Ultimi sforzi: si ricomincia a salire, perché il passaggio da Teglio a Bianzone avviene attraversando la valle di Boalzo (da “bos”, bue) attraverso un bel sistema di piste, che ci riconsegna, domo molti chilometri di asfalto e di orizzonti panoramici, alle atmosfere più raccolte del bosco.
Prima di raccontare questa traversata, ricordo che, per chi fosse a corto di tempo e volesse puntare più direttamente su Tirano, esiste questa interessante variante per scendere a Bianzone: percorriamo in discesa per un tratto la strada Tellina, che da Teglio scende a Tresenda. Dopo uno dei primi tornanti destrorsi, troviamo un cartello che indica “Boalzo” e segnala una stradina che si stacca da quella principale sulla sinistra. Imbocchiamola, cominciando una lunga discesa, con un primo tratto nel bosco, fino a Bianzone, ben riconoscibile per la bella chiesa parrocchiale, recentemente restaurata. Ad un bivio, infatti, prendiamo a sinistra, puntando la chiesa, per poi proseguire verso il centro del paese.
Ma qui possiamo giungere anche attraverso il tracciato più lungo, che ora racconto. Saliamo nella parte alta di Teglio, imbocchiamo la strada per Prato Valentino, salendo per un buon tratto, fino ad incontrare, dopo un tornante sinistrorso, un cartello che indica l’agriturismo della Piana e segnala la partenza di una strada sterrata che, dopo un breve tratto, porta, appunto, all’agriturismo (m. 1260). Proseguiamo su questa strada che, raggiunti i 1300 metri circa, piega a destra e comincia a scendere. Dopo qualche tornante, incontriamo una deviazione, sulla sinistra, in corrispondenza di una fontana. Seguiamola, guidati da segnavia bianco-rossi (quelli del Sentiero del Sole). Ad un nuovo bivio, scendiamo, a destra, al torrente della valle di Boalzo, che valichiamo facilmente. La pista prosegue sul lato opposto della valle, con fondo generalmente buono (eccezion fatta per un paio di punti, nei quali è un po’ rovinata a causa di piccoli smottamenti), fino a congiungersi con la strada sterrata che da Piazzeda, frazione di Bianzone, sale ai bei maggenghi di Nemìna bassa ed alta. 
Cominciamo ora la discesa verso Piazzeda, fino a trovare, poco sopra il paese, il fondo in asfalto. Oltrepassata la scuola elementare (dimessa da tempo), passiamo proprio sopra il nucleo di case raccolte attorno alla chiesetta (m. 892). Una fresca fontana, nei pressi della chiesa, ci può aiutare, qualora fossimo a corto di liquidi. Purtroppo non è possibile completare il percorso attraversando la valle di Bianzone, fino al paese gemello di Bratta: il sentiero segnalato dai segnavia bianco-rossi, infatti, è troppo stretto ed esposto per poter essere percorso in sicurezza bicicletta alla mano. Non resta, quindi, che scendere. La discesa porta, dopo diversi tornanti, alla parte alta di Bianzone, che raggiungiamo dopo aver varcato su un ponte il torrente della valle di Bianzone. Scendiamo verso il centro e, prima di raggiungerlo, deviamo verso sinistra, seguendo le indicazioni per la chiesetta di San Martino, che si affaccia su un bel declivio di meleti, che degrada dolcemente fino a Villa di Tirano. Non ci sono più salite, all’orizzonte: non ci resta, infatti, che attraversare il paese e proseguire alla volta della frazione Ragno, ormai in vista del Santuario della Madonna di Tirano, dove la Valt-bike ha termine.
Segnalo, però, una seconda variante, che permette di concludere la traversata in bellezza, ma richiede notevole allenamento. Ripartiamo, dunque, da Teglio e riprendiamo la salita verso Prato Valentino, ma questa volta proseguiamo fino alla fine, cioè fino alla bella località, dove, oltre alla chiesetta del santo, troviamo l’albergo Baita del Sole. Una pista prosegue, nei pressi delle piste di sci, alla volta della sommità dell’impianto di risalita, poco sotto l’arrotondata ed erbosa cima del monte Brione (da “braida”, “prato”, ma anche “luogo selvaggio”; m. 2542). Si tratta di una pista che ha, in diversi punti, pendenze molto severe. A 2291 metri, nei pressi di una rete di contenimento, dalla pista si stacca, sulla destra, un sentiero segnalato (siamo sul Sentiero Italia), che effettua una lunga traversata in direzione del passo di Méden. Il fondo permette, in diversi tratti, di pedalare.
Oltrepassate, sotto di noi, le baite del Méden, raggiungiamo un bivio: salendo giungiamo alla sella del passo, proseguendo verso destra aggiriamo il fianco meridionale del pizzo Cancàno (m. 2436). Scegliamo questa seconda soluzione e raggiungiamo la splendida costa che si dispiega sotto il Colle d’Alzana (m. 2224) e la Vetta Salarsa (m. 2279). Il sentiero si mantiene per un lungo tratto fra i 2100 ed i 2200 metri, per poi scendere alle baite di Frontelone (m. 1750) ed all’alpe Lughina (m. 1500). La successiva discesa, sul tracciato regolare di una bella stradina militare, ci porta a toccare di i nuclei di Piatta, Romaione e tovaglia, fino a calare, dopo diversi tornanti, sulla frazione Ragno, ormai prossima al Santuario della Madonna di Tirano. Se si vuole sfruttare questa spettacolare variante, conviene pernottare a Teglio (o, meglio ancora, a Prato Valentino) ed evitare i mesi invernali e primaverili, nei quali la presenza di neve alle quote alte risulta un ostacolo considerevole.

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