CARTE DEL PERCORSO 1, 2


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La Val Grosina offre opportunità escursionistiche per tutte le gambe e tutti i gusti. Una tranquilla escursione di medio impegno ha come scenario uno dei suoi angoli più gentili e bucolici, l’amplissimo bacino del Pian del Lago, sostenuto dalla soglia glaciale che guarda alla Val di Sacco, di cui il bacino è tributario. Dal nucleo di Malghera possiamo salire a visitarne i gentili scorci e l’omonimo lago, proseguendo poi fino a toccare due microlaghetti posti più a monte.

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Malghera-Pian del Lago-Laghetti-Malghera
3 h
590
E
SINTESI. Da Grosio, superata la chiesa di San Giuseppe e la successiva caratteristica “strecia de Ilda”, imbocchiamo, sulla sinistra (indicazioni per Ravoledo e Fusino) la carrozzabile della Val Grosina, che, superata la frazione di Ravoledo, dopo pochi tornanti, si addentra sul suo fianco orientale, passando per San Giacomo. Raggiunto il nucleo di Fusino, in corrispondenza dello spiazzo davanti alla chiesetta (m. 1203, il punto più comodo dove lasciare l’automobile: per proseguire in tutte le direzioni si deve inoltre acquistare un pass giornaliero), prendiamo a sinistra, imboccando la stretta stradina che porta al ponte sul torrente Roasco, poco a valle rispetto alla muraglia della diga di Fusino dell’AEM. Sul lato opporto la stradina piega leggermente a sinistra e comincia a salire su un ripido versante di prati e comincia un lungo traverso sul fianco della Val Grosina Occidentale, superando diversi nuclei e portando a Campo Pedruna. Nel tratto successivo la pendanza si fa molto severa e la stradina termina a Malghera (m. 1937), dove si trova il rifugio-ricovero omonimo, presso il santuario della Madonna del Muschio o della Neve. Ci incamminiamo sulla pista che si addentra in Val di Sacco (dir. nord), superando la sbarra e passando a lato della casera di Sacco (m. 2008). Qui, seguendo un cartello, lasciamo la pista e scendiamo a destra a guadare il torrente su un ponte, proseguendo a salire, su pista, sul lato opposto della valle (orientale), verso nord-est. La pista termina alla baita della località Mandrie Vecchie (caséra de màndri vègi). Poco prima della baita, sulla destra, parte un tratturo che recentemente si è sovrapposto all'antico sentiero per il Pian del Lago, e risale il versante erboso con diversi tornanti e strappi anche ripidi. Ignoriamo una deviazione segnalata a destra. Dopo un tornante a destra giungiamo ad un pianoro e dobbiamo stare attenti perché dobbiamo lasciare il tratturo per prendere un sentiero che se ne stacca sulla sinistra e nel primo tratto quasi non si vede. Ci sono però tre ometti che lo segnalano. Dopo pochi metri la traccia del sentiero si fa marcata, sale ad aggirare un dosso erboso e piegando a destra si porta alle soglie dello splendido ripiano di Pian del Lago (sigla S.I. su un masso a terra). Superiamo un torrentello e siamo subito in vista del solitario bivacco di Pian del Lago (Baitèl del Pian del Laach, m. 2320). Passiamo ora a sinistra del lago e proseguiamo sulla traccia segnalata (stiamo percorrendo un tratto del Sentiero Italia, ma anche della Via Alpina) risalendo la valletta dalla quale scende il torrente che lo alimenta. Restiamo sul suo lato sinistro ed approdiamo ad un secondo ampio pianoro. Qui lasciamo Sentiero Italia e Via Alpina, che piegano decisamente a sinistra (segnalati da paletti con segnavia bianco-rossi) per salire all’impegnativo passo di Vermolera, e pieghiamo a destra, attraversando il torrentello e proseguendo fra dolci balze in direzione sud-est. Non ci sono segnalazioni, per cui procediamo a vista, stando sul lato destro ed in prossimità del torrentello. Giunti presso alcune roccette alla nostra sinistra, restiamo sempre appena a destra del torrentello e, piegando leggermente a sinistra, raggiungiamo la soglia della conca nella quale è posto il microlaghetto quotato 2511 metri. Ridiscendiamo ora ripercorrendo per breve tratto il percorso di salita. Dopo aver piegato leggermente a destra (ovest), però, ci allontaniamo dal torrentello prendendo a sinistra ed infilandoci in una valletta nella quale scoviamo un secondo microlaghetto, quotato 2419 metri. Se vogliamo ora tornare a Malghera per la medesima via di salita subito dopo il laghetto scendiamo lungo la valletta del torrentello emissario, che si ricongiunge con la valletta per la quale siamo saliti subito dopo il Lago di Pian del Lago. Altrimenti stiamo più a sinistra, scendendo per una via un po’ più avventurosa (infatti passa per alcune fastidiose ed anche un po' insidiose pietraie). Proseguiamo diritti verso ovest, restando paralleli ai fianchi settentrionali del Sasso Farinaccio. Con un po' di occhio scoviamo un sentierino che taglia il versante restando alto rispetto al Pian del Lago e passando a monte della fascia di grandi blocchi e pietrame che scende fino alle sue rive. Ci muoviamo fra minuto pietrame e magri pascoli, procedendo quasi in piano. Passiamo così a destra del dossone di quota 2451 e ci avviciniamo ad una sorta di ampia sella, fra il versante del Sasso Farinaccio, alla nostra sinistra, ed i roccioni che circondano a sud il Pian del Lago, a destra. Tagliando una fastidiosa pietraia ripassiamo così alti sopra il Lago del Pian del Lago, che vediamo alla nostra destra, e ci affacciamo alla porta, oltre la quale si apre l’ampio versante che si affaccia sulla Val di Sacco. Scendiamo ora a vista, sempre verso ovest, fino ad intercettare il tratturo che sale dal fondovalle e traversa alla selletta di quota 2390 sul crestone sud-ovest del Sasso Farinaccio. Non ci resta ora che seguire il tratturo in discesa, tornando così alla piana della Casera de Cavic’, dove abbiamo lasciato, salendo, il medesimo tratturo per imboccare il sentiero. Il resto della discesa ripercorre la via di salita, cioè sfrutta la pista che scende al ponte sul torrente di Val di Sacco, risalendo alla Casera di Sacco e ridiscendendo in breve a Malghera.


