CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Prato Maslino-Prato Isio-Alpe Caldenno-Alpe Palù -Passo di Caldenno-Rifugio Bosio-Alpe Lago di Chiesa-Primolo-Chiesa Valmalenco
7 h
900
E
Dal rifugio Marinella al passo di Caldenno
Dal passo di Caldenno al rifugio Bosio
Dal rifugio Bosio a Chiesa in Valmalenco
Siamo ormai all'ultima tappa, ma il sentiero Italia non finisce di riservare sorprese e scorci di grande interesse e suggestione. Ho già avuto modo di dire che, lungo questo sentiero, la montagna mostra i suoi diversi aspetti, misteriosi, orridi, grandiosi, aperti, gentili. Manca all'appello il fitto bosco di conifere, ma ora lo si incontra. Il sentiero, infatti, riparte poco sotto un grande e ben visibile masso spaccato, posto sul limite orientale del prato, per addentrasi in un bel bosco ed attraversare il Dosso del Buono e la val Finale (vedi foto), mantenendosi costantemente su una quota compresa fra i 1650 ed i 1750 metri.
La traversata avviene, con
qualche saliscendi, su una
straccia tranquilla, anche
se in alcuni tratti un po'
esposta: si può così
gustare anche l'aspetto più
umbratile e raccolto della
montagna.

Alla fine si raggiunge la sommità del prato Isio (m. 1660 circa), in corrispondenza di questa fontana. Vale la pena di fermarsi per un po' qui a gustare l'ottimo panorama orobico.

Sul lato opposto del prato,
quello orientale, si
imbocca poi una comoda
carrozzabile che sale
all'alpe Caldenno (m.
1811), dove diventa un
sentiero che risale la valle
omonima.

La traccia, non sempre evidente, è segnalata da radi bolli giallo-rossi e si tiene sulla destra della valle (per chi sale), risalendo un gradino roccioso e raggiungendo l'alpe Palù, a 2099 metri.

Percorso il pianoro
dell'alpe, sale verso
sinistra ed intercetta il
sentiero che, scendendo
dal passo di
Scermendone, compie la
traversata al passo di
Caldenno.

Seguendo questo sentiero verso destra, si raggiunge facilmente questo secondo passo, dove si ritrova, superbo e quasi a portata di mano, l'ormai familiare profilo del monte Disgrazia.

 

 

 

Siamo, qui, al punto più
alto del sentiero, cioè a
2517 metri, ed il
panorama che si apre è
molto interessante anche
verso est,

dove si scorge l'elegante profilo del pizzo Scalino, che introduce all'inconfondibile atmosfera della Valmalenco.

La salita è terminata: inizia ora una lunga discesa in Val Torreggio (Val del Turéc'), inizialmente verso est e poi verso nord est. Seguendo
le segnalazioni, si
raggiunge facilmente il
rifugio Bosio, posto in un
incantevole pianoro al
centro della valle (m.
2086), il cui sfondo è
dominato dai Corni
Bruciati.
Qui la direttrice
meridionale e quella
settentrionale del sentiero
Italia (in gran parte
coincidente con il sentiero
Roma), dopo essersi
divise a Codera, si
ricongiungono, in quanto
converge sul rifugio anche
la traccia che scende dal
passo di Corna Rossa. Il sentiero, poi, prosegue seguendo buona parte dell'Alta Via della Valmalenco. Ma questa è un'altra storia.
E' giunto infatti il tempo di staccarsene e di lasciare alle proprie spalle il profilo severo dei Corni Bruciati.
Scendiamo, dunque, sfruttando il versante sinistro idrografico della valle, all'alpe Lago di Chiesa.

Il tempo di ammirare la
bella chiesetta dell'alpe, e
dobbiamo riprendere il
 cammino per Primolo e
Chiesa Valmalenco,
ripensando ad immagini
ed emozioni che lasciano
un segno nell'anima.
Il dislivello complessivo in salita è, in quest'ultima tappa, di circa 900 metri, mentre il tempo necessario si aggira intorno alle 5-6 ore.

 

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