CARTE DEL PERCORSO 1, 2


Il Sasso Farinaccio visto dal tratturo per la sella di quota 2360

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Malghera-Sela di quota 2390-Sasso Farinaccio
2 h e 45 min.
850
EE
SINTESI. Da Grosio, superata la chiesa di San Giuseppe e la successiva caratteristica “strecia de Ilda”, imbocchiamo, sulla sinistra (indicazioni per Ravoledo e Fusino) la carrozzabile della Val Grosina, che, superata la frazione di Ravoledo, dopo pochi tornanti, si addentra sul suo fianco orientale, passando per San Giacomo. Raggiunto il nucleo di Fusino, in corrispondenza dello spiazzo davanti alla chiesetta (m. 1203, il punto più comodo dove lasciare l’automobile: per proseguire in tutte le direzioni si deve inoltre acquistare un pass giornaliero), prendiamo a sinistra, imboccando la stretta stradina che porta al ponte sul torrente Roasco, poco a valle rispetto alla muraglia della diga di Fusino dell’AEM. Sul lato opporto la stradina piega leggermente a sinistra e comincia a salire su un ripido versante di prati e comincia un lungo traverso sul fianco della Val Grosina Occidentale, superando diversi nuclei e portando a Campo Pedruna. Nel tratto successivo la pendanza si fa molto severa e la stradina termina a Malghera (m. 1937), dove si trova il rifugio-ricovero omonimo, presso il santuario della Madonna del Muschio o della Neve. Ci incamminiamo sulla pista che si addentra in Val di Sacco (dir. nord), superando la sbarra e passando a lato della casera di Sacco (m. 2008). Qui, seguendo un cartello, lasciamo la pista e scendiamo a destra a guadare il torrente su un ponte, proseguendo a salire, su pista, sul lato opposto della valle (orientale), verso nord-est. La pista termina alla baita della località Mandrie Vecchie (caséra de màndri vègi). La pista termina alla baita della località Mandrie Vecchie (caséra de màndri vègi). Poco prima della baita, sulla destra, parte un tratturo che recentemente si è sovrapposto all'antico sentiero per il Pian del Lago, e risale il versante erboso con diversi tornanti e strappi anche ripidi. Ad una baita (casera di Cavìc, m. 2168), siamo ad un bivio segnalato da cartelli: il sentiero 260 prosegue verso destra (Lavazé e Biancadino), mentre sul tratturo si va verso Pian del Lago, dato a 40 minuti, il passo di Vermulèra, dato a 2 ore, ed Eita, data a 4 ore e 45 minuti (sul cartello la sigla S.I. indica che si tratta di una tappa del Sentiero Italia). Proseguiamo, dunque, verso destra, in direzione nord-est. Il sentiero (allargato a tratturo) risale con diverse svolte il versante occidentale del Sasso Farinaccio, poi inizia un traverso in direzione sud, tagliando il fianco sassoso della montagna. Dopo una breve discesa, riprendiamo a salire gradualmente, approdando al largo crestone sud-occidentale del Sasso Farinaccio. Ci riaffacciamo così al largo solco della Val Grosina Occidentale, in corrispondenza di una selletta quotata 2390 m. Davanti a noi ottimo è il colpo d'occhio sull'ondulato ed ampio sistema di pascoli del Lavazz-Biancadin, sul versante settentrionale della Val Grosina Occidentale. Dobbiamo ora piegare a sinistra e cominciare a salire con pendenza mediaverso nord-est, seguendo il crestone del Sasso Farinaccio, che non propone particolari difficoltà (in qualche tratto ci appoggiamo al più facile versante alla nostra destra). La cima resta nascosta verso un dossone che la precede. Lo raggiungiamo ed affrontiamo l'ultimo tratto, abbastanza ripido ma non difficile (poche roccette) che alla fine ci porta sulla cima del Sasso Farinaccio (m. 2780).


Apri qui una fotomappa del percorso da Malghera al Sasso Farinaccio

Il Sasso Farinaccio (Sas Farinasc') deve il suo nome alle larghe colate di stasciumi che ne caratterizzano i versanti nord e sud-ovest (il versante sud-est invece propone un più aspro aspetto roccioso) e che danno, appunto, un'impressione di "sfarinamento". Si tratta di una cima facile e panoramica, raggiungibile in circa due ore e mezza partendo dal Malghera, lo splendido nucleo che si trova in fondo alla Val Grosina Occidentale. La cima si colloca proprio sulla verticale del nucleo e della confluenza dlla Val di Sacco nella Val Grosina Occidentale. Per questo consente un ottimo colpo d'occhio su entrambe le valli, ma anche, più ampiamente, sull'intero arco delle cime della Val Grosina ed oltre.


Santuario della Madonna della Neve o del Muschio a Malghera

Saliamo, dunque, da Grosio a Fusino (9 km da Grosio, m. 1203), posto nel punto in cui la valle ospita due invasi artificiali dell’AEM, appena a monte del punto in cui la val Grosina occidentale si congiunge con il solco principale della valle. Acquistato il ticket giornaliero, imbocchiamo la deviazione a sinistra per la val Malghera: si tratta di una strada dalla carreggiata piuttosto stretta, che ci porta nel cuore della valle, per poi risalire sul fianco settentrionale della val Grosina occidentale. Attraversati i diversi nuclei del versante settentrionale della valle, con un ultimo tratto dalle pendenza molto severe siamo al parcheggio di Malghera, ad 11,2 km da Fusino.


