Eita

EITA-RIF. REDASCO

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Eita-Rif. Redasco
1 h e 30 min.
330
T
Eita-Rif. Redasco-Piatta di Sopra-Eita
2 h e 40 min.
350
E
 
SINTESI. Da Grosio saliamo in Val Grosina (ticket di accesso a Fusino), fino ad Eita (m. 1700), dove parcheggiamo l'automobile. Parcheggiata l’automobile al piazzale presso la chiesetta di Eita (m. 1703), incamminiamoci sulla stradina che si porta al torrente Roasco. Superato un primo ponte, raggiungiamo il ponte sul torrente Roasco (m. 1680), poco prima delle ultime baite di Eita. Sul lato opposto la stradina volge in direzione contraria, cioè torna verso valle, giungendo ad un bivio al quale prendiamo a sinistra, proseguendo sulla carrozzabile che sale per Redasco e Cassavrolo (l'indicazione del sentiero 264 dà le baite di redasco ad un'ora e 20 minuti, il passo della Forcola a 2 ore e 20 minuti ed il monte Storile a 3 ore e 10 minuti). Dopo pochi tornanti, ignorate alcune deviazioni laterali, siamo ad un nuovo bivio, al quale lasciamo a sinistra la pista che sale a Cassavrolo ed andiamo a destra (indicazioni per Redasco). Iniziamo così un lungo traverso in salita verso sud e poi sud-sud-est, all’ombra di una splendida pineta, dalla quale usciamo sotto le baite dei Rosso. Proseguiamo sulla pista che scavalca il solco della Val Quintena, poi volge a sinistra, si riporta alla valle raggiungendo il rifugio Redasco (m. 1976). Ridiscendiamo seguendo la pista fin sotto le baite dei Rossi. Giunti più o meno sotto la verticale di tali baite, troviamo, sul lato opposto della pista, cioè sa sinistra, il sentiero che scende verso ovest. Lasciamo quindi la pista scendiamo lungo il sentiero, che in breve ci porta ad un nucleo di baite, per poi entrare nella pecceta, piegando a sinistra e proseguendo verso sud, Ci raggiunge un secondo sentiero che scende da sinistra. Proseguiamo diritti in ripida discesa, verso sud-sud-ovest, fino ad uscire alle baite di Piatta di Sopra. Qui lasciamo il sentiero che prosegue diritto nella discesa verso Piatta di Sotto e prendiamo decisamente a sinistra (nord), imboccando il sentiero che traversa il ripido versante intercettando in breve una pista (sentiero 250) che risale il versante orientale della Val Grosina. La seguiamo verso nord, in leggera salita, passando a monte delle baite di Veradura. Proseguendo diritti un po’ alti rispetto al fondovalle, superiamo su un ponticello un piccolo torrente e passiamo sul limite alto dei prati di Pensìn. La pista si affaccia alla porta che introduce al ripiano di Eita e si congiunge infine alla stradina che abbiamo seguito per salire a Redasco, in corrispondenza della sua partenza. Proseguiamo quindi diritti riportandoci al ponte sul Roasco ed infine al parcheggio.


La Pirla ed i pascoli sotto Eita

Chi si trovasse a soggiornare nella splendida piana di Eita, in alta Val Grosina, ed intendesse affrontare una camminata di impegno modesto ma di grande valenza panoramica e naturalistica, può decidere di salire all'alpe ed al rifugio Redasco, posti poco sotto la soglia dei 2000 metri sul fianco orientale dell'alta Val Grosina, in un'ottima posizione panoramica. La salita può essere effettuata a piedi ma anche, senza problemi, in mountain-bike, perché una pista da Eita giunge direttamente al rifugio.
Per salire ad Eita procediamo così. Lasciata la ss. 38 all’altezza di Grosio (Gròs, m. 653), entriamo in paese e prendiamo a sinistra, imboccando la strada per la Val Grosina, che, attraversata, dopo 2 km, la frazione di Ravoledo (Raulé, m. 864), si addentra sul fianco orientale della valle, all’altezza della chiesetta di S. Giacomo Maggiore Apostolo. Dopo 9 km siamo a Fusino (Fusìn, m. 1203), all’altezza della confluenza della Val Grosina Occidentale (Val de Dòsa) nel solco principale della valle (Val de Eita o Val de S-cén), presso lo sbarramento idroelettrico che serve la centrale A.E.M. di Grosio.