Santuario della Madonna della Neve o del Muschio a Malghera

Saliamo, dunque, da Grosio a Fusino (9 km da Grosio, m. 1203), posto nel punto in cui la valle ospita due invasi artificiali dell’AEM, appena a monte del punto in cui la val Grosina occidentale si congiunge con il solco principale della valle. Acquistato il ticket giornaliero, imbocchiamo la deviazione a sinistra per la val Malghera: si tratta di una strada dalla carreggiata piuttosto stretta, che ci porta nel cuore della valle, per poi risalire sul fianco settentrionale della val Grosina occidentale. Attraversati i diversi nuclei del versante settentrionale della valle, con un ultimo tratto dalle pendenza molto severe siamo al parcheggio di Malghera, ad 11,2 km da Fusino. Ci accolgono il ricovero Malghera ed il sorprendente santuario della Madonna della Misericordia (Madòna de la néf), o Madonna del Muschio, edificata nel 1888, dal nucleo di una cappella preesistente, eretta per ricordare il miracolo dell’apparizione della Vergine, sul muschio di una roccia, ad un pastore nel 1750. Qui possiamo lasciare l'automobile.


Apri qui una fotomappa della Val Grosina occidentale e della Valle di Sacco

Imbocchiamo ora la pista sterrata alle spalle del santuario e, copo pochi metri, apriamo e scrupolosamente chiudiamo il cancello dell'alpe di Sacco. Proseguendo sulla pista, raggiungiamo in breve la Casera di Sacco (m. 2008), dove la pista termina. Qui il cartello con numerazione 260, che dà il bivacco Pian del Lago ad un'ora e 10 minuti, Lavazé a 2 ore e 20 minuti e Biancadino a 3 ore e 15 minuti, ci fa scendere sulla destra su una pista che passa accanto ad un enorme masso erratico e raggiunge il ponte che scavalca il ramo della Val di Sacco (Val de Sach) del torrente Roasco (siamo qui all'imbocco della valle). Qui troviamo una pista che sale con andamento moderato verso nord-nord-est, proponendo anche un breve quanto suggestivo tratto elegantemente lastricato. Sul fondo della valle spiccano due punte rocciose rivolte al cielo, la cima Saoseo a sinistra ed il corno di Lago Negro a destra.


Val di Sacco

La pista termina alla baita della località Mandrie Vecchie (caséra de màndri vègi). Poco prima della baita, sulla destra, parte un tratturo che recentemente si è sovrapposto all'antico sentiero per il Pian del Lago, e risale il versante erboso con diversi tornanti e strappi anche ripidi. Ad una baita (Casera di Cavic'), siamo ad un bivio segnalato da cartelli: il sentiero 260 prosegue verso destra (Lavazé e Biancadino), mentre sul tratturo si va verso Pian del Lago, dato a 40 minuti, il passo di Vermulèra, dato a 2 ore, ed Eita, data a 4 ore e 45 minuti (sul cartello la sigla S.I. indica che si tratta di una tappa del Sentiero Italia). Proseguiamo, dunque, sul tratturo, in direzione nord-est.


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Dopo un tornante a destra giungiamo ad un pianoro e dobbiamo stare attenti perché dobbiamo lasciare il tratturo (che effettua una traversata alta agli alpeggi della Val Grosina occidentale) per prendere un sentiero che se ne stacca sulla sinistra e nel primo tratto quasi non si vede. Ci sono però tre ometti che lo segnalano.