Val di Sacco

Ci accolgono il ricovero Malghera ed il sorprendente santuario della Madonna della Misericordia (Madòna de la néf), o Madonna del Muschio, edificata nel 1888, dal nucleo di una cappella preesistente, eretta per ricordare il miracolo dell’apparizione della Vergine, sul muschio di una roccia, ad un pastore nel 1750. Qui possiamo lasciare l'automobile.


Apri qui una fotomappa della Val Grosina occidentale e della Valle di Sacco

Imbocchiamo ora la pista sterrata alle spalle del santuario e, copo pochi metri, apriamo e scrupolosamente chiudiamo il cancello dell'alpe di Sacco. Proseguendo sulla pista, raggiungiamo in breve la Casera di Sacco (m. 2008), dove la pista termina. Qui il cartello con numerazione 260, che dà il bivacco Pian del Lago ad un'ora e 10 minuti, Lavazé a 2 ore e 20 minuti e Biancadino a 3 ore e 15 minuti, ci fa scendere sulla destra su una pista che passa accanto ad un enorme masso erratico e raggiunge il ponte che scavalca il ramo della Val di Sacco (Val de Sach) del torrente Roasco (siamo qui all'imbocco della valle). Qui troviamo una pista che sale con andamento moderato verso nord-nord-est, proponendo anche un breve quanto suggestivo tratto elegantemente lastricato. Sul fondo della valle spiccano due punte rocciose rivolte al cielo, la cima Saoseo a sinistra ed il corno di Lago Negro a destra.


La salita dalla sella 2390 al Sasso Farinaccio

La pista termina alla baita della località Mandrie Vecchie (caséra de màndri vègi). Poco prima della baita, sulla destra, parte un tratturo che recentemente si è sovrapposto all'antico sentiero per il Pian del Lago, e risale il versante erboso con diversi tornanti e strappi anche ripidi. Ad una baita (casera di Cavìc, m. 2168), siamo ad un bivio segnalato da cartelli: il sentiero 260 prosegue verso destra (Lavazé e Biancadino), mentre sul tratturo si va verso Pian del Lago, dato a 40 minuti, il passo di Vermulèra, dato a 2 ore, ed Eita, data a 4 ore e 45 minuti (sul cartello la sigla S.I. indica che si tratta di una tappa del Sentiero Italia).


Apri qui una fotomappa del percorso di salita da Malghera al Sasso Farinaccio

Proseguiamo, dunque, verso destra, in direzione nord-est. Il sentiero (allargato a tratturo) risale con diverse svolte il versante occidentale del Sasso Farinaccio, poi inizia un traverso in direzione sud, tagliando il fianco sassoso della montagna. Dopo una breve discesa, riprendiamo a salire gradualmente, approdando al largo crestone sud-occidentale del Sasso Farinaccio.


Il tratturo-sentiero per la selletta di quita 2390

Ci riaffacciamo così al largo solco della Val Grosina Occidentale, in corrispondenza di una selletta quotata 2390 m. Davanti a noi ottimo è il colpo d'occhio sull'ondulato ed ampio sistema di pascoli del Lavazz-Biancadin, sul versante settentrionale della Val Grosina Occidentale. Dobbiamo ora piegare a sinistra e cominciare a salire con pendenza mediaverso nord-est, seguendo il crestone del Sasso Farinaccio, che non propone particolari difficoltà (in qualche tratto ci appoggiamo al più facile versante alla nostra destra, più in alto a sinistra).

Il gruppo del Bernina visto dal Sasso Farinaccio

Nella prima parte della salita procediamo su terreno erboso, poi l'erba cede gradualmente il passo a terriccio, sfasciumi e roccette. La cima resta nascosta verso un dossone che la precede. Lo raggiungiamo ed affrontiamo l'ultimo tratto, abbastanza ripido ma non difficile (poche roccette) che alla fine ci porta sulla cima del Sasso Farinaccio (m. 2780).


Panorama nord-orientale dalla cima del Sasso Farinaccio (valle di Cassavrolo e pizzo Zandila)

Imponente il panorama, che spazia sull'intera sequenza delle più importanti cime della Val Grosina, fra le quali spicca la puntuta cima Viola (m. 3374), la più alta ed elegante, che si mostra a nord. Alla sua destra il profilo più dolce delle cime di Lago Spalmo, sul confine fra Valle d'Avedo e Val Viola Bormina. Più a destra spicca la cima Piazzi, caratterizzata dai larghi contrafforti.


Cima Viola, cime di Lago Spalmo e cima Piazzi dalla cima del Sasso Farinaccio


Il pizzo Scalino visto dal Sasso Farinaccio

Il monte Disgrazia visto dal Sasso Farinaccio

CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

Mappa del percorso - elaborata su un particolare della carta tavola elaborata da Regione Lombardia e CAI (copyright 2006) e disponibile per il download dal sito di CHARTA ITINERUM - Alpi senza frontiere

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