Eita

Ignoriamo, qui, la deviazione a sinistra che porta in Val Grosina Occidentale e proseguiamo sul fianco orientale della valle, passando poi sul lato opposto e raggiungendo un secondo ponte, quello del Gùer, che ci permette di attraversare il rio d’Avedo, il quale scende dalla valle omonima (Val de Avé, laterale occidentale della Val Grosina). La strada si fa più stretta e propone diversi tornanti, prima di portarci alla piana che si stende ai piedi di Eita (dalla quale si può vedere la caratteristica cascata della Pirla) e, dopo circa 14 km e mezzo, all’ampia conca glaciale che ospita le baite di Eita (éita, m. 1701), fra le quali spicca la chiesetta dedicata alla Madonna Immacolata di Lourdes, con il caratteristico campanile staccato. Nei suoi pressi troviamo anche il rifugio di Eita ed un’ampia spianata che ci consente di parcheggiare l’automobile. Il luogo, ameno e tranquillo, è meta di soggiorno estivo di un buon numero di grosini e villeggianti. Non facile capire quale sia l’etimologia del nome, che forse rimanda all’alto tedesco “ahto” o all’inglese “eight”, che significano “otto”.


La strada Eita-Redasco

Parcheggiata l’automobile al piazzale presso la chiesetta di Eita (m. 1703), incamminiamoci sulla stradina che si porta al torrente Roasco. Superato un primo ponte, raggiungiamo il ponte sul torrente Roasco (m. 1680), poco prima delle ultime baite di Eita. Sul lato opposto la stradina volge in direzione contraria, cioè torna verso valle, giungendo ad un bivio al quale prendiamo a sinistra, proseguendo sulla carrozzabile che sale per Redasco e Cassavrolo (l'indicazione del sentiero 264 dà le baite di redasco ad un'ora e 20 minuti, il passo della Forcola a 2 ore e 20 minuti ed il monte Storile a 3 ore e 10 minuti).
Dopo pochi tornanti, ignorate alcune deviazioni laterali, siamo ad un nuovo bivio, al quale lasciamo a sinistra la pista che sale a Cassavrolo ed andiamo a destra (indicazioni per Redasco). Iniziamo così un lungo traverso in salita verso sud e poi sud-sud-est, all’ombra di una splendida pineta. All’asfalto si sostituisce il fondo sterrato.


Ponte sul torrente Roasco

Superiamo una cascatella alla nostra sinistra (m. 1770) ed alcune baite. Alla nostra destra si apre un bello scorcio sulla diga di Fusino, mentre proseguiamo quasi in piano. Poco oltre ad un bivio andiamo a destra mentre la strada comincia a salire più decisa.
Usciamo poi dal bosco in vista delle baite dei Rossi (m. 1878), che vediamo sui prati a monte della strada, alla nostra sinistra. Un sentiero si stacca dalla pista per salire alle baite. Restiamo sulla pista che prosegue verso sud-sud-est, passa per le baite di Redasch de Fò, avvicinandosi al solco della Val Quintena, laterale occidentale della Val Grosina. Superato il torrentello della valle, la pista procede ancora per un tratto verso sud. Passiamo a destra di una cappelletta dedicata ai caduti di tutte le guerre (m. 1915), prima di cambiare bruscamente direzione volgendo a sinistra e salendo verso nord-est, tornando quindi verso il centro della valle e passando per le passando per le baite di Cucòn (m. 1957). Ignorato il sentiero che si stacca a destra traversando alla bocchetta della Forcola, superiamo la valle ed il rio de Puntésèl e siamo alle baite di Redasco, dove si trova il rifugio Redasco (Redàsch, m. 1976).


