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All'inizio della salita a Ponte in Valtellina si incontra la chiesa della Madonna di Campagna.  
Nel centro del paese, invece, si trova la chiesa parrocchiale di san Maurizio, che subì, nei secoli, interventi successivi di ampliamento e restauro (1347, 1460, 1500, 1878),  
e che presenta, quindi, elementi di stili diversi (romanico, gotico, rinascimentale).  
La chiesa è posta nella piazza Luini,  
dove, davanti al palazzo omonimo, è collocata la statua dell’astronomo Giuseppe Piazzi (1746-1826), scopritore del più grande asteroide del sistema solare, Cerere.  
Risaliamo il paese, sfruttando la stretta stradina che conserva il fondo in grisc, e giungiamo alla chiesa di s. Ignazio ed alla piazza degli Uffici,  
dal cui piazzale si gode di un buon panorama sull'abitato.  
Proseguiamo nella salita, atttraversando  
l'antico cuore  
del paese,  
fino ad intercettare la strada provinciale panoramica dei Castelli, che da Montagna in Valtellina sale a Teglio. percorriamola verso sinistra, fino a raggiungere la deviazione sulla destra, segnalata, per san Bernardo e la Val Fontana. Il primo tratto della strada sale fra grandi appezzamenti riservati alla coltivazione del melo.  
La strada prosegue, allontanandosi dai meleti e raggiungendo la bella chiesetta trecentesca di san Rocco, a 773 metri.  
Sulla sua facciata è possibile osservare affreschi quattrocenteschi, sul tema della Pietà e dell'Annunciazione.  
Poco oltre la chiesetta si trova la un bivio: a destra la strada prosegue per la val Fontana, mentre a sinistra sale verso san Bernardo, giungendo alla baita Brizzot (1080 metri circa).  
Dal vicino prato lo sguardo raggiunge la bassa Valtellina.  
Alla fine, ecco san Bernardo.  
Il dolce declivio del maggengo è costellato di belle baite.  
Presso la colonia estiva, si trova anche una splendida pineta.
 
 
Non ci sono baite, ma anche vere e proprie ville, come la villa Cederna.  
Di grande interesse  è anche un percorso botanico, che percorre il perimetro del maggengo.  
Nel punto più alto del maggengo, dove la strada asfaltata, a 1280 metri, termina, partono due piste: quella di destra porta in breve al sentiero che si dirige verso S. Antonio, in Val Fontana,  
mentre quella di destra sale all'alpeggio di Campo.  
La pista  
porta dapprima  
alla località Strefodes (1384 metri),  
per poi  
raggiungere  
la località  
Crocetta di Campo.  
Ancora qualche sforzo  
e la strada ci porta all’alpe Campo, a 1680 metri.  
Un sentiero parte dall'estremità occidentale (sinistra) dei prati, nei pressi del punto in cui parte anche il sentiero che si dirige verso la baita Massarescia e la val di Ron.
 
 
Il sentiero risale i prati e raggiunge  
una baita diroccata, nei pressi della quale, segnalato da una bandierina rosso-bianco-rossa, entra di nuovo in pineta.  
Ben presto si raggiunge il rifugio  
Amici della montagna,  
per poi proseguire in una più ripida salita,  
mentre il bosco si fa sempre più rado.  
Giungiamo, così, in vista del fianco meridionale del monte Campondola, che il sentiero aggira,  
per sbucare in vista dell’alpe omonima.  
Dal limite inferiore  
dell'alpe  
si riesce a scorgere la bassa Valtellina.  
Ed ecco riapparire, ad ovest, la croce della cima, a 2135 metri. Non è difficile raggiungerla. Si tratta di una piccola croce, che sembra fronteggiare la poderosa teoria delle cime orobiche. Dalla cima è visibile, verso ovest, il maggengo di Boirolo, sopra Tresivio. Verso nord ovest si scorge, dietro un lungo dosso, la vetta di Ron. Il panorama settentrionale è invece interamente occupato dall’alpe Campòndola.  
Dirigendosi verso l'alpe si possono ammirare le più alte cime orobiche, a cominciare dalla più alta, il pizzo di Coca (a destra).  
Verso est è il monte Còmbolo ad imporsi allo sguardo.  
Dalle baite dell’alpe, a 2171 metri, è possibile compiere una traversata verso nord est, raggiungendo la val di Ron.
Da san Bernardo all'alpe sono necessarie circa due ore e mezza di cammino, per superare poco meno di 900 metri di dislivello.
 

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