Val Piodella

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in salita/discesa
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Cappella Donadivo-Alpe Orlo-Alpe Cermine-Alpe Scima-Avert di Mezzo-La Porta-Alpe Piodella-Alpe Valle di sopra e di sotto-Alpe Orlo-Cappella Donadivo
9 h
1590
EE
SINTESI. Usciti dalla seconda galleria della SS 36 dello Spluga che sale in Valchiavenna, a Novate Mezzola, percorriamo, in direzione di Chiavenna, circa 11 chilometri; dopo san Cassiano troveremo, sulla sinistra, la deviazione per Gordona. Raggiunto il paese, acquistiamo il pass di accesso alla valle (Bar Bal la Fuss). Imboccata nella parte alta del paese la carrozzabile per la Val Bodengo, saliamo per 3 chilometri e raggiungiamo la località Donadivo (m. 737), dove lasciamo l'automobile per salire su una mulattiera (mulattiera del benefattore) che parte in corrispondenza di una fontanella di legno e dopo qualche svolta porta all'alpe Orlo (m. 1165). Qui ignoriamo il sentiero che prende a sinistra e si addentra in Val Pilotera e restiamo sulla mulattiera del benefattore che passa a destra delle baite e prosegue salendo diritta verso verso nord-ovest. La mulattiera del benefattore sale lungo il dosso fra Valle della Forcola e Val Pilotera, raggiungendo, dopo un tratto nel bosco, l'alpe Cermine (m. 1346). Qui la mulattiera termina e lascia il posto ad un sentiero che lascia alle spalle le baite e sale verso nord-ovest sullo stretto filo del dosso, appoggiando a tratti sul lato di destra, in un macchia di larici, raggiungendo la sommità del Dosso Mottone (m. 1909). Vediamo davanti a noi, poco più in basso, la conca dell'alpe Cima (m. 1875), che raggiungiamo procedendo diritti verso nord-nord-ovest. Qui i cartelli escursionistici segnalano un bivio al quale prendiamo a prendiamo a sinistra, proseguendo sul sentiero D9 (Alta Via Lendine-Bodengo, nella qale ci inseriamo). Dopo pochi minuti siamo ad un bivio, al quale, seguendo i segnavia, procediamo diritti, ignorando il sentiero che scende alla nostra sinistra. Proseguiamo in piano e in leggera salita verso nord-ovest, sul sentierino ben marcato che taglia il ripido versante orientale della Val Pesciadello. Raggiunto un primo avvallamento pieghiamo leggermente a sinistra, e ad un secondo ancora a sinistra, tagliando un ampio dosso che ci porta alle baite diroccate dell’alpe Pregassone (m. 1914). Qui dobbiamo stare attenti ai segnavia: ignoriamo il sentiero che taglia a sinistra (ovest) verso il centro della valle e saliamo verso nord-ovest, quasi a ridosso dei roccioni che chiudono la valle alla nostra destra. Ad un nuovo bivio prendiamo a sinistra, lasciando il sentiero che prosegue diritto verso l’alpe Fugiana e procedendo verso ovest e poi nord-ovest, fino al torrente al centro della valle. Sul versante opposto pieghiamo decisamente a sinistra (sud) e procediamo a ridosso di alcuni roccioni alla nostra destra, fino ad una larga china erbosa che risaliamo volgendo a destra (ovest), con diversi tornanti. Un ultimo traverso verso destra (nord) ci porta alle baite dell’Avert di Mezzo (Avèrt de Mèz, m. 2075. Seguendo i segnavia traversiamo ora, verso sud, gli alti pascoli della valle, salendo gradualmente ed attraversando tre avvallamenti principali, fino a giungere alla cresta che divide la Val Pesciadello dalla Val Piodella, in corrispondenza della Porta di Piodella (m. 2274). Iniziamo la discesa in Val Piodella, con un lungo traverso che taglia in diagonale le roccette del versante (attenzione), fino a toccare i pascoli della Piodella e raggiungere su terreno tranquillo le baite dell’alpe Piodella (m. 2045). Qui lasciamo il sentiero D9 (Alta Via Lendine-Bodengo) ed iniziamo la lunga discesa della Val Piodella. Su una baita un cartello indica "Val Piodela" e segnala un bivio. Seguiamo le indicazioni per "Val Pilotera. Orlo. Gordona" e cominciamo a scendere verso est, lungo i pascoli dell'alpe, restando sul lato sinistro della Val Piodella. Passiamo così a sinistra dell'alpe Lavorerio (m. 1862), dove si trova l'omonimo rifugio che però non è gestito. Il sentiero si affaccia al gradino di soglia che separa l'alta valle dalla media e, procedendo fra macereti ed ontani, scende zigzagando verso sud-est, fino alla baita dell'alpe Valle di Sopra (m. 1486). Prosegue quindi verso est, in leggera discesa, fino alla baita dell'alpe Valle di Sotto (m. 1330). Qui ignoriamo il ponte alla nostra destra e restiamo sul lato sinistro della valle. La discesa prosegue a poca distanza dal torrente che corre fra suggestivi roccioni, e ci porta in prossimità di un secondo ponte. Anche in questo caso lo ignoriamo a procediamo diritti, iniziando la traversata terminale sul selvaggio versante settentrionale della Val Pilotera. Alla fine, superato un dosso boscoso, il sentiero ci riporta all'alpe Orlo, dalla quale ridiscendiamo sulla larga mulattiera alla Cappella Donadivo, dove abbiamo lasciato l'automobile.