Le baite dei Rossi e la pista per il rifugio Redasco

L'etimo del nome può ricondursi a "rèdes", voce dialettale che significa "ragazzo", oppure a "rèda", voce bresciana e veronese che significa "rusciello". Il suffisso "-asco", poi, è di origine ligure, cioè rimanda alla colonizzazione di queste montagne da parte di popolazioni liguri qualche secolo prima di Cristo.
Il rifugio dispone di 9 posti letto, ma non è gestito. Chi fosse interessato deve rivolgersi alla sezione di Sondalo del CAI (presso il Palazzetto dello Sport in via Verdi a Sondalo) o all'Ufficio Informazioni Turistiche di Sondalo. D'estate la chiave è reperibile anche presso le vicine baite di Redasco.
Questo alpeggio, infatti, appartiene al comune di Sondalo. Si tratta di un'alpe ampia (circa 3 kmq) e ricca ed in passato fu oggetto di aspra contesa fra sondalini e grosini, che portò nel 1545 all'uccisione di un sondalino. Viene già citata in un documento del 1339 ed il 23 settembre 1589 venne riconosciuta a Sondalo dietro compenso di 2800 scudi d'oro.


Cappelletta sulla pista per il rifugio Redasco

È collocata allo sbocco dell’alta Val Quintena, una delle più solitarie ed ignorate di questo comprensorio, anche perché apparentemente al di là della sua testata, dominata dalla Cima Rossa (Corn Ros, m. 3095), non ci sono sbocchi. In realtà a sud di questa cima, quindi sul versante orientale della valle, si trova il passo del Gatto (m. 2590), ma, come il nome stesso suggerisce, è un passo difficile, con un sentiero esposto anche se attrezzato, quindi da affrontare con cautela, condizioni ottimali di tempo e ampio corredo di esperienza. Il passo permette poi di scendere ai maggenghi a monte del paese di Sondalo. Un secondo passo si trova a sud-ovest del primo: si tratta del passo di Quintena (m. 2288), che si affaccia anch'esso sull'aspro e dirupato versante dei maggenghi alti sopra Sondalo.


Il rifugio Redasco

La sosta al rifugio permette di godere dell’ottimo colpo d’occhio sulla Valle d’Avedo, laterale occidentale della Val Grosina, e sulla valle di Eita, una sorta di prolungamento della stessa verso nord, che culmina al passo di Verva. Possiamo sfruttare la pista per salire ancora, fino al limite dell'alta Val Quintena.
Il ritorno ad Eita avviene per la medesima via di salita oppure, se si vuole percorrere un più ampio giro e si procede a piedi (chi fosse salito con la mountain-bike deve sfruttare la medesima pista per scendere), si può effettuare sfruttando il sentiero che scende al fondovalle per il maggengo di Piatta. In tal caso procediamo così.


Apri qui una fotomappa del percorso per il rifugio Redasco

Ridiscendiamo seguendo la pista fin sotto le baite dei Rossi. Giunti più o meno sotto la verticale di tali baite, troviamo, sul lato opposto della pista, cioè sa sinistra, il sentiero che scende verso ovest. Lasciamo quindi la pista scendiamo lungo il sentiero, che in breve ci porta ad un nucleo di baite, per poi entrare nella pecceta, piegando a sinistra e proseguendo verso sud, Ci raggiunge un secondo sentiero che scende da sinistra. Proseguiamo diritti in ripida discesa, verso sud-sud-ovest, fino ad uscire alle baite di Piatta di Sopra, con ottimo colpo d’occhio sulla più famosa cascata della Val Grosina, la pirla, e sul bastione roccioso che sostiene il pianoro di Eita. Qui lasciamo il sentiero che prosegue diritto nella discesa verso Piatta di Sotto e prendiamo decisamente a sinistra (nord), imboccando il sentiero che traversa il ripido versante intercettando in breve una pista (sentiero 250) che risale il versante orientale della Val Grosina, da Fusino ad Eita.


