CARTA DEL PERCORSO
Apri qui una fotomappa della Costiera dei Cech
Chiudiamo con una facile, anche se lunga, ascensione, quella al monte
Brusada.
Dulcis in fundo o in cauda venenum? Nessuno delle due
espressioni latine fotografa la realtà di quest'ultima tappa,
la più faticosa, che permette di conoscere alcuni fra i luoghi
più significativi della parte occidentale della costiera.
Dai 504 metri di Cino dobbiamo salire ai 2143 metri della vetta. I conti
sono presto fatti: sulla carta dobbiamo superare 1639 metri di dislivello
e camminare per circa otto ore. Ma, se siamo giunti fin qui, perché
non chiudere in bellezza la settimana? E allora raggiungiamo il limite
superiore del paese e, percorrendo una comoda carrozzabile (previo acquisto del pass giornaliero di accesso al bar centrale del paese), saliamo
ai 1178 metri dei Prati Nestrelli.
Qui giunge anche la pista tagliafuoco che parte dall'alpe Piazza e,
percorrendo tutta la parte occidentale della Costiera dei Cech, raggiunge
i prati di Bioggio (termine connesso con la voce dialettale “bedoia”, betulla, oppure con “Biogio”, soprannome personale), sopra Traona e Mello.
Noi, però, non seguiamo la pista, ma ci portiamo nella parte
alta dei prati. Dal limite superiore orientale dei prati imbocchiamo,
quindi, un sentiero che si addentra nel bosco e sale all'isolata baita
di Cuper (o Coper) di sopra e raggiunge i Prati Brusada, il cui limite
inferiore è collocato a circa 1500 metri di quota. Seguiamo ora la pista tagliafuoco che passa a monte dei prati Nestrelli, verso destra (est), per un buon tratto. Superato un vallone, siamo ad uno slargo con alcunio grandi massi sul ciglio della pista. Qui prestiamo attenzione e vediamo la partenza di un sentierino che se ne stacca e procede per un tratto verso est, quasi in piano, poi scarta verso sinistra e comincia a salire ripido, superando più in alto un vallone ed affacciandosi alla parte bassa dei prati della Brusada.
Risaliti i prati Brusada, ci portiamo alla parte alta, stando sulla sinistra (ovest) e raggiungiamo, nei pressi di una cappelletta,
il cartello che indica la direzione per salire al monte Brusada.
Si tratta di percorrere un sentiero che entra nel bosco e sale gradualmente
in direzione nord-ovest. Non
troveremo altre indicazioni, per cui dobbiamo stare attenti ai riferimenti
naturali. La via più semplice (ma non l'unica) per salire alla
cima è quella di staccarsi a destra dal sentiero quanto questo
raggiunge un ampio dosso boscoso che segue un pronunciato vallone erboso.
Siccome, però, non è facile trovare la deviazione, risulta
più semplice attaccare direttamente (se non c'è neve)
l'ampio ed evidente vallone erboso, che raggiunge il crinale che separa
la Valtellina dalla Val dei Ratti. La risalita del vallone porta nei
pressi del crinale, ad est della cima del monte Brusada (m. 2143), alla
quale si sale facilmente sfruttando una sorta di ampio corridoio costituito
da massi e sfasciumi.
Dalla cima possiamo godere di un panorama ampio e suggestivo, non solo
sulla bassa e media Valtellina, ma anche sulle Alpi Lepontine, sul Sasso
Manduino e sui monti Sciesa ed Erbea.
Presso il grande ometto collocato sulla cima possiamo quindi gustarci
il meritato riposo, dopo circa cinque ore di cammino.
Durante la sosta possiamo ripercorrere mentalmente ed in parte anche
visivamente le tappe più significative di questa maratona escursionistica,
che ci ha permesso di conoscere aspetti senza dubbio poco noti, ma non
per questo meno degni di attenzione delle montagne valtellinesi.
Ci sono diverse possibilità per tornare a Cino. La più
ovvia ed anche più breve è quella di ripercorrere a ritroso
l'itinerario di salita.
Una seconda possibilità prevede
di scendere seguendo, con molta cautela, il crinale che scende dalla
cima verso sud ovest, su una labile traccia di sentiero, fino a raggiungere
il passo del Culmine, dal quale, proseguendo nella medesima direzione,
si scende facilmente al monte Bassetta (m. 1746), dove si aprono nuovamente
due possibilità.
La prima prevede una discesa diretta verso i Prati dell'O, seguendo
un sentiero che parte verso sud dal limite occidentale del monte e,
dopo qualche tornante, descrive una diagonale verso est, raggiungendo
così i 1226 metri dei prati. Dai
prati
si può seguire, verso est, una carrozzabile tracciata recentemente,
che conduce ai Prati Nestrelli, oppure imboccare una carrozzabile, anch'essa
recentissima, che si dirige in senso opposto, raggiungendo l'alpe Piazza.
La soluzione migliore, anche se più faticosa, è però
quella di percorrere il sentiero che dal monte Bassetta prosegue la
discesa verso sud ovest, mantenendosi sul crinale, fino alla cima del
monte Foffricio (m. 1109), poco prima della quale si taglia a sinistra
e si scende all'alpe Piazza, posta a 991 metri di quota. L'alpe occupa una vasta radura ed è distesa su un pianoro di
grande bellezza. La discesa dall'alpe a Cino sfrutta una comoda, ma
un po' noiosa carrozzabile.
A questo punto, distrutti fisicamente ma galvanizzati nello spirito,
non ci resta che chiederci: dove abbiamo lasciato l'automobile? Può
darsi che sia a Cino, ed allora le nostre sofferenze sono finite.
Se è a Mello, possiamo tentare un ultimo eroico strappo, cioè
una traversata di circa un'ora e mezza da Cino a Cercino, da Cercino
a San Giovanni di Bioggio e di qui a Mello.
Se invece è rimasta a Desco, non ci resta che scendere da Cino
a Mantello (in mezzora circa) e chiedere un passaggio a chi transita
sulla via Valeriana in direzione di Morbegno.
Panorama dalla cima del monte Brusada
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