Val Piodella

Sul versante montuoso ad ovest di Gordona due grandi valli, la Val Bodengo e la Val Pilotera, costituiscono lo scenario ideale per escursionisti esigenti, che non temono gli itinerari impegnativi, purché siano ripagati da ambienti di particolare e selvaggia bellezza. La Val Pilotera, a sua volta, si divide nella sua parte alta nella Val Pesciadello, a nord, e nella Val Piodella, a sud. Una lunga traversata ad anello fra queste due valli valli incontrerà sicuramente il loro favore. Traversata priva di difficoltà tecniche, ma da affrontare con attenzione soprattutto nella discesa dal passo della Porta all'alpe Piodella.
Gordona è facilmente raggiungibile dalla SS 36 della Valchiavenna. Usciti dalla seconda galleria, a Novate Mezzola, percorriamo, in direzione di Chiavenna, circa 11 chilometri; dopo san Cassiano troveremo, sulla sinistra, la deviazione per Gordona. Raggiunto il paese, dobbiamo scegliere se percorrere la strada interamente a piedi (ed è una bella tirata), o se guadagnare circa trecento metri acquistando il permesso di transito sulla strada per la val Bodengo (estate 2002: 8 Euro, per un periodo compreso fra i mesi di aprile ed ottobre). In questo secondo caso, percorsi tre chilometri, ci ritroviamo alla località Donadivo (m. 737), dove lasciamo l'automobile per salire su una mulattiera (un piccolo gioiello) che parte in corrispondenza di una fontanella di legno e raggiunge l'Alpe Orlo, a 1165 metri (raggiungibile anche mediante una strada sterrata di recente costruzione).


