CARTA DEL PERCORSO - ESCURSIONI IN VAL TARTANO - GOOGLE MAP - GALLERIA DI IMMAGINI


Val di Lemma

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Tartano-Biorca-Casera di Lemma Alta-Casera di Sona di Sopra-Tartano
5 h
960
E
SINTESI. All’uscita della seconda galleria di Paniga (per chi proviene da Milano) della nuova ss 38 impegniamo alla rotonda la terza uscita (indicazioni: Forcola 3km, Tartano 14 km). Dopo poche centinaia di metri si lascia la strada Provinciale Pedemontana Orobica per prendere a destra (strada provinciale 11) ed iniziale a salire lungo l’aspro fianco del Crap del Mezzodì. Dopo dopo 10 tornanti attraversiamo una breve galleria scavata nella roccia e ci affacciamo alla Val Tartano. Altri due tornanti sx e dx ed entriamo a Campo Tartano, uno dei due nuclei principali della valle, passando a lato della chiesa di S. Agostino (m. 1060). Proseguiamo fino a Tartano e, appena dopo la chiesa, scendiamo, sfruttando una ripida stradina che si stacca sulla destra dalla strada principale appena prima che questa entri nel ramo della val Lunga, alla frazione Biorca. Parcheggiata l'automobile, ed incamminiamoci sulla strada sterrata per la Val Corta, che corre nei pressi del torrente. Al termine della stradina troviamo un ampio parcheggio, presso la riva del torrente Tartano. Lasciata qui l’automobile, incamminiamoci per una strada sterrata che, fiancheggiando il torrente, risale, con pendenza moderata, il primo tratto della Val Corta. La strada passa a valle dei ripidi prati che ospitano, alla nostra destra, le frazioni di Ca’ Fognini, della Foppa e di Ca’ Bona. La pista sterrata lascia il posto ad un sentiero e raggiunge il punto in cui la Val Corta si biforca nella Val di Lemma (ramo di sinistra, orientale) e nella Val di Budria (ramo di destra, occidentale). Giungiamo, dunque, al bivio, segnalato: ignorato il sentiero di destra, per la Val Budria, prendiamo a sinistra, passando il torrente Tartano e salendo alle baite della località Sciucada (o Zoccada, m. 1415). Il sentiero comincia ad addentrarsi nella valle, salendo gradualmente sul suo versante di sinistra (per noi, cioè quello orientale) e passando per le baite di Vallavoro (Val Laur) basso (m. 1485) e la Casera di Sona bassa o Sona di Sotto (m. 1580). Vediamo ora la sua conformazione gemina: due ampi spalti terminali divisi dalla dorsale del pizzo Vallone (m. 2249). Ci stiamo avvicinando al gradino di soglia che ci separa dal circo terminale della valle. Raggiunta la baita della Sponda (m. 1933), il sentiero diventa una marcata mulattiera e volge a destra, descrivendo un ampio arco che termina, dopo una graduale salita, alla Casera di Lemma alta (m. 1986). Qui siamo ad un bivio: ignorato il sentiero di sinistra che prosegue salendo verso il centro del circo alto di Lemma, prendiamo il sentiero che va a destra (segnavia e segnalazioni della GVO, cioè la Gran Via delle Orobie; il passo di Pedena è dato a 2 ore). Il sentiero sale gradualmente ad un poggiolo erboso, poi traversa in piano una fastidiosa fascia di lavàzz ed ontani (la traccia c'è ma è quasi interamente coperta dall'erba), infine si affaccia al versante settentrionale che scende dal pizzo Vallone e scende a zigzag fr macereti e massi. Giungiamo in vista degli ampi pascoli di Sona di Sopra, lasciando il versante franoso per approdare ad un ripiano erboso con due ometti. I segnavia sono di poco aiuto. Procediamo verso l'alpe, ma appena possibile scendiamo diritti, a destra, lungo un canalone poco accentuato, lasciando a sinistra le baite dell'alpe, fino ad intercettare un sentiero che viene dall'alpe e va a destra. Puntiamo ad un paletto con segnavia bianco-rosso, alla nostra destra, che indica il punto in cui il sentiero (segnavia bianco-rossi) si approssima ad una soglia fra le roccette e comincia a scendere verso il fondovalle, dapprima passando a sinistra di un corpo franoso, poi piegando a sinistra, sul filo di un dosso in un bosco di larici. Al termine della discesa un ometto segnala che il sentiero va a sinistra, attraversa il torrente di Sona e si porta ad una fascia di prati. Procedendo diritti passiamo per alcune baite e giungiamo infine ad ponte in legno che ci porta alla pista che risale la Val di Lemma. Percorrendolo verso sinistra, scendiamo ad in bivio: possiamo seguire la pista che volge sinistra e sale per un tratto, oppure il più diretto sentiero che scende a destra ed a ridosso del torrente Tartano (marmitta dei giganti). In ogni caso siamo al ponte oltre il quale si trova il bivio fra Val Budria e Val di Lemma (contrada Barbera). Torniamo a Tartano seguendo la pista sterrata.