La Pirla

La seguiamo verso nord, in leggera salita, passando a monte delle baite di Veradura, dove la strada di Val Grosina si porta dal versante orientale a quello occidentale della valle. Proseguendo diritti un po’ alti rispetto al fondovalle, superiamo su un ponticello un piccolo torrente e passiamo sul limite alto dei prati di Pensìn. Alla nostra sinistra lo spettacolo del Roasco che scende rabbioso dalla Pirla con una doppia giravolta (questo, appunto, significa “pirla”) è davvero suggestivo. La pista si affaccia alla porta che introduce al ripiano di Eita e si congiunge infine alla stradina che abbiamo seguito per salire a Redasco, in corrispondenza della sua partenza. Proseguiamo quindi diritti riportandoci al ponte sul Roasco ed infine al parcheggio.


Scorcio sulla Valle di Eita dallla pista Eita-Redasco

RIF. REDASCO-MONTE STORILE

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Eita-Rif. Redasco-Bocchetta della Forcola-Monte Storile
3 h e 30 min.
770
E
 
SINTESI. Da Grosio saliamo in Val Grosina (ticket di accesso a Fusino), fino ad Eita (m. 1700), dove parcheggiamo l'automobile. Parcheggiata l’automobile al piazzale presso la chiesetta di Eita (m. 1703), incamminiamoci sulla stradina che si porta al torrente Roasco. Superato un primo ponte, raggiungiamo il ponte sul torrente Roasco (m. 1680), poco prima delle ultime baite di Eita. Sul lato opposto la stradina volge in direzione contraria, cioè torna verso valle, giungendo ad un bivio al quale prendiamo a sinistra, proseguendo sulla carrozzabile che sale per Redasco e Cassavrolo (l'indicazione del sentiero 264 dà le baite di redasco ad un'ora e 20 minuti, il passo della Forcola a 2 ore e 20 minuti ed il monte Storile a 3 ore e 10 minuti). Dopo pochi tornanti, ignorate alcune deviazioni laterali, siamo ad un nuovo bivio, al quale lasciamo a sinistra la pista che sale a Cassavrolo ed andiamo a destra (indicazioni per Redasco). Iniziamo così un lungo traverso in salita verso sud e poi sud-sud-est, all’ombra di una splendida pineta, dalla quale usciamo sotto le baite dei Rosso. Proseguiamo sulla pista che scavalca il solco della Val Quintena, poi volge a sinistra, si riporta alla valle raggiungendo il rifugio Redasco (m. 1976). Torniamo dal rifugio Redasco indietro sulla pista, riattraversando la valle e trovando subito sulla sinistra la partenza segnalata del sentiero 202, che sale al passo della Forcola. Lasciata la pista, imbocchiamo il sentiero segnalato che sale verso sud-sud-est in uno splendido lariceto, ai piedi del versante occidentale del monte Fo. Esce quindi all'aperto in uno spiazzo di prati a quota 2120, per poi proseguire nella salita verso sud-est, superando un avvallamento e raggiungendo il passo della Forcola (m. 2208), che si affaccia sul ripido versante ai cui piedi si stendono le case di Sondalo. Qui siamo ad un bivio segnalato da cartelli. Ignoriamo il sentiero che scende verso sinistra per raggiungere il maggengo di Fo, a monte di Sondalo, ed imbocchiamo il sentiero che traversa verso sud, mantenendosi presso il crinale per poi allontarsene appoggiandosi sul suo fianco destro. Procediamo verso sud e, dopo un primo tratto in leggera salita, camminiamo quasi in piano, riavvicinandoci gradualmente al crinale. Tornati sul crinale, lo seguiamo senza difficoltà, appoggiandoci leggermente a destra per evitare il lato sinistro esposto. Senza difficoltà alla fine siamo ai 2471 metri della croce di vetta del monte Storile


