamo a destra ed alla successiva ancora a destra; dopo un ponte imbocchiamo la provinciale della Val Gerola, saliamo a Gerola Alta e all'uscita dal paese lasciamo la strada per Pescegallo per prendere a destra, imboccando la strada che porta alle frazioni alte. Ignorata la deviazione, a sinistra, per Castello, e le due successive, a destra, per Case di Sopra e San Giovanni, giungiamo a Laveggiolo, dove la strada, che nell’ultimo tratto ha un fondo sterrato, in discrete condizioni, termina, per lasciare il posto ad una pista che prosegue in direzione della val Vedrano. Qui, presso l’edicola del Parco Regionale delle Orobie, troviamo un parcheggio dove lasciare l’automobile.


Sentiero Laveggiolo-Bugione

Ci mettiamo, dunque, in cammino da una quota di 1471 metri. Sopra le case e le baite della frazione si stende una fascia di prati che vengono ancora curati e tagliati. Al limite superiore dei prati, inizia uno splendido bosco di conifere. Noi dobbiamo raggiungere il bosco, ma per farlo non dobbiamo salire diritti, tagliando i prati, ma seguire il sentierino che, appena sopra le case, sulla destra, punta a destra, descrive un semicerchio e raggiunge il limite del bosco a nord-ovest rispetto al nucleo di case. Rispettiamo, così, l’integrità dei prati e la fatica di chi li cura. Intercettiamo, quindi, un marcato sentiero che sale dalla nostra destra, e giungiamo subito ad un bivio, al quale prendiamo a sinistra.
Il sentiero corre per un buon tratto nei pressi del limite superiore dei prati. Giunti sulla verticale di Laveggiolo (nel punto, cioè, che avremmo raggiunto salendo diritti dalle case più alte), non proseguiamo sul sentiero imboccato, ma cerchiamo, sulla nostra destra, un sentiero meno marcato che comincia a salire, deciso, nel cuore di un bosco che non è esagerato definire fiabesco. Delicato ed ordinato il sottobosco, incantevoli i chiaroscuri ed i giochi di luce. Stiamo procedendo in direzione ovest-nord-ovest, e la traccia non è marcata: con un po’ di attenzione, comunque, non la perdiamo.


Gruppo del Masino visto dalle Baite Bugione

Procediamo, così, fra gli abeti e qualche breve radura, fino al limite inferiore di una lunga fascia di prati. Nella parte alta dei prati troviamo anche alcune baite diroccate. Si tratta delle baite Bugione (Baiti Végi), poste ad una quota di 1815 metri. In realtà delle baite restano solo pochi ruderi, uno nella parte mediana, i rimanenti nella parte alta dei prati.
Un luogo incantevole, silenzioso ma non malinconico, ed estremamente panoramico. A nord, in particolare, oltre la linea degli abeti, distinguiamo quasi tutte le cime principali del gruppo del Masino, e precisamente, da sinistra, l’affilata punta del Sasso Manduino, il pizzo Ligoncio, la cima del Desenigo, il pizzo Cengalo (il Badile è nascosto dalla cima del Desenigo), i pizzi del Ferro (sciöma dò fèr), la cima di Zocca, la cima di Castello, la punta di Rasica, i pizzi Torrone, il monte Sissone, le cime di Chiareggio, il monte Disgrazia ed il pizzo Cassandra. Più a destra, i pizzi Argient e Zupò, sulla testata orientale della Valmalenco. Sul fondo, la cima Piazzi ed il gruppo dell'Ortles. A sud-est, invece, vediamo la testata centro-orientale della Val Gerola, distinguendo, da destra, il pizzo di Tronella, il dente ed il pizzo della Mezzaluna, la rocca di Pescegallo, il monte Valletto e le cime di Ponteranica. A sud, infine, vediamo, da sinistra, il Piazzo ed il pizzo Mellasc, sulla costiera che delimita a sud la val Vedrano.
Nei pressi delle baite si trova anche una bella fontana. La discesa sfrutta una pista sterrata che termina proprio sul limite inferiore dei prati. La percorriamo interamente. Nel primo tratto scende verso sud-est, poi piega a destra e prosegue scendendo verso nord-est. Al successivo tornante dx ignoriamo, sulla sinistra, la partenza del largo sentiero (cartello "Alpe Stavello") che si addentra in Val di Pai. Ignorato il sentiero, proseguiamo nella discesa verso sud-est e poi sud, passando a monte di alcuni prati con baute rammodernate, fino ad un parcheggio. Scendendo ancora, siamo ad un bivio: mentre la carrozzabile principale, asfaltata, prosegue la discesa che termina a Gerola, noi imbocchiuamo la stradina di destra, la stessa utilizzata salendo in automobile. Dopo un breve tratto di salita, torniamo così al parcheggio di Laveggiolo, dove recuperiamo l'automobile.


Pista Laveggiolo-Bugione

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