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CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

Raggiungere il rifugio Motta, anche a stagione autunnale avanzata, è un buon modo per gustare le bellezze della Valmalenco da un osservatorio meno conosciuto ma di indubbio interesse.  
Si tratta di un'escusione facile, di media lunghezza e di sicura soddisfazione.
All’altezza dell’ultimo tornante della strada che conduce da Lanzada a Campo Franscia, a circa 1300 metri di quota, si imbocca
 
la strada sterrata che sale verso la località Ponte.
Dopo un tratto piuttosto ripido si incontra, sulla destra, un crocifisso scolpito nel legno.
La strada prosegue
con una pendenza meno severa fino a raggiungere
la località Ponte, dominata, ad ovest, dal profilo inconfondibile del monte Scarpa, simile, appunto, ad uno scarpone.
Qui si trova l’omonimo rifugio (m. 1521). Alla località si può salire anche, con percorso più lungo, da Lanzada o dalla contrada Curlo di Chiesa in Valmalenco.
Guardando in direzione del limite superiore dei prati, si intravede, sulla sommità del versante montuoso, la meta, il rifugio Motta, al centro dell’immagine.
Per raggiungerlo si piega verso nord est (destra), seguendo l’ultimo tratto di strada
che diventa
sentiero
e conduce, salendo in una bella pineta,
e passando a monte di una baita solitaria,
all'ampio terrazzo
dei prati
della località Cima Sassa.
Si tratta di un gruppo di baite a quota m. 1721.  
Nella luce ferma dei chiari giorni d'inverno
le baite mostrano tutto lo splendore del loro silenzio.
II sentiero raggiunge il nucleo principale delle baite e lo attraversa, raggiungendo,  
sullo sfondo  
del pizzo Scalino,  
una cappelletta dedicata
alla Beata Vergine del Rosario.
Percorrendo il lato di nord est della radura si incontra un bivio,
segnalato da un cartello: il sentiero di destra conduce a Campo Franscia, mentre quello di sinistra
si addentra, con rapidi tornanti, in un bosco di conifere.
 
Ai tornanti seguono una lunga diagonale
verso ovest   
ed altri tornanti, 
finché
si raggiunge
una seconda ampia radura.
 
In alcuni punti della salita il panorama verso sud mostra scorci suggestivi: lo sguardo, oltre il solco della Valmalenco, raggiunge la catena orobica.
Sul limite di destra della radura i segnavia indirizzano ad un’ultima diagonale,
che si dirige, superando una fascia di rocce,
verso sinistra
ed è protetta, nei punti esposti, dalle corde fisse.
 
Quest’ultimo tratto conduce in cima al crinale occidentale del monte Motta.
Appaiono subito, in uno scorcio esiguo sullo sfondo,
 
 
le più alte cime della Valmalenco,
i pizzi Roseg, Scerscen, Bernina e Palù.
Sulla destra, invece, si mostra in primo piano la cima del monte Motta, raggiunta dagli impianti di risalita.
 
 
Verso nord ovest sono ben visibili, da destra, il Sasso d’Entova ed il pizzo Fora.
 
 
Sotto la mole imponente delle cime
 
 
lo sguardo incontra la bella pineta del Palù,
con al centro
il lago omonimo.
Dopo un breve percorso verso ovest, si giunge in prossimità
del rifugio Motta (m. 2142), posto in una posizione molto panoramica. Sotto il rifugio si trovano percorsi attrezzati per l'esercizio di arrampicata sportiva.
 
Dal rifugio buona è anche la visuale
sul versante occidentale
della Valmalenco.
 

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