Val di Lemma e pizzo Vallone

La Val di Lemma costituisce il ramo orientale della Val Corta, che a sua volta è il ramo rientale dell'alta Val Tartano. E' una valle tranquilla, dall'aspetto gentile. Del resto, nonostante non c'entri niente con il nome, richiama per assonanza il modo di dire "lemme lemme". E' poco considerata dagli escursionisti, nonostante offra più di una possibilità interessante. In particolare possiamo percorrerla ad anello, passando per i due anfiteatri gemelli nei quali la sua parte alta si divide, quello orientale di Lemma e quello occidentale di Sona di Sopra. Punto di partenza è il centro principale della Val Tartano, Tartano.


Salendo in Val di Lemma

All’uscita della seconda galleria di Paniga (per chi proviene da Milano) della nuova ss 38 impegniamo alla rotonda la terza uscita (indicazioni: Forcola 3km, Tartano 14 km). Dopo poche centinaia di metri si lascia la strada Provinciale Pedemontana Orobica per prendere a destra (strada provinciale 11) ed iniziale a salire lungo l’aspro fianco del Crap del Mezzodì. Dopo dopo 10 tornanti attraversiamo una breve galleria scavata nella roccia e ci affacciamo alla Val Tartano. Altri due tornanti sx e dx ed entriamo a Campo Tartano, uno dei due nuclei principali della valle, passando a lato della chiesa di S. Agostino (m. 1060). Proseguiamo fino a Tartano (m. 1210). Attraversato il paese, non seguiamo la strada asfaltata che prosegue per la Val Lunga, ma deviamo a destra, scendendo per una stradina asfaltata alla contrada Biorca (o Biolca, dal mantovano “biolca”, bue, oppure dal dialettale “biork”, forca, m. 1140). Al termine della stradina troviamo un ampio parcheggio, presso la riva del torrente Tartano. Lasciata qui l’automobile, incamminiamoci per una strada sterrata che, fiancheggiando il torrente, risale, con pendenza moderata, il primo tratto della Val Corta. La strada passa a valle dei ripidi prati che ospitano, alla nostra destra, le frazioni di Ca’ Fognini, della Foppa e di Ca’ Bona. Abbiamo, così, modo di osservare le numerose baite, un tempo centri pulsanti di una vita modesta e tenace, oggi silenziosi testimoni di una presenza umana che si rinnova solo nel periodo estivo o nei finesettimana. Interessante la loro struttura: il piano inferiore, che ospita stalla e cucina, è costruito in muratura, mentre quello superiore, con le stanze da letto, cui si accede da scale esterne o ballatoi, è in legno, con tronchi sovrapposti e connessi ad incastro negli angoli.


Sentiero Lemma alta-Sona di Sopra

Ci sono alpeggi, in alto, nascosti dalla ripida fascia di boschi di conifere e rocce: in particolare, l’alpe Pisello, ai piedi del monte omonimo, che culmina nel passo del Pisello, per il quale si può scendere all’alpe Madrera, sopra Talamona. Purtroppo questa bella traversata è, per ora, del tutto sconsigliabile, perché il sentiero è stata in buona parte mangiato dalla vegetazione, a causa dell’abbandono dei luoghi. Alcune ripide vallecole scendono al fondovalle della Val Corta, la valle del Pisello, la val Brusada e la valle della Bratta, su un fianco montuoso ripido ed insidioso, per chi volesse percorrerlo fuori dei sentieri. Ancor più selvaggio è l’aspetto del fianco opposto della valle, alla nostra sinistra (fianco orientale). Qui non vi sono prati; solo, in cima al versante che separa Val Corta e Val Lunga, i prati della baita Tacher, che guardano all’alpe Gavet, ai piedi del dosso Tacher.