La mulattiera del benefattore nel tratto Donadivo-Orlo

Non si tratta di una mulattiera qualsiasi, ma di un tratto della lunga mulattiera che da Gordona sale all'alpe Cermine, fra le più belle in Valchiavenna. Si tratta della cosiddetta mulattiera del benefattore (la denominazione locale è "strèda de scèrman", cioè strada di Cermine), uno splendido manufatto, realizzato a regola d'arte, che si sviluppa da Gordona a Cermine per circa 4 km e 1000 metri di dislivello. Prima degli anni settanta del Novecento, quando venne realizzata l'attuale carrozzabile che da Gordona raggiunge Bodengo, essa rappresentava la via principale di accesso agli alpeggi sopra Gordona ed alla Val Bodengo stessa. Fu finanziata dal benefattore Giovan Battista Mazzina ("Pin Mazzina") e realizzata, grazie al lavoro di molti Gordonesi, nel 1928-29. Il Mazzina, nato nel 1884, dopo un'infanzia da pastore sugli alpeggi sopra Gordona cercò e trovò fortuna nel settore alberghiero in Sud America, in particolare a Buenos Aires, dove lavorarono diversi gordonesi. Molteplici le sue iniziative benefiche, a Gordona, Mese e Chiavenna. In particolare restaurò anche la cappella dedicata alla Madonna del Rosario lungo la mulattiera, oltre al Monumento ai Caduti, al Municipio ed all'Acquedotto di Gordona. A lui sono state intitolate la scuola primaria e la scuola media di Gordona, dove morì il 19 maggio 1931. Percorrere interamente questa mulattiera è un'esperienza faticosa ma suggestiva. Si può toccare... con piede la sapiente gestione delle pietre e dei dislivelli che agevola per quanto possibile la fatica della salita.
Nel punto in cui la mulattiera si stacca dalla carrozzabile (ignoriamo però la pista sterrata che parte alla sua destra) si trova un pannello con la poesia dialettale "La mulattiera", di Agostino de Agostini ("Fanada"), che in traduzione italiana suona così: "Pietra consumata dal tempo, priva di spigoli per non causare dolore ai tanti piedi nudi passati nel corso degli anni: persone e animali, uomini con carichi pesanti da portare, mamme e bambini".
La mulattiera conserva la sua fattura accurata: sale gradualmente, con fondo riposante, all'ombra di un bosco, incrocia più in alto la pista sterrata e dopo qualche svolta porta all'alpe Orlo (m. 1165). Si tratta di un maggengo localmente chiamato "öör" menzionato nell'estimo del 1643 come Or di Sermone o Or di Scermen. Ci accoglie una fontana a due cannelle, la funtèna de l'öör, presso la quale parte il segnalato sentiero che prende a sinistra e si addentra in Val Pilotera. Vicino alla fontana si trova la cappella chiamata capèla de l'öör. Ignoriamo la deviazione e restiamo sulla mulattiera del benefattore.

Funtèna de l'öör e capèla de l'öör

Restiamo sulla mulattiera e sostiamo per gustare il panorama già molto ampio. La mulattiera del benefattore si lascia alle spalle le baite e prosegue salendo diritta fra i prati, fra due bassi muretti in pietra, verso verso nord-ovest lungo il dosso boscoso fra Valle della Forcola e Val Pilotera, raggiungendo, dopo un tratto nel bosco, l'alpe Cermine (scèrman, m. 1346).
Ci accoglie, all'ombra di grandi faggi secolari, la cappella chiamata capela de Scèrman (m. 1314) e, nella stagione estiva, la vociante presenza dei Gordonesi che si godono la villeggiatura in questo luogo ameno. Era, questa, la seconda tappa nella salita degli armenti agli alpeggi all'inizio della stagione estiva, ed è menzionata nell'estimo del 1643 come Scermen o Sermone. Nei secoli successivi sono attestate anche le voci Cermano e Scormen. Nelle carte IGM e CTS, infine, si legge Alpe Cermeno. Insomma, una gran varietà di dizioni per un unico bellissimo terrazzo dal quale si dominano la bassa Valchiavenna, la Val Bregaglia italiana e l'imbocco della Valle Spluga. Molto bello, in particolare, il panorama verso est, sul lato opposto della Val Chiavenna, che mostra in primo piano la Val Schiesone, sopra Prata Camportaccio, dominata dall'acuminato profilo del Pizzo di Prata (pizzùn o pizzasc'). Alla sua destra fa capolino la testata della Val Ladrogno, laterale della Val Codera, con le cime di Gaiazzo ed il Sasso Manduino, che da qui mostra il profilo curioso di un pasticcino con ciliegina.