Apri qui una fotomappa della salita dal rifugio Redasco al monte Storile

Il rifugio Redasco può essere la base di una delle più classiche escursioni fra i mondi della dorsale che separa la Val Grosina da Sondalo, la salita al monte Storile (corn de Storìil, m. 2471, sul confine fra i comuni di Grosio e Sondalo), che offre spunti di interesse storico, oltre che un panorama di prim'ordine. Si tratta di un'escursione priva di difficoltà.
Per effettuarla torniamo dal rifugio Redasco indietro sulla pista, riattraversando la valle e trovando subito sulla sinistra la partenza segnalata del sentiero 202, che sale al passo della Forcola, dal quale si può, seguendo il crinale, salire appunto al monte Storile. Lasciata la pista, imbocchiamo il sentiero segnalato che sale verso sud-sud-est in uno splendido lariceto, ai piedi del versante occidentale del monte Fo. Esce quindi all'aperto in uno spiazzo di prati a quota 2120, per poi proseguire nella salita verso sud-est, superando un avvallamento e raggiungendo il passo della Forcola (Pas de la Forcula, m. 2208), che si affaccia sul ripido versante ai cui piedi si stendono le case di Sondalo.


Lasciando i prati di Redasco

Salendo dal passo della Forcola al monte Storile

Qui siamo ad un bivio segnalato da cartelli. Ignoriamo il sentiero che scende verso sinistra per raggiungere il maggengo di Fo, a monte di Sondalo, ed imbocchiamo il sentiero che traversa verso sud, mantenendosi presso il crinale (chiamato Costangasc) per poi allontarsene scendendo leggermente ed appoggiandosi sul suo fianco destro. Procediamo verso sud e, dopo un primo tratto in leggera salita, camminiamo quasi in piano, riavvicinandoci gradualmente al crinale. Tornati sul crinale, lo seguiamo senza difficoltà, appoggiandoci leggermente a destra per evitare il lato sinistro esposto.
La grande croce di cima si taglia proprio davanti a noi, e senza difficoltà alla fine siamo ai 2471 metri della vetta del monte Storile. E' probabile che il nome della vetta si riconduca al nome di una famiglia, attestato in antiche pergamene del comune di Grosio, ma è anche possibile che derivi da "torrile", quindi da "torre". Proprio qui, infatti, era collocato quello che pergamene del Trecento e del Cinquecento citano come "Castèl Baitìn" (dalla sua cima scende infatti una "Valena del Castèl Baitìn"). Dalla cima, infatti, non solo si domina il Terziere Superiore di Valtellina dalla piana di Mazzo all'antica stretta di Serravalle, ma si domina anche la Val Verva. In sostanza, si dominano visivamente le due porte di accesso alla Magnifica Terra della Contea di Bormio.


La cima del monte Storile

Diversi sono le pergamene che lo citano. In un documento rogato il 3 agosto 1339 dal notaio Petruccio de Burgo di Como viene menzionato un “castrum braitinum”, presso lo Storile, di cui è rimasta traccia anche nella sopra citata e vicina “valena de castèl baitìn”, poco a nord della “cros de sturìl”. Di un “castrum braytinum” si legge in un documento redatto dal notaio Stefanino de Croti di Mazo il 30 settembre 1542. In una pergamena del 14 giugno 1557, nella quale si definiscono i confini dell’alpe del Bergamasco, si fa menzione di un “castrum maijtinum”, sul versante sud-orientale del monte Storile.
E si può aggiungere che forse presso il passo di Verva c'era anticamente anche una seconda fortificazione, di cui resta traccia nel toponimo "Sasso di Castro" (collocato erroneamente dalla carta IGM più in basso, a metà della Val Verva).


