CARTA DEL PERCORSO - ALTRE ESCURSIONI IN VALDIDENTRO

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Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Parcheggio di Isolaccia-Presedont-Baite Borron-Paite Prei-Alpe Le Pone-Presedont-Isolaccia
7 h
930
E
SINTESI. All'ingresso di Bormio proseguiamo diritti, sulla ss 38 dello Stelvio. Usciti da Bormio, raggiungiamo un bivio: la ss 38 prosegue, sulla destra, per il passo dello Stelvio (segnalazione), mentre noi dobbiamo prendere a sinistra, imboccando la strada statale del Foscagno (segnalazioni per Foscagno e Livigno). Ci addentriamo, così, in Valdidentro, passando per Torripiano (m. 1306), dove ci raggiunge, da sinistra, la strada che scende da Oga. Ignorate le deviazioni a destra per Pedenosso e le Torri di Fraele, superiamo il Pian del Vino ed il ponte sul torrente Viola, percorrendo la piana di Isolaccia. Appena prima di un secondo ponte, che precede l'abitato di Isolaccia, lasciamo la statale del Foscagno prendendo a sinistra e portandoci al segnalato parcheggio, dove dobbiamo lasciare l'automobile (m. 1345). Ci incamminiamo su una pista sterrata (chiusa al traffico dei veicoli non autorizzati) che sale gradualmente in direzione ovest, poi sud-ovest e sud, passa ad ovest delle baite Pezzèl (m. 1594) e, a quota 1665, giunge ad un trivio. Seguiamo la pista di sinistra che prosegue nella salita, verso nord-est e, dopo un brusco tornante a destra, a sud, fino a raggiungere, dopo 2 km da Isolaccia ed un'ora ed un quarto circa di cammino, la località della Madonna di Presedònt (m. 1760). Proseguendo, siamo ad un bivio: ignoriamo la pista di destra, che scende ad intercettare quella più bassa, e proseguiamo diritti, affacciandoci alla Val Lia e tagliandone il fianco orientale. Superiamo, così, alcuni nuclei di baite con ottimo colpo d'occhio che si fa sempre più grandioso sul versante settentrionale della cima Piazzi. Alla località Prato di Sotto (m. 1850) ignoriamo la pista secondaria che si stacca sulla sinistra e sale alle baite di Prei. Dopo 3 km dalla Madonna di Presedont, usciamo dal bosco e siamo alle baite della malga Borron (m. 2057), posta quasi sotto la verticale (sul lato di sinistra per noi) del passo di Colombano. Torniamo poi indietro per un tratto ed imbocchiamo una pista secondaria che sale a destra, nell'abetaia, e dopo qualche tornante esce ai prati della località Prei (m. 2162), poche baite nella parte bassa del versante di pascoli che culmina alla sella del passo di S. Colombano (m. 2484), dove si trova l'omonima chiesetta. Il colpo d'occhio sulla parete settenrionale della cima Piazzi da qui è stupendo. Proseguiamo diritti sulla pista sterrata, verso nord, prima in piano e poi in leggera discesa. Ignoriamo una prima deviazione a destra, quella della pista che porta alle baite di Goffen. Dopo una coppia di tornanti sx-dx-sx-dx, proseguiamo scendendo fino a trovare una seconda deviazione a destra. Qui lasciamo la pista principale, che più in basso si congiunge con quella che abbiamo utilizzato salendo, ed imbocchiamo una pista che sale verso destra. La pista guadagna quota verso nord-ovest, in una bella pecceta, fino ad uscire alla radura della panoramicissima alpe Le Pone (m. 2010). Qui la pista si biforca. Scendiamo verso sinistra, al limite dei prati e proseguiamo nella discesa in pecceta verso sud, fino a quota 1750 metri circa, dove pieghiamo decisamente a sinistra e traversiamo verso ovest, uscendo dalla pecceta alla parte alta dei prati di Pezzel. Scendiamo ora seguendo la pista, lungo i prati, verso nord, passando per le baite di quota 1661 e proseguendo fino ad intercettare, nella parte bassa di Pezzel, la pista che abbiamo utilizzato salendo. Seguendola, torniamo al parcheggio di Isolaccia.