Apri qui una panoramica sulla Val di Lemma dall'alpe di Sona di Sopra

La pista sterrata si fa sentiero e raggiunge il punto in cui la Val Corta si biforca nella Val di Lemma (Val de Lèma, ramo di sinistra, orientale) e nella Val di Budria (Val de Bödre, ramo di destra, occidentale). Il versante che divide le due valli si presenta ai nostri occhi come un ampio e regolare dosso interamente ricoperto da un bosco di conifere, ed è denominato, in dialetto, lo Züch. Giungiamo, dunque, al bivio, segnalato: ignorato il sentiero di destra, per la Val Budria, prendiamo a sinistra, passando il torrente Tartano e salendo alle baite della località Sciucada (o Zoccada, m. 1415). Il sentiero comincia ad addentrarsi nella valle, salendo gradualmente sul suo versante di sinistra (per noi, cioè quello orientale) e passando per le baite di Vallavoro (Val Laur) basso (m. 1485) e la casera di Sona bassa o Sona di Sotto (m. 1580). Vediamo ora la sua conformazione gemina: due ampi spalti terminali divisi dalla dorsale del pizzo Vallone (m. 2249). Ci stiamo avvicinando al gradino di soglia che ci separa dal circo terminale della valle.


Apri qui una fotomappa della salita all'alpe di Sona di Sopra

Raggiunta la baita della Sponda (m. 1933), il sentiero diventa una marcata mulattiera e volge a destra, descrivendo un ampio arco che termina, dopo una graduale salita, alla Casera di Lemma alta (m. 1986). Qui siamo ad un bivio: il sentiero di sinistra prosegue salendo verso il centro del circo alto di Lemma, costituito da semplici balze, fino al crinale ed al passo di Lemma, che si affaccia sulla Val Brembana. Dal passo è facile salire alla cima di Lemma (m. 2346), sul crinale che separa la Val Corta dalla Val Lunga.


Sona di Sopra

Noi però prendiamo il sentiero che va a destra (segnavia e segnalazioni della GVO, cioè la Gran Via delle Orobie, di cui stiamo percorrendo un tratto). Il sentiero sale gradualmente ad un poggiolo erboso, poi traversa in piano una fastidiosa fascia di lavàzz ed ontani (la traccia c'è ma è quasi interamente coperta dall'erba), infine si affaccia al versante settentrionale che scende dal pizzo Vallone e scende a zigzag fr macereti e massi. Giungiamo in vista degli ampi pascoli di Sona di Sopra, lasciando il versante franoso per approdare ad un ripiano erboso con due ometti. I segnavia sono di poco aiuto. Procediamo verso l'alpe, ma appena possibile scendiamo diritti, a destra, lungo un canalone poco accentuato, lasciando a sinistra le baite dell'alpe, fino ad intercettare un sentiero che viene dall'alpe e va a destra.


Apri qui una panoramica dell'alpe Sona di Sopra

Puntiamo ad un paletto con segnavia bianco-rosso, alla nostra destra, che indica il punto in cui il sentiero (segnavia bianco-rossi) si approssima ad una soglia fra le roccette e comincia a scendere verso il fondovalle, dapprima passando a sinistra di un corpo franoso, poi piegando a sinistra, sul filo di un dosso in un bosco di larici. Al termine della discesa un ometto segnala che il sentiero va a sinistra, attraversa il torrente di Sona e si porta ad una fascia di prati. Procedendo diritti passiamo per alcune baite e giungiamo infine ad ponte in legno che ci porta alla pista che risale la Val di Lemma. Percorrendolo verso sinistra, scendiamo ad in bivio: possiamo seguire la pista che volge sinistra e sale per un tratto, oppure il più diretto sentiero che scende a destra ed a ridosso del torrente Tartano (marmitta dei giganti). In ogni caso siamo al ponte oltre il quale si trova il bivio fra Val Budria e Val di Lemma (contrada Barbera). Torniamo a Tartano seguendo la pista sterrata.


Torrente Tartano di Val di Lemma

CARTA DEL PERCORSO SULLA BASE DI © GOOGLE MAP (FAIR USE)

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