Verso la cima del monte Storile

Croce di vetta del monte Storile

La croce imponente segnala il particolare significato attribuito da grosini e sondalini a questa cima. Una prima grande croce, in legno, venne portata fin qui da una solenne processione con il testa il parroco di Sondrio don Nicolò Zaccaria. La cima sembra un terrazzo che dalla dorsale della bassa Val Grosina orientale si protende verso la Valtellina.
Impressiona il panorama. Davanti a noi, cioè a sud, Sondalo, con i padiglioni dell'ospedale bel riconoscibili e, alle sue spalle, la Val di Rezzalo, alle cui spalle fanno capolino le lontane cime della Valfurva, e segnatamente il pizzo Tresero e la punta S. Matteo. Alla loro sinistra si intravvedono le cime del gruppo dell'Ortles-Cevedale.


Il monte Storile sovrasta Sondalo

Procedendo verso destra vediamo la piana di Mazzo e, sulla dorsale alla sua sinistra, il passo del Mortirolo ed il monte Padrio. Ancora più a destra e sul fondo vediamo le più alte cime delle Orobie orientali. Poi, ad ovest, si propone in primo piano il versante occidentale della Val Grosina e ottimo è il colpo d'occhio sulla Val Grosina occidentale. Alle sue spalle vediamo occhieggiare lontano il monte Disgrazia e scorgiamo uno spicchio del gruppo del Bernina. Più a destra vediamo una sezione della Valle d'Avedo, con le sue cime più importanti, la cima di Saoseo, l'acuminata torre della cima Viola e la cima di lago Spalmo. A nord si apre l'amio solco della Valle d'Eita, che culmina alla larga depressione del passo di Verva. Ancora più a destra la maestosa cima Piazzi. Poi, in primo piano, le vicine cima Rossa e cime di Redasco.


La Valtellina vista dal monte Storile

Nei pressi della cima vediamo i resti di trincee e fortificazioni che furono costruite per assicurare il controllo di questo tratto della Valtellina, nella prospettiva di una invasione da nord. Durante la prima guerra mondiale infatti il fronte si snodava dal passo dello Stelvio alle cime più alte del gruppo Ortles-Cevedale.
Se vogliamo tornare per una via diversa, che richiede più attenzione ed esperienza escursionistica, oltre che buone condizioni di visibilità, possiamo scendere verso sud-sud-ovest lungo il crinale, a tratti un po' ripido e sassoso, scendendo fino a quota 2100 metri. Qui intercettiamo un sentiero e lo seguiamo, lasciando il crinale per scendere a destra (nord-ovest) fino alle baite di Cigozzo (m. 1937), dove giunge e termina una pista sterrata.


Val Grosina occidentale vista dal monte Storile

Da qui imbocchiamo il sentiero che traversa verso nord, tagliando con qualche saliscendi il largo versante occidentale del monte Storile, fra macchie di larici e pietraie. Proseguiamo sempre diritti passando per le baite del Bergamasco (Bregamàsch, m. 1968; il nome segnala che in passato, nei secoli XVI-XVIII, arrivavano su questi monti pastori bergamaschi con le loro greggi di pecore; a monte dei prati c'è anche una sorgente chiamata "funtana di fédi", cioè delle pecore). Traversando ancora verso nord, sul ripido versante, passiamo un avvallamento e ci portiamo su un largo dosso, per poi piegare a destra (nord-est) e traversare su versante sempre ripido al vallone che scende dal passo della Forcola (val de Andegòn). Lo superiamo ad una quota di 1960 metri e proseguiamo sul lato opposto, sempre ripido, verso nord-ovest. Pieghiamo poi leggermente a destra e, dopo un'ultimo tratto diritto verso nord, intercettiamo la pista per il rifugio Redasco, nei pressi della cappelletta dedicata ai morti di tutte le guerre. Seguiamo ora la pista per tornare ad Eita.


Apri qui una panoramica sulle cime del Pasquale, del San Matteo e del Tresero dal monte Storile


CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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