Apri qui una fotomappa di Val Lia e Val Cardonè

La Val Lia, la prima laterale meridionale della Val Viola Bormina, è assai poco frequentata dagli escursionisti, nonostante lo splendore dei suoi boschi di abete rosso, larice e pino cembro e la suggestione degli scenari dominati dalla maestosa parete settentrionale della cima Piazzi. E' possibile visitarla con una lunga escursione ad anello oppure addentrarvisi sfruttando le sue piste con la mountain-bike.
All'ingresso di Bormio proseguiamo diritti, sulla ss 38 dello Stelvio. Usciti da Bormio, raggiungiamo un bivio: la ss 38 prosegue, sulla destra, per il passo dello Stelvio (segnalazione), mentre noi dobbiamo prendere a sinistra, imboccando la strada statale del Foscagno (segnalazioni per Foscagno e Livigno). Ci addentriamo, così, in Valdidentro, passando per Torripiano (m. 1306), dove ci raggiunge, da sinistra, la strada che scende da Oga. Ignorate le deviazioni a destra per Pedenosso e le Torri di Fraele, superiamo il Pian del Vino ed il ponte sul torrente Viola, percorrendo la piana di Isolaccia. Appena prima di un secondo ponte, che precede l'abitato di Isolaccia, lasciamo la statale del Foscagno prendendo a sinistra e portandoci alla via Zardin che, correndo parallela al torrente, dopo 350 metri circa porta al segnalato parcheggio, dove dobbiamo lasciare l'automobile (m. 1345).


Tempietto di Presedont

Malga Borron

Ci incamminiamo su una pista sterrata (chiusa al traffico dei veicoli non autorizzati) che sale gradualmente in un bel bosco di larici (direzione ovest, poi sud-ovest e sud) e passa ad ovest delle baite Pezzèl (m. 1594). I larici cominciano a lasciare il psto agli abeti rossi e, a quota 1665, giungiamo ad un trivio. Da destra sale la pista dal Ponte della Valle, sul fondovalle, raggiungibile da San Carlo. La pista che prosegue diritta passa più in basso e ad ovest di Presedont. Noi seguiamo invece la pista di sinistra che prosegue nella salita, verso nord-est e, dopo un brusco tornante a destra, a sud, fino a raggiungere, dopo 2 km da Isolaccia ed un'ora ed un quarto circa di cammino, la località della Madonna di Presedònt (m. 1760), a circa 2 km da Isolaccia. Qui troviamo una cappelletta molto cara agli abitanti di Isolaccia: si tratta del Tempietto Votivo dedicato a Santa Maria Ausiliatrice, ricostruito nel 1974 dalla locale sezione ANA (Associazione Nazionale Alpini) e dedicato alla memoria dei caduti nelle due guerre mondiali. Qui il 26 gennaio di ogni anno gli alpini celebrano il ricordo della battaglia di Nikolajewka.


La parete nord della cima Piazzi

Dopo aver approfittato delle fresche acque di una fontana, affrontiamo un paio di tornanti che ci fanno passare sopra la chiesette e, proseguendo sulla pista che ora ha fondo sterrato e raggiungiamo un bivio, al quale ignoriamo la pista di destra, che scende ad intercettare quella più bassa, e proseguiamo diritti, affacciandoci alla Val Lia e tagliandone il fianco orientale.
Superiamo, così, alcuni nuclei di baite con ottimo colpo d'occhio che si fa sempre più grandioso sul versante settentrionale della cima Piazzi. Alla località Prato di Sotto (m. 1850) ignoriamo la pista secondaria che si stacca sulla sinistra e sale alle baite di Prei. Dopo 3 km dalla Madonna di Presedont usciamo dal bosco e, subito dopo avere attraversato un torrentello, ad un bivio lasciamo a destra la pista segnalata per il bivacco Duilio Cantoni e prendiamo a sinistra, lungo una sconnessa carrareccia che ci porta alle baite della malga Borron (m. 2057), di proprietà dell’Ersaf, l’ente di sviluppo agricolo e forestale di Regione Lombardia. L'alpeggio è posto quasi sotto la verticale (sul lato di sinistra per noi) del passo di Colombano. Lo raggiungiamo dopo una salita di circa 9 km e mezzo.
Qui possiamo ristorarci sfruttando l'Agriturismo Alpe Boròn, che offre anche servizio di alloggio, con sei posti letto e di sala da pranzo per il ristoro (tel. 347 0175594 e 338.2825448; cfr. http://www.aziendagricolagiacomelli.it; per contatti si può scrivere a giacomelli.lucia@alice.it).
Sul fondo dei prati dell'alpeggio, che si estende per circa 8 ettari, di fronte alla maestosa parete settentrionale della cima Piazzi, un crocifisso in legno in una edicola ricorda la fede tenace che in passato fu compagna consolatrice di fatiche di cui a stento si serba memoria. Alte sopra la croce non è raro avvistare qui l'aquila ed il gipeto.