Apri qui una panoramica della Val di Sacco dal sentiero per il Pian del Lago

Dopo pochi metri la traccia del sentiero si fa marcata, sale ad aggirare un dosso erboso e piegando a destra si porta alle soglie dello splendido ripiano di Pian del Lago (sigla S.I. su un masso a terra). Superiamo un torrentello e siamo subito in vista del solitario bivacco di Pian del Lago (Baitèl del Pian del Laach, m. 2320), sempre aperto ed utilissimo in caso di maltempo. Poco prima del bivacco un cartello del Sentiero Italia dà il Passo di Vermolera ad un'ora e mezza, i laghi di Tres a 2 ore e 50 minuti ed Eita a 4 ore e 10 minuti. Alle spalle del bivacco il placido lago di Pian del Lago, sorvegliato sul lato destro dal Sasso Farinaccio. Alle spalle del lago, sul fondo, si vede un lungo e tranquillo crinale erboso. La speranza è che il passo sia lì, da qualche parte, ma in realtà scollinando dal crinale si scende agli alpeggi della Val Grosina Occidentale (Lavazé e Biancadino).


Salita lungo la valletta a monte di Pian del Lago

Passiamo ora a sinistra del lago e proseguiamo sulla traccia segnalata (stiamo percorrendo un tratto del Sentiero Italia, ma anche della Via Alpina) risalendo la valletta dalla quale scende il torrente che lo alimenta. Restiamo sul suo lato sinistro ed approdiamo ad un secondo ampio pianoro.


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Qui lasciamo Sentiero Italia e Via Alpina, che piegano decisamente a sinistra (segnalati da paletti con segnavia bianco-rossi) per salire all’impegnativo passo di Vermolera, e pieghiamo a destra, attraversando il torrentello e proseguendo fra dolci balze in direzione sud-est.
Non ci sono segnalazioni, per cui procediamo a vista, stando sul lato destro ed in prossimità del torrentello. Giunti presso alcune roccette alla nostra sinistra, restiamo sempre appena a destra del torrentello e, piegando leggermente a sinistra, raggiungiamo la soglia della conca nella quale è posto il microlaghetto quotato 2511 metri.


Il laghetto di quota 2511 metri

Questo è il punto più alto dell’escursione. Davanti a noi (est) l’orizzonte è chiudo dal morbido crinale che separa il bacino di Pian del Lago dal versante settentrionale della Val Grosina Occidentale (il versante opposto è assai più ripido ed impegnativo). Ai due lati estremi del crinale stanno il Sasso Farinaccio (m. 2780), alla nostra destra (sud), e la cima quotata 2852 metri, alle cui spalle si nasconde il Sasso Campana. Alle nostre spalle (ovest) si apre lo splendido scenario della Val Malghera e della testata della Val di Sacco. A sinistra (nord), infine, si stagliano la massiccia parete del Dosso Sabbione e, alla sua destra, la puntuta cima del pizzo Matto.
Ridiscendiamo ora ripercorrendo per breve tratto il percorso di salita. Dopo aver piegato leggermente a destra (ovest), però, ci allontaniamo dal torrentello prendendo a sinistra ed infilandoci in una valletta nella quale scoviamo un secondo microlaghetto, quotato 2419 metri.


Laghetto di quota 2419

Se vogliamo ora tornare a Malghera per la medesima via di salita subito dopo il laghetto scendiamo lungo la valletta del torrentello emissario, che si ricongiunge con la valletta per la quale siamo saliti subito dopo il Lago di Pian del Lago. Altrimenti stiamo più a sinistra, scendendo per una via un po’ più avventurosa (infatti passa per alcune fastidiose ed anche un po' insidiose pietraie). Proseguiamo diritti verso ovest, restando paralleli ai fianchi settentrionali del Sasso Farinaccio. Con un po' di occhio scoviamo un sentierino che taglia il versante restando alto rispetto al Pian del Lago e passando a monte della fascia di grandi blocchi e pietrame che scende fino alle sue rive.


Apri qui una fotomappa della discesa dai laghetti al Pian del Lago

Ci muoviamo fra minuto pietrame e magri pascoli, procedendo quasi in piano. Passiamo così a destra del dossone di quota 2451 e ci avviciniamo ad una sorta di ampia sella, fra il versante del Sasso Farinaccio, alla nostra sinistra, ed i roccioni che circondano a sud il Pian del Lago, a destra. Tagliando una fastidiosa pietraia ripassiamo così alti sopra il Lago del Pian del Lago, che vediamo alla nostra destra, e ci affacciamo alla porta, oltre la quale si apre l’ampio versante che si affaccia sulla Val di Sacco. Scendiamo ora a vista, sempre verso ovest, fino ad intercettare il tratturo che sale dal fondovalle e traversa alla selletta di quota 2390 sul crestone sud-ovest del Sasso Farinaccio.


Traversata alta dal Pian del Lago alla sella che si affaccia sulla Val di Sacco

Non ci resta ora che seguire il tratturo in discesa, tornando così alla piana della Casera de Cavic’, dove abbiamo lasciato, salendo, il medesimo tratturo per imboccare il sentiero. Il resto della discesa ripercorre la via di salita, cioè sfrutta la pista che scende al ponte sul torrente di Val di Sacco, risalendo alla Casera di Sacco e ridiscendendo in breve a Malghera.

CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

Mappa del percorso - elaborata su un particolare della carta tavola elaborata da Regione Lombardia e CAI (copyright 2006) e disponibile per il download dal sito di CHARTA ITINERUM - Alpi senza frontiere

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