Capela de Scèrman

Colpo d'occhio sulla Val Pilotera

Alpe Cermine

Alpe Cermine

Alpe Cermine

Alpe Cermine

Qui la mulattiera termina ed una targa ricorda la figura di Giovan Battista Mazzina, che ne finanziò la realizzazione, riportando anche l'anno 1929, nel quale fu terminata. Seguiamo ora l'indicazione di un cartello ed imbocchiamo il sentiero che si sostituisce alla mulattiera, lascia alle spalle le baite e sale verso nord-ovest sui prati del redont de scèrman, passando a lato di una fresca fontana. Alla nostra sinistra si mostrano le belle cime della testata della Val Garzelli (laterale della Val Bodengo), cioè, da sinistra, il pizzo Anna Maria, il piz Ledù ed il pizzo Rabbi.
Il sentiero entra nel bosco e segue il filo del dosso fra le due valli, che si fa via via più stretto, in un macchia di larici. Il sentiero a tratti si appoggia anche sul suo lato di destra. Si tratta della parte più faticosa dell'escursione, perché la pendenza è severa e non lascia respiro. Qualche sosta per riprendere fiato ci consente di voltarci e dominare con lo sguardo l'andamento sinuoso del dosso lungo che abbiamo risalito dall'alpe Orlo. Qualche scheletro di larice colpito da fulmini non contribuisce a rallegrare lo scenario, ma la tenacia alla fine è ripagata e raggiungiamo la sommità del Dosso Mottone (Dos muton, m. 1909).
Vediamo davanti a noi, poco più in basso, la conca dell'alpe Cima (scìma, m. 1875), che raggiungiamo procedendo diritti verso nord-nord-ovest e passando dal territorio del comune di Gordona a quello del comune di Menarola.


Sentiero Cermine-Cima

Sentiero Cermine-Cima e testata della Val Garzelli

Sentiero Cermine-Cima

Sentiero Cermine-Cima

L'alpe apparteneva alla chiesa di San Martino di Gordona e nel 1606 era stimata 1200 lire terzuole. Il quadretto che ci propone è fra i più pittoreschi della Valchiavenna. Posta a metà fra le due grandi valli di Pesciadello e della Forcola, si presenta come un grumo di baite ben tenute, interamente in pietra, fra le quali spiccano i bianchi profili del campanile e della chiesetta-cappella. Non insieme, però. Il campanile se ne sta a sinistra, su un poggio roccioso, la chiesetta, rotonda, più in basso, alla sua sinistra. Al suo interno una bella statua della Madonna Regina del Santo Rosario.
Il panorama è analogo a quello dell'alpe Cermine. In particolare sul lato meridionale (di destra) della Val Bregaglia scorgiamo alcune fra le più famose cime del gruppo del Masino, i pizzi Badile e Cengalo.


Alpe Cima


Alpe Cima


Alpe Cima e pizzo di Prata

Alpe Cima e testata della Val Garzelli

Alpe Cima

Alpe Cima

Alpe Cima

Alpe Cima

Alpe Cima

Qui i cartelli escursionistici segnalano un bivio: ignoriamo il sentiero che prende a destra e traversa al passo della Forcola e prendiamo a sinistra, proseguendo sul sentiero D9 (l’Alta Via Lendine-Bodengo, che qui intercettiamo; il cartello dà l'Avert di Mezzo ad un'ora e 15 minuti). Dopo pochi minuti siamo ad un bivio, al quale, seguendo i segnavia, procediamo diritti, ignorando il sentiero che scende alla nostra sinistra. Proseguiamo in piano e in leggera salita verso nord-ovest, sul sentierino ben marcato che taglia il ripido versante orientale della Val Pesciadello (Val Pesciadèl, cioè valle del piccolo pèsc’, abete). Raggiunto un primo avvallamento pieghiamo leggermente a sinistra, e ad un secondo ancora a sinistra, tagliando un ampio dosso che ci porta alle baite diroccate dell’alpe Pregassone (Prégazon, m. 1914; nelle mappe del Seicento veniva chiamata Prato Guazzone).


Alpe Cima

Alpe Cima

I prati dell’alpe si stendono ai piedi del costone roccioso che scende dalla cima quotata 2347. La Val Pesciadello restituisce un profondo senso di solitudine che quasi smarrisce: è uno di quei luoghi del solengo o solastro, il sentimento di inquietudine e paura che ci prende di fronte all’enigmatico potere della natura che ci sovrasta.