Malga Borron

Malga Borron

Quest'ultimo è una vera rarità. Maestoso uccello rapace, che si nutre quasi sempre di carcasse (frantumandone spesso le ossa lasciandole cadere da una certa altezza), rasentò in tempi recenti l'estinzione. Negli anni Settanta del secolo scorso in Italia erano rimasti solo 2 o 3 individui, in Sardegna. Vari esperimenti di reintroduzione in ambienti alpini hanno avuto un discretto successo, e nel Parco Nazionale dello Stelvio qualche esemplare di gipeto è tornanto a spiegare le ali. Questi sono anche i luoghi di poiane, cervi, caprioli, camosci ed ermellini, ma l'incontro più singolare è quello con le pittoresche vacche scozzesi delle Highland, dal pelo lungo e folto, che, nonostante l'origine decisamente nordica, non sembrano affatto spaesate a queste latitudini e sembrano aver ben socializzato con la tradizionale razza bruno alpina.
Torniamo poi indietro per un tratto ed alla località Paluetta di Dentro (m. 1950) imbocchiamo una pista secondaria che sale a destra, nell'abetaia, e dopo qualche tornante esce ai prati della località Prei (m. 2162), poche baite nella parte bassa del versante di pascoli che culmina alla sella del passo di S. Colombano (m. 2484), dove si trova l'omonima chiesetta. Il colpo d'occhio sulla parete settentrionale della cima Piazzi da qui è stupendo: il suo maestoso ghiacciaio sembra voler resistere con fiera determinazione agli insuli dei cambiamenti climatici, per vanificare la terribile previsione che vorrebbe tutti i ghiacciai alpini estinti entro la fine del XXI secolo.


I Prei

Da queste baite una traccia di sentiero sale sul versante occidentale del Dosso Le Pone e, piegando gradualmente a destra, si porta alla sella del passo di S. Colombano, che da qui possiamo raggiungere in circa tre quarti d'ora (ma calcoliamo bene il tempo a disposizione, perché il ritorno per la medesima via di salita è ancora lungo).
Proseguiamo diritti sulla pista sterrata, verso nord, prima in piano e poi in leggera discesa. Ignoriamo una prima deviazione a destra, quella della pista che porta alle baite di Goffen. Dopo una coppia di tornanti sx-dx-sx-dx, proseguiamo scendendo fino a trovare una seconda deviazione a destra. Qui lasciamo la pista principale, che più in basso si congiunge con quella che abbiamo utilizzato salendo, ed imbocchiamo una pista che sale verso destra.


Apri qui una panoramica dall'alpe Le Pone

La pista guadagna quota verso nord-ovest, in una bella pecceta, fino ad uscire alla radura della panoramicissima e solitaria alpe Le Pone (m. 2010). Ottimo il colpo d'occhio sull'imbocco della Val Fraele, incorniciata dalla cima di Schumbraida, sul monte delle Scale, sulla Reit, sul Gran Zebrù e sul pizzo Tresero. Qui la pista si biforca. Scendiamo verso sinistra, al limite dei prati e proseguiamo nella discesa in pecceta verso sud, fino a quota 1750 metri circa, dove pieghiamo decisamente a sinistra e traversiamo verso ovest, uscendo dalla pecceta alla parte alta dei prati di Pezzel.
Scendiamo ora seguendo la pista, lungo i prati, verso nord, passando per le baite di quota 1661 e proseguendo fino ad intercettare la pista che abbiamo utilizzato salendo. Seguendola, torniamo al parcheggio di Isolaccia.


I Prei e la cima Piazzi

CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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