Traversata dall'alpe Cima alla Val Piodella

Qui dobbiamo stare attenti ai segnavia: ignoriamo il sentiero che taglia a sinistra (ovest) verso il centro della valle e saliamo verso nord-ovest, quasi a ridosso dei roccioni che chiudono la valle alla nostra destra. Ad un nuovo bivio prendiamo a sinistra, lasciando il sentiero che prosegue diritto verso l’alpe Fugiana e procedendo verso ovest e poi nord-ovest, fino al torrente al centro della valle, torrente che più a valle precipita nell’orrida gola chiamata Böcc’. Sul versante opposto pieghiamo decisamente a sinistra (sud) e procediamo a ridosso di alcuni roccioni alla nostra destra, fino ad una larga china erbosa che risaliamo volgendo a destra (ovest), con diversi tornanti.


All'Avert di Mezzo, traversando la Val Pesciadello

Un ultimo traverso verso destra (nord) ci porta alle baite dell’Avert di Mezzo (Avèrt de Mèz, m. 2075), dominato a nord dal Piz de la Forcola (m. 2675) e dal Piz Padiòn (m. 2636): lo scenario un po’ più aperto e meno selvaggio rende ragione del nome. Seguendo i segnavia traversiamo ora, verso sud, gli alti pascoli della valle, salendo gradualmente ed attraversando tre avvallamenti principali. In basso, alla nostra sinistra, distinguiamo bene le baite dell’alpe Ala, mentre alla nostra destra riconosciamo la sella della bocchetta di Setag’ (m. 2375), che si affaccia sul territorio elvetico.


Alpe Scima

Val Pesciadello

Noi però proseguiamo diritti e ci portiamo ai piedi della costiera che separa la Val Pesciadello, a nord, dalla Val Piodella, a sud (sono i due rami nei quali si divide l’alta Val Pilotera, a sua volta tributaria della Val Bodengo). Seguendo attentamente i segnavia ci portiamo alla cresta che divide la Val Pesciadello dalla Val Piodella, in corrispondenza della Porta di Piodella o semplicemente La Porta (Porta de la Piudèla, m. 2274, sul crinale orientale del Pizzo Piodella – Piz de la Dunàscia, la Dunascia o anche Piz de Setag’, m. 2460 -). Da qui inizia la discesa in Val Piodella, con un lungo traverso che taglia in diagonale le roccette del versante (attenzione), fino a toccare i pascoli della Piodella e raggiungere su terreno tranquillo le baite dell’alpe Piodella (m. 2045).


Alpe Piodella

Qui lasciamo il sentiero D9 (Alta Via Lendine-Bodengo) ed iniziamo la lunga discesa della Val Piodella. Su una baita un cartello indica "Val Piodela" e segnala un bivio. Seguiamo le indicazioni per "Val Pilotera. Orlo. Gordona" e cominciamo a scendere verso est, lungo i pascoli dell'alpe, restando sul lato sinistro della Val Piodella. Passiamo così a sinistra dell'alpe Lavorerio (m. 1862), dove si trova l'omonimo rifugio che però non è gestito.


L'alpe Valle di Sotto

Il sentiero si affaccia al gradino di soglia che separa l'alta valle dalla media e, procedendo fra macereti ed ontani, scende zigzagando verso sud-est, fino alla baita dell'alpe Valle di Sopra (m. 1486). Prosegue quindi verso est, in leggera discesa, fino alla baita dell'alpe Valle di Sotto (m. 1330). Qui ignoriamo il ponte alla nostra destra e restiamo sul lato sinistro della valle.


Apri qui una cartina dei percorsi in Val Piodella dal pannello illustrativo della Val Bodengo

La discesa prosegue a poca distanza dal torrente che corre fra suggestivi roccioni, e ci porta in prossimità di un secondo ponte. Anche in questo caso lo ignoriamo a procediamo diritti, iniziando la traversata terminale sul selvaggio versante settentrionale della Val Pilotera. Alla fine, superato un dosso boscoso, il sentiero ci riporta all'alpe Orlo, dalla quale ridiscendiamo sulla larga mulattiera alla Cappella Donadivo, dove abbiamo lasciato l'automobile.
Termina così la lunga traversata, che richiede circa 9 ore (il dislivello approssimativo in altezza è di 1590 metri).


Discesa in Val Piodella

CARTE DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

GALLERIA DI IMMAGINI

   


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